Isaia 6
Questo capitolo racconta la chiamata di Isaia ad essere un profeta a Israele. Si svolge nel 739 a.C., verso la fine del regno del re Uzzia, come menzionato in Is 1:1. Probabilmente i primi cinque capitoli del libro di Isaia sono un riassunto, prima di raccontare l'inizio del suo ministero in questo capitolo.
Isaia vide Dio nel tempio (1-4). Però Giovanni 1:18 afferma che nessuno ha mai visto Dio, tranne Gesù. Secondo il contesto Gv 1:15-18, qual è il senso dell'affermazione di Giovanni?
Il contrasto è con la rivelazione parziale di Giovanni il battista e di Mosè, che non hanno videro Dio completamente. Dall'altra parte, Gesù era nel senso del Padre e lo fa conoscere nella sua pienezza. Infatti, Isaia vide solo una rivelazione parziale di Dio, con le caratteristiche di grandezza e santità.
Similmente, Mosè vide Dio solo parzialmente (Es 33:20-23), mentre Ezechiele e Daniele ebbero una visione che rappresentava Dio piuttosto di vedere Dio (Ez 1:1,26-28; Dan 7:1,9-10).
I motivi per cui non possiamo vedere Dio è che è invisibile (1Tim 1:17, anche se può prendere qualsiasi forma materiale che vuole, fra altro in Gesù), inaccessibile (1Tim 6:16, anche se può spostarsi da noi), troppo grande da conoscere (Gv 1:18), e troppo santo per sopportare la presenza di peccatori (come Mosè e Isaia, se Dio non purifica, come Is 6:5-6 e forse in Es 24:9-11). Però noi, se purificati (Mt 5:8), con conoscenza completa (1Cor 13:12), simili al Dio manifestato (1G 3:2) e nella presenza di Dio (Ap 22:4), lo vedremo.
Che cosa vede Isaia di Dio, e che cosa rappresenta?
Dio seduto sopra un alto trono: regna, e regna sopra tutti gli altri re.
Lembi del mantello riempivano il tempio: Il tempio, o qualsiasi costruzione fisica e filosofica dell'uomo, non può contenere il suo mantello, per cui ovviamente non può contenere neanche Dio. Questo è il senso di Gv 1:18 - è troppo grande per essere contenuto o conosciuto pienamente, tranne da Gesù.
Come vengono descritti i serafini, e cosa rappresentano le loro caratteristiche (2-3)?
Sei ali, 2 coprivano la faccia (indegni di guardare Dio), 2 coprivano i piedi (probabilmente segno di riverenza), 2 per volare (pronti per essere mandati per servire Dio).
Gridavano l'uno all'altro che Dio era molto santo e glorioso (come in Ap 4:8).
In ebraico, un aggettivo può essere ripetuto per dire “molto”, un po' come succede a volte in italiano, “pian piano”, “man mano”. Scrivere un aggettivo tre volte è quasi un errore grammaticale, e indica più di molto santo, un po' come dire, “santissimissimo”. Cioè, Dio è santo vuole dire è diverso e separato dalla sua creazione (come i sacerdoti israeliti), molto santo che è separato in un modo particolare per Dio (come il luogo santissimo nel tempio), santissimissimo che è completamente diverso, un'altra categoria di essere. Cioè, che Dio è Dio. Ma eppure Dio è diverso e separato dalla terra, tutta la terra è piena della sua gloria, perché lui l'ha creato e rivela la sua grandezza nel creato.
Quali erano le conseguenze per il tempio della presenza di Dio (4)?
Le porte scosse dalla voce dei serafini che gridavano - non potevano contenere la sua gloria.
Il tempio era pieno di fumo - l'accesso a questo Dio era ancora difficile.
Come ha risposto Isaia a questa visione (5)?
Davanti alla santità di Dio, ha riconosciuto la sua impurità e che non poteva stare davanti a Dio e neanche vederlo; era perduto!
È una visione di Dio che abbiamo perso. Siamo contenti di affermare e ringraziare che Dio è con noi e che siamo nella sua presenza. Ma se il tempio non poteva contenerlo, come possiamo pensare che Dio è in mezzo a noi? Se Isaia era perduto perché nella presenza del Dio santo, come possiamo pensare che Dio è con noi o in noi?
Per valutare quello che Dio pensa di noi, non dobbiamo confrontarci con le altre persone ma con il tre volte santo Dio onnipotente e glorioso.
Ti sei mai sentito veramente scosso dalla percezione della presenza di Dio e della sua perfezione?
Come ha risposto Dio a Isaia (6-7)?
Attraverso un serafino, ha purificato Isaia, togliendo l'iniquità e espiando il peccato.
Dio, nella sua grazia, incontra il debole e umile al punto di bisogno (perché nel versetto precedente ha confessato di aver le labbra impure), come in Is 57:15.
Anche noi dobbiamo confessare di non poter stare davanti a Dio, ma possiamo avere un rapporto solo perché nella sua grazia Cristo è venuto per espiare il nostro peccato.
Siccome Dio è così magnifico e glorioso, servirlo è l'unica cosa nella vita che ha senso. Dall'altra parte, servire un Dio così potente e santo non ha senso: non possiamo fare niente che lui non può fare, e se non siamo né capaci né degni di avvicinarci a lui, come possiamo servirlo? Ma Dio nella sua grazia ci purifica (Is 6:7) e ci manda (Is 6:8), così possiamo fare parte dell'unico piano che si realizzerà: quello di Dio.
Qual è il messaggio che Isaia deve trasmettere al popolo di Dio (9)? Qual è l'effetto di questo messaggio (10)?
Che ascoltano senza capire. Così il loro cuore viene ancora più indurito e capisce ancora di meno, affinché non si convertano.
Questo è infatti la conseguenza dell'annuncio della verità, anche da parte nostra: chi è aperto alla verità la riceve ed è benedetta; chi si oppone alla verità si allontana ancora di più (2Cor 2:15-16). In parte, l'annuncio del messaggio di Dio è una punizione a chi l'ha già respinto, perché viene allontanato ancora di più.
Questo è anche un motivo per cui Gesù parlò in parabole, affinché chi non voleva ascoltare non sentisse la verità (Mt 13:10-17), e perché molti Giudei non credettero in Gesù (Gv 12:37-41) né alla predicazione del Vangelo (At 28:23-28) e non ricevettero la salvezza per grazia (Rom 11:5-8).
Questo vuol dire per noi che dobbiamo sempre annunciare la grandezza di Dio e la sua grazia in Gesù Cristo, anche se nessuno ci ascolta. Anzi, se la verità allontana le persone, stiamo facendo la cosa giusta! Il nostro obbiettivo non è convertire tante persone né far crescere la nostra chiesa (anche se siamo contenti quando Dio apre il cuore agli altri e succede), ma proclamare e glorificare il Dio santo, santo, santo.
Vuol dire anche che noi non dobbiamo mai smettere di lodare Dio se ci ha aperto il cuore al Vangelo, invece di lasciarlo indurire al messaggio.
Isaia vuole sapere per quanto tempo Israele sarà insensibile di cuore. Come gli risponde Dio (11-13)?
Almeno fino alla distruzione del regno di Giuda (come giudizio). Non c'è sarà più la nazione, né un decimo della nazione, ma solo un ceppo santo - il residuo di Rom 11:5 nella risposta precedente.
La risposta umana spesso va contro la promessa e il proposito di Dio. Dio giustamente punisce e giudica chi non si sottomette e ubbidisce al Creatore e Sovrano dell'universo. Ma la risposta umana non può mai guastare o rendere vani la promessa e il proposito di Dio. Dio va avanti con il suo piano di essere glorificato e di sottomettere tutto sotto l'unico capo Gesù Cristo, anche se è con solo pochi, il residuo che riceve la sua grazia.
- Introduzione
- Isaia 1
- Isaia 2
- Isaia 5
- Isaia 6
- Isaia 8:17-9:6
- Isaia 11-12
- Isaia 24-25
- Isaia 30:1-18
- Isaia 36-37
- Isaia 38-39