Salmi 137

1 Capitolo 137

Gli ebrei piangono la loro cattività Sal 137:1-4

Il loro affetto per Gerusalemme Sal 137:5-9

Versetti 1-4

I loro nemici avevano portato i Giudei in cattività dalla loro terra. Per completare le loro pene, li insultarono; richiesero loro allegria e un canto. Questo era molto barbaro; anche profano, perché non sarebbero serviti altri canti se non quelli di Sion. Gli schernitori non vanno accolti. Non dicono: "Come possiamo cantare, quando siamo così addolorati?", ma: "È il canto del Signore, quindi non osiamo cantarlo tra gli idolatri".

5 Versetti 5-9

Ciò che amiamo, amiamo pensarlo. Quelli che si rallegrano in Dio, per amore suo fanno di Gerusalemme la loro gioia. Sono fermamente decisi a mantenere questo affetto. Quando soffriamo, dovremmo ricordare con pio dolore le nostre misericordie perdute e i peccati con cui le abbiamo perse. Se i vantaggi temporali rendono una professione, la peggiore calamità gli è capitata. Lungi da noi vendicarci; lo lasceremo a Colui che ha detto: "La vendetta è mia". Coloro che si rallegrano per le calamità, specialmente per quelle di Gerusalemme, non resteranno impuniti. Non possiamo pregare per il successo promesso alla Chiesa di Dio senza guardare, anche se non preghiamo per la rovina dei suoi nemici. Ma ricordiamoci di chi è la sola grazia e la salvezza compiuta che ci permette di sperare di essere ricondotti alla Gerusalemme celeste.

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