8. La vita nella terra promessa (Giudici e Rut)Alla fine del libro di Giosuè, gli Israeliti erano quasi in paradiso di nuovo, in un paese dove scorrevano il latte e il miele (vedi anche Dt 28:1-14), a riposo in comunione con Dio. Questo era lo stato che le promesse ad Eva e ad Abraamo indicavano? Il peccato era stato sconfitto? Vedremo che non era così, che il popolo continuava a rompere il patto e Dio continuava a riportarlo a sé per la sua grazia. Il problema del pattoUn patto è rotto quando una delle due parti non fa quello che il patto spiega che deve fare. In quel caso, l'altra parte non è più obbligata a mantenere la sua metà del patto. Il problema del patto con Mosè era che Dio aveva fatto delle promesse prima ad Abraamo, e poi ad Israele come sua parte del patto. Inoltre, Dio mantiene sempre le sue promesse, perché è veritiero e fedele. Cosa sarebbe successo quindi se Dio aveva detto che non avrebbe mai rotto il suo patto, ma Israele non gli ubbidì e così trasgredì il patto? Perché secondo Giudic 2:1-2 è quello che succedette. Nel breve termine: Israele prese possesso del paese, perché così Dio aveva promesso, ma non di tutto il paese (Giudic 2:3, 20-22). Nel lungo termine: Israele sarebbe stato scacciato dal paese perché non aveva osservato il patto, ma temporaneamente; ci sarebbe stato in seguito un ritorno ma anche un nuovo paese (=terra), un nuovo inizio (Is 49:8-13; 65:17-25). Il patto con Mosè fu infranto, ma il patto (unilaterale) con Abraamo rimase e rimane sempre. Che cosa era un giudice?Un giudice era qualcuno che non solo giudicava il popolo, ma lo governava e guidava. In questo senso, Dio era il vero e unico giudice di Israele (Giudic 11:27). Ma a volte Dio nominò un individuo per esercitare il ruolo di giudice per lui, dando al giudice il suo Spirito affinché guidasse come Dio (Giudic 3:10; 6:34; 11:29; 14:6). Per questo motivo l'ufficio di giudice non poteva essere ereditato da padre a figlio, come succede con i re (Giudic 8:23). Però, quando non c'era un giudice, non c'era un governo umano stabile, e ognuno era libero di peccare piuttosto di seguire Dio (Giudic 21:25). Ci sono dodici giudici nominati nel libro di Giudici. (Anche Eli e Samuele erano giudici, ma appaiono nel libro di 1Samuele, che racconta la transizione dai giudici ai re 1Sam 4:18; 7:6,15-16.) Di sette giudici abbiamo pochi dettagli. Tutti e cinque i giudici di cui è scritto qualche racconto erano "particolari" o "strani", spesso con una caratteristica che era disprezzata nella loro cultura. I 12 giudici erano:
Dio scelse i deboli, gli ignobili, e i disprezzati per svergognare i "bravi", affinché solo lui fosse glorificato (1Cor 1:27-29) e che fosse chiaro che la salvezza dipendeva solo da lui. Il cicloLa struttura e il messaggio del libro sono abbastanza semplici da capire, perché c'è lo stesso ciclo ripetuto diverse volte, una volta per ogni giudice. Il modello è descritto in Giudic 2:10-19.
Il libro di Giudici sottolinea l'infedeltà dell'uomo e la grazia di Dio, che manda la disciplina ma non distrugge totalmente Israele, come avrebbe potuto fare. La spiraleAnche se il messaggio esplicito del libro (il ciclo) è spiegato nel capitolo 2, c'è anche un messaggio implicito. In realtà, dopo un giro del ciclo, gli Israeliti non ritornarono al punto di partenza. Anzi, peggiorarono ogni volta. Non era un ciclo, ma una spirale in disceso. Dopo un assaggio di peccato e di ribellione, era più facile per loro allontanarsi di nuovo dopo la loro liberazione, e peccare in modo più grave. Questo è il punto dei capitoli Giudic 17-21, quando non c'era più un giudice e "ognuno faceva quello che gli pareva meglio" (Giudic 17:6; 21:25). Israele toccò il fondo: completa depravazione e idolatria, con una guerra civile, piuttosto di vivere come popolo di Dio. Nello stesso modo, il peccato è un tranello per noi. Forse iniziamo sbagliando nelle piccole cose, ma lo troviamo piacevole e non ci succede niente. Così facciamo leggermente più male la seconda volta, poi dobbiamo peccare di più per ricevere la stessa soddisfazione, e così via fino a quando tocchiamo il fondo. Però, c'è una differenza per chi è in Cristo, in cui dimora lo Spirito Santo che ci trasforma. Certo, pecchiamo ancora, ma c'è un vero ravvedimento che vuole cambiare e non farlo più, c'è lo Spirito che ci insegna a soddisfare i nostri desideri con le ricchezze di Cristo. Quindi, la prossima volta siamo tentati di meno, e i peccati sono minori in quantità e in gravità. In questa maniera scaliamo una spirale in salita, fino a quando arriviamo alla trasformazione completa alla perfezione di Gesù Cristo. Anche i giudici peggiorarono, da Otniel a cui non è attribuito niente di negativo (Giudic 3:7-11), a Eud che usò l'astuzia umana (Giudic 3:19-21), a Barac che non ricevette l'onore perché non gli bastava la promessa di Dio per ubbidire (Giudic 4:8-9), a Gedeone a cui mancava la fede (Giudic 6:36-40) e approfittò del suo periodo come giudice per il guadagno personale (Giudic 8:24-31), a Sansone a cui non interessava liberare Israele (né agli Israeliti essere liberati Giudic 15:11-12) tranne alla sua morte (Giudici 16:30), che buttò via il suo rapporto speciale con Dio (Giudic 16:15-20) e viveva nella dissolutezza e nella vendetta personale. RutIl libro di Rut, ambientato nel periodo dei giudici, è una storia di riscatto e redenzione (Rut 4:3-12), sia della famiglia di Naomi, sia di Rut. Rut era una donna, una moabita (Dt 23:3-4), e poi una povera vedova di Betlemme (un paesino piccolo (Mi 5:1), e con pessime associazioni (Giudic 17:7-9; 19:1)). Ma nonostante tutti questi "svantaggi", fu usata da Dio (invece di una ricca Israelita) per essere l'antenato di Davide, che avrebbe realizzato la sua promessa per il paese (Rut 4:17-22). Così impariamo che le benedizioni promesse ad Abraamo erano per tutte le nazioni - se si univano al popolo di Dio.
Nella Bibbia: La guerra divinaIl termine usato di solito per questo tema è "guerra santa". Però, quel termine ha un significato diverso e negativo adesso, per cui sarà usato invece "guerra divina". Questo termine è comunque più preciso, perché descrive il modo in cui Dio combatte per distruggere quelli che non accettano la sua sovranità, cioè i suoi nemici, non il modo in cui le persone combattono per imporre le loro idee su Dio. Anche se, nella guerra divina, Dio usa a volte i mezzi umani per combattere per lui. Non sappiamo molto della guerra divina nella sfera spirituale prima della creazione, ma la guerra che noi conosciamo iniziò in Gen 3, dove Satana sedusse l'umanità per rovinare i propositi di Dio, ma Dio promise che avrebbe vinto - usando mezzi umani (Gen 3:15). Una caratteristica comune della guerra divina è che Dio combatte per il suo popolo, che non fa niente. Era così, per esempio, all'esodo (Es 14:13-14; 15:3-4). Così, quando Israele entrò nel paese e ne prese possesso, si sviluppò l'idea della guerra divina (Dt 20:1-4), in cui Dio era il vero guerriero, la guerra era la sua, i nemici di Israele erano i nemici di Dio (e il contrario), e Israele doveva solo rimanere fedele. Conseguenze:
Anche i profeti descrissero spesso Dio che distruggeva i suoi nemici (Is 13:4-5). Ma combatteva anche contro Israele ribelle (Lam 2:4-5; Am 9:1). I profeti parlarono anche di una battaglia finale per liberare il popolo di Dio da tutti i nemici (Is 24-27; Ez 38-39; Zac 14:1-3). Nel Nuovo Testamento, e per noi, la guerra è spostata al livello spirituale. Non è più una battaglia con la spada (Mt 26:51-56). Il nemico è Satana e i suoi seguaci. Gesù li ha sconfitti alla croce e ci sarà una battaglia finale e decisiva (Col 2:15; Ap 12:7-11; 19:11-21). Intanto noi combattiamo con le stesse armi di Gesù (2Cor 10:3-6; Ef 6:10-18; 1Tim 6:12; 2Tim 2:3). Per questo motivo non possiamo prendere i brani che descrivono le guerre e concludere che anche noi dobbiamo combattere contro i non Cristiani. Non è che Dio sia diverso, ma che ha rimandato il suo giudizio sui suoi nemici alla fine del tempo. BDDio è un Dio della guerra o un Dio della pace? BDCome si possono spiegare tutte le stragi commesse da Dio? Domande1. Quali somiglianze e quali differenze ci sono fra il ciclo del libro di Giudici e la vita cristiana? 2. Il libro di Giudici illustra il principio, "Dio scelse i deboli, gli ignobili, e i disprezzati per svergognare i 'bravi', affinché solo lui fosse glorificato". Come vediamo questo principio nel libro di Rut? Come vediamo questo principio nel ministero di Gesù? 3. Che cosa vuol dire per noi fare parte della guerra divina spirituale? Quali sono le nostre armi? Leggi i brani nell'ultimo paragrafo del testo qui sopra. 4. Se Dio combatte e vince contro i suoi nemici, perché ci sono ancora nemici di Dio nel mondo? Perché sei ancora vivo? Cosa vuol dire per il modo in cui ti rapporti con i nemici? Vedi Mt 5:43-44; 22:44; Lu 6:27-36; Rom 5:10; 12:17-21; Col 1:21-22; 1Cor 15:25; Ebr 1:13; 10:12-13; 2P 3:9.
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