Isaia 36-37
Nel Nuovo Testamento, ci sono tanti avvenimenti raccontati tre o più volte da punti di vista diversi, per lo più quando Matteo, Marco, e Luca descrivono lo stesso evento. Nell'Antico Testamento, succede solo una volta, in questo brano e in 2Re 18-19 e 2Cronache 32, che dà una certa importanza all'avvenimento. Infatti, è un brano ricco di insegnamenti anche per noi, quando subiamo attacchi (o forti o sottili) che mettono in dubbio quello in cui crediamo, come una discussione con un'amica o delle circostanze che ci lasciano perplessi sull'opera di Dio.
Qual è il contesto storico in Is 36:1-2?
Ezechiele regnò dal 715 al 686 a.C., per cui siamo nel 701 a.C. L'invasione da parte dell'Assiria, che in Is 30 era una minaccia, ormai si è realizzata. Il regno di Israele è stato conquistato nel 723 a.C., e ora regna in Assiria Sennacherib (705-681 a.C.). Il regno di Giuda prima pagava un tributo all'Assiria, ma si è ribellato (Is 36:5; 2R 18:7), forse sperando nel sostengo dell'Egitto per difendersi. Assiria quindi invase la Giuda, per rivendicare il suo dominio, e Ezechia si pentì e pagò tutto quello che aveva (2R 18:14-15). Ma ormai era troppo tardi, la guerra era iniziata e andava completata, e tutta Giuda era conquistata tranne tre città fortificate, Lachis, Libna, e Gerusalemme.
Secondo Rabsachè, in chi dovevano i Giudei riporre la fiducia per un futuro migliore (Is 36:3-10)?
Non in Egitto (Is 36:6,9): come visto in Is 30, non poteva aiutare, era come una canna rotta. È come quando oggi ci fidiamo di esterni per stare bene, dello stipendio della ditta, della chiesa che frequentiamo, della comitiva con cui usciamo.
Non in Dio (Is 36:7,10): Ezechia aveva soppresso gli alti luoghi e altari, che secondo Dio era giusto (si doveva adorare solo a Gerusalemme) ma secondo Rabsachè era un atto di empietà contro Dio. È come quando oggi ti dicono che non puoi pensare di essere gradito a Dio se non preghi alla statua e hai tolto tutte le immagini sacre dalla tua casa. Inoltre, Dio ha mandato Sennacherib (secondo lui).
Non nella propria forza (Is 36:8-9): non aveva. È come quando oggi pensi che lavorando bene, con un giusto rispetto verso gli altri oppure approfittandosi degli altri (dipende dal tipo di persona che sei!), te la caverai nella vita.
In Sennacherib (Is 36:4-5,10): Lui è il gran re, che ha la prudenza e la forza. Inoltre, è l'agente di Dio - che era vero in parte, era mandato come strumento della sua provvidenza, ma non come servo ubbidiente. È come quando oggi qualcuno ti dice di fidarsi di loro, lui sa cosa fare, come investire i soldi, lui ti proteggerà, lui ha la verità da Dio.
Rabsachè proseguì il suo discorso, parlando a tutti i Giudei e non soltanto agli ambasciatori. Che cosa dice riguardo alla speranza dei Giudei (Is 36:11-22)?
Non in Ezechia né in Dio in cui il re spera (Is 36:14-15).
In Sennacherib (Is 36:16-17): avranno abbondanza di cibo - che magari era vero, ma non avrebbero avuto Dio. È come quando oggi ti offrono tutti i beni materiali o una vita di divertimento (per esempio, quasi tutta la pubblicità), che magari è anche vero, ma la vita non è solo pane e circo. Questa è la tentazione del peccato, che ti seduce, che offre un'altra speranza, un altro modo per ottenere il piacere.
Non in Ezechia né in Dio (Is 36:18-20): Assiria è più forte di tutti gli dèi che finora ha incontrato, perché pensano che il loro Dio sarà diverso? Però, come Sennacherib scoprirà nel prossimo capitolo, il Signore non è soltanto un dio fra tanti. È come quando oggi ti dicono che tu adori un dio e altri adorano un altro dio e sono tutti uguali, o come credere in Dio è una delusione.
Come ha risposto il re Ezechia, e poi Dio, a queste provocazioni (Is 37:1-7)?
Ezechia stracciò le vesti come segno di dolore e ravvedimento. Chiese ad Isaia di pregare Dio. È possibile leggere la sua richiesta nel versetto 4 come dubbio, ma alla luce del resto del capitolo, è meglio leggerlo come umiltà, che non detta a Dio quello che deve fare. Dio risponde di non temere le parole bugiarde ma che ci penserà Dio.
Dopo aver espugnato Lachis, mancavano solo due città, e Sennacherib andò a Libna. Però sentì che Etiopia veniva per combatterlo, per cui mandò una lettera a Ezechia, ribadendo di non aver false speranze in Etiopia o in altro, e che sarebbe venuto per abbattere anche Gerusalemme (Is 37:8-13).
Fra parentesi, la cattura di Lachis è documentata bene (vedi su Wikipedia), con un rilievo che era al palazzo reale a Ninive, ora nel British Museum.
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Quali sono i motivi di preghiera di Ezechia (Is 37:14-20)?
La sua richiesta viene alla fine. Prima loda Dio perché è sovrano, supremo, e creatore. Poi espone il problema, spiegando la lettera davanti a Dio: non i suoi problemi, ma gli insulti al Dio vivente in cui non era glorificato. Poi di nuovo il riconoscimento che sta pregando all'unico vero Dio. Infine, c'è la richiesta di essere liberato, non tanto per stare bene di nuovo, quanto per far capire che gli dèi delle nazioni non sono niente, ma il Dio di Giuda è Yahweh, il Signore.
C'è una differenza con il modo in cui molti pregano, che dettano a Dio quello che deve fare per soddisfare le loro richieste (come la letterina a Babbo Natale) o che chiedono “Perché mi succede?” invece di “Perché succede a te, Dio? Come ti glorifichi in questo?”
Come ha risposto Dio (Is 37:21-29)?
Anche la risposta specifica di Dio viene solo alla fine. Prima ridicolizzò le affermazioni di Sennacherib di essere potente, e in modo particolare di poter insultare il Santo d'Israele. Poi affermò che tutte le conquiste di Sennacherib erano in realtà programmate da Dio e fatte da Dio (e non opera di Sennacherib). Sennacherib è nelle mani di Dio, e siccome si era infuriato contro Dio, Dio l'avrebbe rimandato da dove era venuto.
Qual era il messaggio di Dio per Ezechia (Is 37:30-35)?
Prima, un segno: ci sarebbe stata una ripresa dell'agricoltura. Non tutta Giuda scamperà, ma ci sarebbe stato un resto e residuo per portare frutto - sempre opera dello zelo del Dio d'Israele. Infatti, gli assiri circondavano Gerusalemme, ma non avrebbero combattuto contro la città, perché Dio l'avrebbe protetta, per onorare sé stesso e per onorare Davide (a cui aveva fatto delle promesse eterne).
In quale modo Dio si fece glorificare (Is 37:36-38)?
L'angelo del Signore colpì una grande parte dell'esercito, per cui Sennacherib si dovette ritirare a Ninive. Quando (20 anni più tardi) andò nel tempio di suo dio, fu ucciso da due suoi figli.
In che cosa poni la fiducia?
Negli altri? Coniuge, amici, datore di lavoro, pastore, … Sennacherib aveva ragione, prima o poi deluderanno.
In te stesso, come Sennacherib? Forse puoi anche fare tutto, con il desiderio di controllo e di indipendenza. Ma un giorno Dio si farà glorificare e spazzerà via tutto quello che abbiamo fatto.
In Dio? Va manifestato nella preghiera, cioè la sovranità di Dio non porta al fatalismo ma alla dipendenza. Una preghiera centrata su Dio, in cui getti su di lui ogni tua preoccupazione e fai conoscere le tue richieste accompagnate da ringraziamento (e lode), come fece Ezechia (1P 5:7; Fili 4:6). Non “voglio una vita migliore” ma “voglio che tu sia il mio Dio, e che la tua gloria sia manifestata”.
Anche questa conclusione è documentata dagli storici antichi.
Sennacherib nelle sue cronache fece un cenno alle sue vittorie lungo la via per Gerusalemme e di come i suoi nemici si arresero al suo cospetto. L'Egitto e la Nubia accorsero in aiuto delle città colpite. Ma Sennacherib sconfisse sia gli Egizi che i Nubiani. Poi catturò e saccheggiò altre città, compresa Lachish. Poi scrisse: “Poiché Ezechia, re di Giuda, non volle sottomettersi al mio giogo, io lo affrontai, e con la forza delle armi e con il mio potere conquistai 46 delle sue città fortificate. Da quelle io feci 200.156 prigionieri, vecchi e giovani, uomini e donne, insieme a muli e cavalli, asini e cammelli, buoi e pecore; e costrinsi Ezechia a chiudersi dentro Gerusalemme come un uccello in gabbia, costruendo torri intorno alla città per circondarlo, e innalzai banchi di terra sulle porte della città affinché non potesse fuggire. Preso allora dal terrore per la potenza del mio esercito, egli mandò a me i capi e gli anziani di Gerusalemme con 30 talenti d'oro e 800 talenti d'argento, ed altri tesori per un immenso bottino. Tutto ciò fu portato da me a Ninive, capitale del mio regno.” Naturalmente, evitò di parlare della sua sconfitta, non è quello che si scrive nelle proprie cronache!
Lo storico greco Erodoto (5o secolo a.C., in ii.141), invece, scrisse: “Il re Sennacherib venne contro l'Egitto, con una grande schiera di Arabi e di Assiri, e gli Egiziani guerrieri non vollero marciare contro di lui... Vennero gli Assiri e una notte una moltitudine di topi di campagna sciamò sull'accampamento degli Assiri e divorò le loro faretre, i loro archi e anche le impugnature degli scudi, tanto che il giorno dopo fuggirono disarmati e molti caddero.” Questo suggerisce che era una piaga portata dai topi che l'angelo del Signore usò per colpire l'esercito di Assiria.
- Introduzione
- Isaia 1
- Isaia 2
- Isaia 5
- Isaia 6
- Isaia 8:17-9:6
- Isaia 11-12
- Isaia 24-25
- Isaia 30:1-18
- Isaia 36-37
- Isaia 38-39