Genesi 481 Capitolo 48 Giuseppe visita suo padre morente Gen 48:1-7 Giacobbe benedice i figli di Giuseppe Gen 48:8-22 Versetti 1-7 Il letto di morte dei credenti, laddove essi pregano e danno esempi di saggezza, lasciano ottime impressioni anche ai giovani, agli spensierati e ai prosperosi: pure i piccoli in tali occasioni possono trarne benefici. Voglia il Signore che possiamo portare la nostra testimonianza di moribondi alla sua verità, alla sua fedeltà per far vedere quanto sono piacevoli le sue vie. E chi ci ascolta desidererà vivere così per dare peso e sostanza alle nostre esortazioni sul letto di morte. Tutti i veri credenti sono benedetti alla loro morte, ma non tutti muoiono con le stesse consolazioni spirituali. Giacobbe adottò i due figli di Giuseppe, affinché non succedessero al loro padre, alla sua potenza e alla sua grandiosità in Egitto, ma permise loro di entrare nell'eredità della promessa fatta ad Abraamo. Il vecchio patriarca morente insegna in tal modo a questi giovani a condividere l'eredità con il popolo di Dio. Egli sceglie ognuno di loro per essere capo di una tribù. Meritano doppio onore coloro che, mediante la grazia di Dio, rifiutano le tentazioni delle ricchezze terrene e del successo per abbracciare la fede nella sofferenza e in povertà. Giacobbe vuole far sapere ad Efraim e Manasse che è meglio essere gli ultimi in chiesa che altolocati ma fuori da essa. 8 Versetti 8-22 I due buoni uomini possiedono Dio come loro conforto. Giuseppe afferma: "Essi sono i figli che Dio mi ha dato". Giacobbe sentenzia: "Dio mi ha mostrato la tua discendenza". Il conforto è doppiamente grande quando lo vediamo venire proprio dalla mano di Dio. Egli non solo ci toglie le nostre paure, ma supera anche le nostre speranze. Giacobbe racconta di come la provvidenza Divina si sia preso cura di lui in tutta la sua vita. Molti stenti egli patì ma Dio lo custodì dal male e dalle difficoltà. Ora che stava morendo guardava a se stesso come redento da tutti i peccati e da tutte le sofferenze per sempre. Cristo, l'Angelo del patto, ci redime da ogni male. La liberazione dalle miserie e dai pericoli per la potenza Divina, che ci vengono attraverso il riscatto del sangue di Cristo, nelle Scritture è spesso chiamata redenzione. Nel benedire i figli di Giuseppe, Giacobbe incrociò le mani. Giuseppe, nel voler sostenere il suo Primogenito, avrebbe scambiato le mani di suo padre, ma suo padre non agì né per errore né per un affetto di parte nei confronti dell'uno rispetto all'altro, ma mosso da uno spirito di profezia e per il consiglio Divino. Dio, nel dare benedizione al suo popolo, dà più regali, più grazie, più conforti e più cose buone terrene ad alcuni piuttosto che ad altri,. Egli dà spesso la maggior parte a coloro che riteniamo minimamente degni. Egli sceglie le cose deboli del mondo, alza il povero dalla polvere. La grazia non osserva l'ordine della natura, né Dio preferisce quelli che noi riteniamo più adatti, ma Egli opera secondo il suo soddisfacimento. Quanto sono poveri coloro che non hanno alcuna ricchezza se non quella di questo mondo! Quanto è miserabile il letto di morte di quelli che non hanno una speranza ben fondata, ma la terrificante comprensione del male e solo del male per l'eternità! Dimensione testo: Indirizzo di questa pagina: Indirizzo del testo continuo: |