Isaia 1
Il primo versetto ci spiega il contesto storico del ministero di Isaia. Profetizzò durante i regni di quattro re di Giuda, il regno meridionale dopo la divisione del popolo di Dio nel 931 a.C. per formare i regni di Israele e Giuda. In realtà, Isaia profetizzò poco nel regno durante il regno di Uzzia (chiamato anche Azaria nella Bibbia), perché fu chiamato nell'ultimo anno del suo regno, cioè nel 739 a.C. Poi Iotam regnò fino al 732 a.C., seguito da Acaz fino al 715 a.C. (in questo periodo, il regno di Israele fu conquistato dall'Assiria nel 722 a.C.), e poi Ezechia regnò fino al 687 a.C. Centro anni dopo, il regno di Giuda fu conquistato Babilonesi. Non sappiamo fino a quando Isaia profetizzò, ma gli ultimi eventi descritti sono dell'invasione di Giuda da parte dell'Assiria nel 701 a.C. (Is 36-39).
Anche se il primo versetto dice che le visioni riguardano Giuda e Gerusalemme, ci sono anche dei messaggi rivolti al regno di Israele e ai regni di altri popoli, di solito riguardo al loro rapporto con Giuda.
I versetti dal 2 al 9 sono una riflessione personale da parte di Dio sulla situazione in Giuda. Quali sono i problemi descritti?
Sono figli ribelli, che non è naturale - anche gli animali domesticati conoscono il padrone, e i Giudei avevano meno discernimento di quegli animali (Is 1:2-3). Purtroppo, molti girano le spalle a chi li ama, per esempio alcuni figli verso i genitori, ma è più stupido ancora quando è Dio che è respinto.
Erano malvagi e avevano abbandonato Dio (Is 1:4)
Erano completamente malati (probabilmente nel senso spirituale) (Is 1:5-6)
Il paese era desolato e devastato (Is 1:7-8)
Qual era la risposta di Dio?
Non è detto esplicitamente, ma la desolazione e devastazione (Is 1:7-8) erano probabilmente una punizione o avvertimento da parte di Dio, come altre volte nella storia del popolo di Dio.
Ma dice qui che era inutile colpire (punire) di nuovo (Is 1:5). Lo scopo della disciplina è di riportarci a Dio, ma la conseguenza può anche essere che crediamo che Dio non ci ama o non è capace di aiutarci. Per questo siamo chiamati a non disprezzare la correzione o disciplina del Signore (Pr 3:11; Ebr 12:5). È quello che sarebbe successo in questo caso: se Dio colpisse ancora, i Giudei si sarebbero ribellati ancora di più.
Nonostante tutto ciò, Dio non li aveva completamente distrutti, come aveva fatto con Sodoma e Gomorra. Lasciò un residuo, che è un tema importante in Isaia e in tutta la Bibbia. Solo così Dio rimane santo (distruggendo la malvagità) e fedele alla promessa a Abraamo (che sarebbe il padre di una grande nazione) - vedi Rom 9:27-29.
Secondo i versetti 10-15, Questa gente ribelle era molto religiosa e adorava Dio. In quali modi?
Con numerosi sacrifici, olocausti, portando offerte, incenso, noviluni, sabati, assemblee solenni, preghiere.
Però, tutti questi riti erano accompagnati dall'iniquità (Is 1:13) e le mani piene di sangue (Is 1:15).
Cosa pensava Dio della loro religiosità?
Era sazio, non gradiva, detestava, non sopportava, odiava, era stanco di portare, non ascoltava.
Non era contro questi riti in sé - ne aveva stabiliti questi tutti, come per noi comanda la comune adunanza e la preghiera - ma odiava (e odia) i riti uniti all'iniquità. Leggiamo un insegnamento simile in 1Sam 15:22-23; Os 6:6; Am 4:4; Mic 6:6-8.
Che cosa, quindi, dovevano fare i Giudei? E quali sarebbero state le conseguenze? (16-20)
Oltre ai sacrifici, dovevano smettere di fare il male e imparare a fare il bene.
I peccati sarebbero diventati come se non fossero. La tinta o le macchie di rosso sono difficili da togliere, soprattutto se del sangue che avevano sparso (15). Ma Dio può togliere tutte le macchie nella nostra anima, Non è che Dio li perdonerà se fanno i bravi, ma se ci sono i segni del vero ravvedimento.
Anche la terra avrebbe fiorito, invece della devastazione (Is 1:7,20).
Dopo un'altra descrizione della correzione dei Giudei, soprattutto dei capi (21-23), come dice Dio che agirà in 24-26?
Purificherà, che vuol dire il giudizio per togliere il male per restaurare la giustizia.
Questo è simile a quello che succederà quando Gesù ritornerà: riporterà la perfezione del giardino di Eden, ma distruggere il male per farlo (per esempio Ap 19:11).
Quali sono i due destini affermati nei versetti 27-28?
Sion, la città di Gerusalemme usata qui nel senso spirituale del vero popolo di Dio, cioè quelli che si convertono, sono salvati mediante la giustizia. Non per la loro giustizia, non mediante il giudizio (cioè, una sentenza giudiziale giusta) e la giustizia, probabilmente di Dio. Gli altri, i ribelli, peccatori non convertiti, e chi ha abbandonato il Signore, sono distrutti.
Nel versetto 29, i terebinti e i giardini (in questo contesto) erano luoghi in cui l'idolatria era praticata (Osea 4:13; Is 65:3; 66:17). In che senso il loro castigo (30-31) è appropriato?
Se i terebinti e i giardini sono utilizzati per l'idolatria, sono inutili, come un terebinto appassito o un giardino seccato. E chi si fida di questi idoli diventerà pure come essi. Vedi anche Sal 135:15-18.
Il nostro rapporto con Dio ha sempre la tendenza di diventare formale, un'abitudine, solo esteriore. Più bella che è l'adorazione, più facile diventa concentrarsi sull'azione e più utile diventa come meccanismo per evitare di relazionarci con il Dio eterno, santo, e giusto in modo onesto. Dobbiamo fare sì che non abbiamo una religione corrotta e inutile. Come? Con la giustizia e l'ubbidienza. La pessima notizia è che non ci riusciremo mai, non possiamo mai avere una moralità perfetta e la nostra adorazione sarà sempre a volte superficiale. Però, la buona notizia è che Dio, davanti al vero ravvedimento, pulisce e perdona, rendendo le nostre mancanze bianche come la neve e la lana.
- Introduzione
- Isaia 1
- Isaia 2
- Isaia 5
- Isaia 6
- Isaia 8:17-9:6
- Isaia 11-12
- Isaia 24-25
- Isaia 30:1-18
- Isaia 36-37
- Isaia 38-39