Isaia 2

Nella piazza della sede delle Nazioni Unite a New York, c'è una statua che è stata donata dall'URSS nel 1959. La statua è di un uomo muscoloso che, con un martello, trasforma una spada in un aratro. È quasi una citazione di Isaia 2:4. Illustra che lo sforzo umano (in modo particolare, le Nazioni Uniti) creerà la pace. Il questo capitolo e in quelli seguenti (per esempio il Principe della Pace in Is 9:5, il lupo che abiterà con l'agnello in Is 11:6) vedremo come Dio porterà la pace. Pace alle Nazioni unite

Is 2:1-4 contiene una visione di quello che succederà negli ultimi giorni, chiamati anche a volte gli ultimi tempi. Nel Nuovo Testamento, questo termine dall'Antico Testamento viene spiegato spesso come il periodo fra la venuta di Gesù Cristo e il suo ritorno (At 2:16-17), ma può anche riferirsi al periodo subito prima del suo ritorno (confronta 1P 1:5,20). Considereremo ulteriormente il “quando” di questa versione dopo. Ma prima consideriamo “cosa”.

Come sarà negli ultimi giorni (2-4)? Cosa vogliono dire le diverse affermazioni?

Il monte del tempio (cioè, il monte Sion a Gerusalemme) sarà eletto sulla cima degli altri monti in modo di essere il più alto. È difficile capire questo letteralmente o fisicamente. Spesso in antichità i templi erano posti nel luogo più altro della città, per esaltare il dio del tempio. Qui la descrizione vuole dire che il tempio del signore sarà esaltato il più possibile.

Tutte le nazioni andranno al tempio per imparare le sue vie, per osservarle. In questo modo, i Giudei diventano quello che sono chiamati ad essere, una luce e benedizione per tutti i popoli (Gen 12:3; Is 49:6 / At 13:47). In un certo senso, è il contrario della dispersione delle nazioni a Babele (Gen 11:8).

Dio farà il giudice fra le nazioni, non punendo ma risolvendo conflitti. Così non ci sarà più bisogno della guerra e le persone potranno trasformare le armi in attrezzi utili. Però sarà Dio che creerà la pace, non la distruzione delle armi.

Ma quando succederà? Ci sono due interpretazioni principali. Una è più (ma non completamente) letterale, che la visione descrive un nuovo, futuro regno materiale di Israele durante il millennio. L'altra considera anche le affermazioni che tutte le promesse di Dio trovano l'adempimento in Gesù Cristo (2Cor 1:20; anche Mt 5:17; Lu 24:27; 1P 1:10-11). In questa interpretazione, Gesù è il vero Israele, il vero popolo di Dio, e da lui vengono le benedizioni alle nazioni, è lui che è la luce dei popoli (Lu 2:32; At 26:23; Is 42:6), lui insegna in verità le vie di Dio, ed è lui che abbatte i muri fra i popoli e che porterà la pace (Ef 2:14-18). La promessa è stata adempiuta in parte alla venuta, morte, risurrezione, e ascensione di Gesù, e l'adempimento sarà completamente rivelato al suo ritorno.

L'esortazione ai Giudei nel versetto 5 è una conseguenza sia di quello che era scritto prima (2-4) sia di quello che è scritto nei versetti seguenti (6-8). In quale modo?

I Giudei dovevano comminare alla luce del Signore. Siccome i popoli dovevano venire a Gerusalemme per imparare le vie del Signore (Is 2:2-4), i Giudei dovevano seguire queste vie per esserne un esempio. Inoltre, dovevano camminare alla luce del Signore perché Dio li aveva abbandonati per il loro peccato (Is 2:6-8) - in modo particolare, l'utilizzo dell'occulto, i matrimoni misti, l'idolatria, e gli attrezzi di guerra (invece di fidarsi di Dio che vince le battaglie Sal 20:7; i re di Israele non dovevano avere molti cavalli De 17:16).

La situazione è simile per noi. Noi dobbiamo essere la luce del mondo (Mt 5:14-16; 1P 2:9) affinché tutti conoscano Dio, e perché eravamo abbandonati al nostro peccato prima di conoscere Dio (Efes 2:11-13; 1P 2:10).

Nei versetti 9-22 c'è un'altra conseguenza (“Perciò…”) dei peccati descritti nei versetti precedenti. Che cosa è, e come viene descritto?

La punizione del peccato.

Gli uomini saranno umiliati (non potranno più decidere le vie da seguire, e Dio sarà esaltato come nei versetti Is 2:2-3) e non perdonati.

Preferiranno nascondersi (Is 2:10,19,21) per scappare dalla punizione e dalla perfezione che rivela la loro imperfezione in cui si inalzavano e si confidavano (22), come in Ap 6:15-17.

Tutto che è orgoglioso e che si inalza sarà abbassato: la forza (Is 2:13-14, usando le metafore di alberi grandi e montagne), il potere (Is 2:15, descritto in termini militari), il commercio e il piacere (Is 2:16). È un elenco molto moderno delle cose che le persone oggi desiderano: la forza per fare quello che si vuole, il potere sugli altri, i beni materiali e il divertimento. Sono infatti idoli comuni al giorno d'oggi. E come è vero che tutti gli idoli nell'antichità sarebbero scomparsi del tutto (Is 2:18), così anche i nostri idoli adesso. La forza ci mancherà, perderemo il potere, i beni si rovineranno, e il piacere diminuirà. Infatti, di fronte alla maestà splendente del Signore, ci renderemo conto che hanno poco valore, serviranno solo per dare ai topi (Is 2:20-21).

L'ultimo versetto (Is 2:22) riassume il peccato descritto in questa sezione insieme con la sua punizione. È una chiamata di non fidarsi delle persone, che è vero anche degli altri, ma soprattutto di noi stessi. Pensiamo di farcela da soli, sia in questa vita sia per entrare in quella futura. Ma tutto quello che facciamo, tutto quello in cui ci fidiamo, tutto quello che noi siamo, durerà poco in confronto con tutta la storia: è come un soffio. Solo Dio è eterno ed è degno della nostra fiducia.

  1. Introduzione
  2. Isaia 1
  3. Isaia 2
  4. Isaia 5
  5. Isaia 6
  6. Isaia 8:17-9:6
  7. Isaia 11-12
  8. Isaia 24-25
  9. Isaia 30:1-18
  10. Isaia 36-37
  11. Isaia 38-39