Pregare il Dio sovrano

"Un appello per una riforma spirituale", capitoli 9-10

(Daniele 9:1-19)

La Bibbia parla chiaramente della sovranità di Dio (Salmo 135:6; Prov 16:9; Mt 6:26-30; Efes 1:11). Però, se è così, perché pregare? Se Dio ha già deciso tutto, non sarebbe inutile pregare per chiedergli di fare qualcosa, se ha deciso di farlo o non? Anche se non è già deciso, se Dio "compie ogni cosa secondo la decisione della propria volontà", perché pensiamo che farà qualcosa secondo la nostra volontà invece della sua quando preghiamo? Vedremo alcune preghiere in questo studio in cui la conoscenza della volontà di Dio ha spinto le persone a pregare, e cercheremo di capire perché, e come, pregare il Dio sovrano.

Ma prima, c'è una possibile soluzione che in realtà non risolve il problema. Se Dio non fosse sovrano, potremmo pregare affinché prendesse le decisioni anche in base alla nostra volontà espressa nella preghiera. Ma se non è sovrano, non è necessariamente in grado di fare quello che vorremmo, e la preghiera diventerebbe inefficace perché Dio forse non potrebbe rispondere alla preghiera. Per esempio, se preghiamo per la salvezza dei nostri genitori, e Dio ha già fatto del tutto affinché si convertissero ma loro non vogliono convertirsi, non servirebbe pregare ancora perché Dio non potrebbe salvarli.

Leggere Daniele 9:1-2.

1. Daniele ha letto Geremia 25:11-12 e/o Geremia 29:10-14. Che cosa ha capito della volontà di Dio?

Che l'esilio sarebbe durato 70 anni. Gerusalemme è caduta nel 587 a.C. (anche se si poteva contare dalla prima deportazione nel 609 o dalla seconda nel 597); il ritorno ha iniziato nel 538 ma c'erano ancora dei Giudei nel primo anno di Dario nel 521, si potrebbe ritenere la fine dell'esilio di essere la ricostruzione del tempio nel 516. In ogni caso, è anche possibile che "70" in Geremia sia un numero simbolico.

Leggere Daniele 9:3-19.

2. Perciò, Daniele ha pregato. Dividi la preghiera in sezioni, secondo il tipo di preghiera (adorazione, confessione, ringraziamento, supplica).

Per lo più, adorazione nel versetto Dan 9:4, confessione in Dan 9:5-15, e supplica in Dan 9:16-19, con alcune frasi di adorazione anche nella seconda e nella terza sezione.

3. In quale modo è l'adorazione del versetto Dan 9:4 una conseguenza di quello che Daniele sa che sicuramente succederà (perché Dio l'aveva detto ed è sovrano)?

Il ritorno dall'esilio mostra la fedeltà di Dio al suo patto, e la sua misericordia.

Quindi il primo modo di pregare il Dio sovrano è di lodarlo per quello che è e quello che fa.

4. In quale modo la confessione e la supplica di Daniele sono secondo la volontà sovrana di Dio, cioè secondo quello che Dio ha deciso di fare? Nota anche Geremia 29:13-14.

Dio aveva deciso che l'esilio sarebbe durato 70 anni. Ma la condizione per il ritorno era il pentimento di Giuda, quindi Daniele confessa per loro. Poi chiede a Dio di fare quello che aveva promesso di fare.

Questo non è l'unico esempio di preghiera che Dio faccia una cosa che si sa già che farà. Per esempio in Giovanni 17:1 Gesù dice al Padre, "L'ora è venuta", cioè l'ora della crocifissione in cui Gesù sarà glorificata (come Gv 12:23). Questa conoscenza della volontà di Dio non crea silenzio o fatalismo (perché è già tutto deciso) in Gesù, ma una preghiera che il Padre glorifichi Gesù. Carson, nel capitolo 10, parla di un altro esempio, cioè Efesini 1:15-23. Giobbe 42:7-9 ne è un altro (soprattutto dopo una delle affermazioni più forti della sovranità di Dio nei capitoli Giobbe 38-41): Dio dice come Giobbe doveva pregare e che avrebbe risposto, e la preghiera fa parte del piano di Dio per il perdono dei suoi amici. Vedi anche Genesi 20:6-17.

Quindi un altro modo di pregare il Dio sovrano è di chiedere che farà quello che sappiamo che farà. Questo potrebbe sembrare inutile, ma non lo è. Il mondo non è una macchina che va avanti senza intervento, né noi siamo dei robot. Siamo creati per avere un rapporto con Dio, e Dio usa mezzi umani per realizzare i suoi propositi sovranamente decisi. Dio ha scelto di operare in questo modo. Poteva fare tutto da solo, e non ha bisogno di noi prima di agire, ma in amore ha deciso di includere noi nella realizzazione dei suoi piani. Ciò è vero anche, per esempio, dell'evangelizzazione: Dio può convertire tutti da solo, ma ha deciso di usare la nostra predicazione come mezzo di evangelizzazione. Al privilegio enorme di avere accesso alla sua presenza, Dio aggiunge il privilegio di partecipare con lui nei suoi proposti per tutto l'universo. Dio lo fa perché vuole un rapporto con noi, in cui chiediamo umilmente delle cose e impariamo ad allineare la nostra volontà alla sua - ma in cui Dio rimane sempre sovrano e la fonte di ogni cosa buona, affinché la gloria vada solo a lui.

Per esempio, Daniele era forse il mezzo divinamente nominato per riportare gli ebrei a Gerusalemme, tramite la sua confessione. Forse se non avesse pregato, i Giudei non sarebbero tornati dall'esilio; ma siccome il ritorno era la volontà di Dio, lui ha fatto sì che qualcuno confessasse i peccati dei Giudei. Se Daniele non avesse pregato, qualcuno altro avrebbe. La preghiera cambia le cose, non nel senso che le cose vanno diversamente da come Dio ha deciso né che i propositi e la volontà di Dio sono frustrati, ma che noi possiamo partecipare alla realizzazione dei propositi con la preghiera (ed altri mezzi). Se non preghiamo, non è che i propositi di Dio siano frustrati perché Dio si fidavano di noi; significa invece che la nostra mancanza di preghiera, di cui siamo responsabili, è il mezzo di altri propositi di Dio, per esempio il giudizio su di noi per non aver pregato, o su quelli per cui dovevamo pregare ma che per cui non abbiamo pregato.

È importante quindi anche evitare l'estremo, che i propositi di Dio dipendono da noi, un punto di vista molto comune in alcuni ambienti cristiani oggi. Cioè, Dio starebbe aspettando in cielo, pronto ad agire, e i Cristiani avrebbero il potere e l'autorità di farlo agire. Questo dà troppa potenza alle nostre preghiere e limita la potenza di Dio. La realizzazione dei propositi di Dio non dipende dalle nostre preghiere, e lui non può essere sconfitto dalla mancanza delle nostre preghiere.

C'è un mistero qua, come nella Trinità o come Gesù poteva essere completamente divino e completamente umano. Ma la Bibbia insegna chiaramente che Dio è completamente sovrano e completamente personale; non è sempre facile mantenere questi due aspetti in equilibrio, ma se non lo facciamo non abbiamo nessuna garanzia di una risposta alla nostra preghiera.

5. Per quali cose possiamo pregare, che sappiamo sono nella volontà sovrana di Dio?

Angolo dei consigli

Scuse per non pregare

Questa volta, invece di dare dei consigli per pregare meglio, considereremo alcune scuse per non pregare, e come superarle.

1. Dio ha deciso tutto, oppure Dio non può o non vuole risponderci

Lo scopo di questo studio era di rispondere a queste scuse. In poche parole dobbiamo tenere in equilibrio la sovranità e la personalità di Dio.

2. Non ho tempo per pregare

È facile nella nostra società trovarsi con così tanti impegni che arriviamo alla fine della giornata e dobbiamo andare a letto senza aver mai pregato. Ma la causa di solito è una preferenza per l'attività invece della riflessione, come Marta (Luca 10:38-42). Dobbiamo convincerci che la preghiera è essenziale, e che non pregare è come non fare la spesa. Forse rimandiamo la spesa un giorno quando siamo proprio troppo impegnati un giorno, ma non possiamo vivere più di tanto senza comprare da mangiare, a prescindere da quanti altri impegni abbiamo. In 1Cor 7:3-5 c'è sola una cosa più importante del sesso, cioè la preghiera.

Se sei troppo occupato per pregare, sei troppo occupato. Abbiamo tutti 24 ore nel giorno; è la nostra scelta come usiamo quelle ore. Se è necessario, togli un impegno per lasciare tempo per pregare (At 6:1-4). Dobbiamo avere invece l'atteggiamento, "Sono troppo impegnato per non pregare". Martino Lutero ha detto, "All'inizio di una giornata molto impegnata, prego tre ore invece di due".

3. Non mi sento spiritualmente apposto

Per esempio, ci sentiamo scoraggiati, o lontani da Dio, o abbiamo peccato, o non abbiamo perdonato un fratello. Ma non dobbiamo pensare che la nostra preghiera è accettata in base a come ci sentiamo; ci avviciniamo a Dio in Cristo e non per quello che abbiamo fatto o come ci sentiamo. Né è il nostro obbligo di pregare ridotto quando troviamo la preghiera difficile; quello che è giusto da fare è determinato da Dio e non dai nostri sentimenti o emozioni. Anzi, quando siamo consapevoli del nostro peccato o del nostro rancore dovremmo essere spinti a pregare l'unica persona che ci può perdonare ancora di più. Secondo Filippesi 4:6-7, la pace interiore viene dopo la preghiera, non prima.

4. Non sento la necessità di pregare

Naturalmente non diciamo così esplicitamente, ma spesso è vero. Sentiamo in grado di gestire la propria vita, e quindi non ringraziamo per quello che riceviamo quotidianamente né preghiamo per quello che faremo. Nel nostro orgoglio ci giustifichiamo e diamo la colpa agli altri; così non chiediamo perdono. Solo quando veramente capiamo il Vangelo, possiamo adorare Dio per quello che ha fatto per noi. Oppure facciamo una distinzione sbagliata fra il naturale e il sovrannaturale; il naturale va avanti da solo e dobbiamo pregare o ringraziare solo per azioni sovrannaturali. Per esempio, non preghiamo per guarigione quando abbiamo un raffreddore, ma solo quando c'è una malattia grave. La soluzione è di conoscere il Dio delle Scritture meglio, prima che lui nella sua grazia mandi qualche tragedia per insegnarci la nostra dipendenza su di lui in un altro modo! È Dio che opera anche per mezzo delle cose 'naturali'. Anche la 'preghiera continua' del secondo angolo dei consigli aiuta ad imparare la necessità di pregare per tutto.

È anche importante ricordare che la preghiera è più della supplica; è un'espressione del nostro rapporto con Dio. Proviamo a dire al nostro marito o alla nostra moglie che non sentiamo la necessità di parlare con lui/lei, e vediamo come risponde!

5. Penso che Dio non voglia rispondere

Questo atteggiamento si manifesta soprattutto nelle difficoltà. Perché Dio non è intervenuto per impedire la tsunami in Asia? Perché Dio non fa qualcosa per la mia malattia? Ma Dio spesso compie i suoi propositi attraverso le difficoltà, non liberandoci da esse (per esempio Gen 50:20 e la croce). Quando, come Paolo, non riceviamo la risposta che vorremmo (2Cor 12:8-9), dobbiamo ricordarci che in realtà Dio ha cura di noi (1P 5:6-7; Mt 7:11; 10:29-31).

Nota che la risposta a quasi ogni scusa è conoscere Dio e il Vangelo (come possiamo avere un rapporto con lui) meglio. Questo non è strano: solo se crediamo veramente in tutti gli attribuiti e tutte le azioni di Dio possiamo avere un rapporto giusto con lui, e così possiamo pregarlo bene.

  1. Introduzione
  2. Richieste meritevoli (2Tessalonicesi 1:3-12)
  3. Aver passione per le persone (1Tessalonicesi 3:9-13)
  4. Il contenuto di una preghiera fruttuosa (Colossesi 1:9-12)
  5. Pregare il Dio sovrano (Daniele 9:1-19)
  6. Pregare per ottenere potenza (Efesini 3:14-21)
  7. Pregare per il ministero (Romani 15:30-33)
  8. Pregare nell'avversità (Isaia 37:15-20)
  9. La preghiera di Gesù (Giovanni 17)