2Corinzi 21 Capitolo 2 Motivi per cui l'apostolo non è venuto a Corinto 2Cor 2:1-4 Indicazioni sul ripristino del reo pentito 2Cor 2:5-11 Un resoconto delle sue fatiche e del suo successo nella diffusione del vangelo di Cristo 2Cor 2:12-17 Versetti 1-4 L'apostolo desiderava avere un incontro allegro con loro; aveva scritto confidando nel fatto che avrebbero fatto ciò che era a loro vantaggio e a suo conforto; e che quindi sarebbero stati lieti di allontanare da lui ogni causa di inquietudine. Dovremmo sempre dare il dolore controvoglia, anche quando il dovere richiede che venga dato. 5 Versetti 5-11 L'apostolo desidera che accolgano di nuovo nella loro comunione la persona che aveva sbagliato, perché era consapevole della sua colpa e molto afflitta per la sua punizione. Anche il dolore per il peccato non deve disabituare ad altri doveri e spingere alla disperazione. Non solo c'era il pericolo che Satana ne traesse vantaggio, tentando il penitente con pensieri duri nei confronti di Dio e della religione e portandolo così alla disperazione, ma anche contro le chiese e i ministri di Cristo, portando una cattiva notizia sui cristiani in quanto spietati, creando così divisioni e ostacolando il successo del ministero. In questo, come in altre cose, occorre usare saggezza, affinché il ministero non venga incolpato di indulgere al peccato da un lato, o di essere troppo severo con i peccatori dall'altro. Satana ha molti piani per ingannare e sa come fare cattivo uso dei nostri errori. 12 Versetti 12-17 I trionfi del credente sono tutti in Cristo. A lui va la lode e la gloria di tutti, mentre il successo del Vangelo è un buon motivo di gioia e di esultanza per un cristiano. Nei trionfi antichi si usava abbondare di profumi e di odori dolci; così il nome e la salvezza di Gesù, come unguento versato, era un dolce aroma diffuso in ogni luogo. Per alcuni, il Vangelo è un sapore di morte fino alla morte. Lo rifiutano e vanno in rovina. Per altri, il Vangelo è un sapore di vita fino alla vita: come li ha vivificati all'inizio quando erano morti nei peccati e nelle trasgressioni, così li rende più vivi e li porterà alla vita eterna. Osservate le terribili impressioni che questo argomento fece sull'apostolo e che dovrebbe fare anche su di noi. L'opera è grande e da soli non abbiamo alcuna forza; tutta la nostra sufficienza viene da Dio. Ma ciò che facciamo in religione, se non è fatto in sincerità, come davanti a Dio, non è di Dio, non viene da Lui e non arriva a Lui. Possiamo vigilare attentamente su questo punto e cercare la testimonianza della nostra coscienza, sotto l'insegnamento dello Spirito Santo, che come di sincerità, così parliamo in Cristo e di Cristo. Dimensione testo: Indirizzo di questa pagina: Indirizzo del testo continuo: |