Giobbe 341 Capitolo 34 Eliu accusa Giobbe di aver accusato Dio di ingiustizia Giob 34:1-9 Dio non può essere ingiusto Giob 34:10-15 La potenza e la provvidenza di Dio Giob 34:16-30 Eliu rimprovera Giobbe Giob 34:31-37 Versetti 1-9 Eliu invita i presenti a decidere con lui sulle parole di Giobbe. Il cristiano più semplice, la cui mente è illuminata, il cui cuore è santificato dallo Spirito di Dio e che conosce le Scritture, può dire fino a che punto le cose, le parole o le azioni sono in accordo con la vera religione, meglio di chiunque si affidi alla propria comprensione. Giobbe aveva parlato come se volesse giustificarsi completamente. Chi dice: "Ho pulito le mie mani invano", non solo offende i figli di Dio (Sal 73:13-15), ma gratifica i suoi nemici e dice come loro. 10 Versetti 10-15 Eliu aveva mostrato a Giobbe che Dio non intendeva fargli del male affliggendolo, ma intendeva giovargli spiritualmente. Qui dimostra che Dio non gli ha fatto alcun torto affliggendolo. Se il primo non lo soddisfaceva, questo dovrebbe farlo tacere. Dio non può fare del male, né l'Onnipotente commettere del male. Se ora i servizi non vengono ricompensati e i peccati impuniti, c'è un giorno che sta per arrivare, quando Dio renderà pienamente a ogni uomo secondo le sue opere. Inoltre, sebbene la condanna finale del credente sia stata eliminata grazie al riscatto del Salvatore, egli ha comunque meritato più di ogni altra afflizione esteriore, cosicché non gli viene fatto alcun torto, per quanto possa essere provato. 16 Versetti 16-30 Eliu si rivolge direttamente a Giobbe. Poteva forse supporre che Dio fosse come quei principi terreni che odiano il diritto, che sono inadatti a governare e che si rivelano i flagelli dell'umanità? È un'audace presunzione condannare le azioni di Dio, come aveva fatto Giobbe con i suoi malumori. Eliu suggerisce a Giobbe diverse considerazioni, per suscitare in lui pensieri elevati nei confronti di Dio e convincerlo così a sottomettersi. Giobbe aveva spesso desiderato di perorare la sua causa davanti a Dio. Eliu chiede: "A che scopo? Tutto è bene ciò che Dio fa, e sarà trovato tale. Cosa può rendere inquieto chi ha l'anima a suo agio in Dio? I sorrisi di tutto il mondo non possono tranquillizzare coloro che Dio disapprova. 31 Versetti 31-37 Quando rimproveriamo ciò che non va, dobbiamo indirizzare verso ciò che è buono. Gli amici di Giobbe avrebbero voluto che si riconoscesse come un uomo malvagio. Lo obbligheremo solo a riconoscere che ha parlato in modo incauto con le sue labbra. Nel rimproverare, non dobbiamo peggiorare la situazione. Eliu dice a Giobbe di umiliarsi davanti a Dio per i suoi peccati e di accettare la punizione. Inoltre, prega Dio di rivelargli i suoi peccati. Un uomo buono è disposto a conoscere il peggio di se stesso; in particolare, nell'afflizione, desidera sapere perché Dio è in lotta con lui. Non basta essere dispiaciuti per i nostri peccati, ma dobbiamo andare avanti e non peccare più. E se siamo figli affettuosi, ameremo parlare con nostro Padre e dirgli tutto il nostro pensiero. Eliu ragiona con Giobbe a proposito del suo malcontento per l'afflizione. Siamo pronti a pensare che ogni cosa che ci riguarda debba essere proprio come la vorremmo; ma non è ragionevole aspettarsi questo. Eliu chiede se non ci sia peccato e follia in ciò che Giobbe ha detto. Dio è giusto in tutte le sue vie e santo in tutte le sue opere (Sal 145:17). Il credente dice: "Lascia che il mio Salvatore, il mio Signore saggio e amorevole, scelga ogni cosa per me. Sono sicuro che sarà la cosa più saggia e la migliore per la sua gloria e il mio bene. Dimensione testo: Indirizzo di questa pagina: Indirizzo del testo continuo: |