La genesi del ministero di Gesù Cristo

Marco 1:1-20

Scritto da Richard Wilson.

28/2/2002

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Forse il titolo di questo studio è un po' strano, ma è simile a come Marco, nel primo versetto, introduce il suo racconto della vita di Gesù. Come in Genesi 1:1, qui abbiamo l'inizio di qualcosa di nuovo. Questa nuova cosa è un vangelo, cioè buone notizie, che, come vedremo, sono le notizie della venuta del regno di Dio (1:15). E sono le buone notizie di Gesù Cristo, il Figlio di Dio. "Gesù" possiamo facilmente capire, ma il significato di "Cristo" e "Figlio di Dio" sarà spiegato da Marco durante il suo libro (per esempio 8:29 e 14:61; 9:7 e 15:39 e molti altri riferimenti).

Però, invece di iniziare subito con Gesù, Marco ci presenta prima Giovanni il battista, perché lui doveva preparare la via per Gesù. Questo compito di Giovanni era già preannunciato nell'Antico Testamento, in Malachia 3:1 e Isaia 40:3 (con una possibile allusione a Esodo 23:20). Somigliava ai profeti nel modo di vestire (2Re 1:8; Zaccaria 13:4), anche se la sua dieta non era così strana per loro come può sembrare a noi. Predicò nel deserto, che nell'Antico Testamento era spesso un luogo di restaurazione. Fu il primo profeta da più di 300 anni, un segno che qualcosa di importante stava per succedere.

Giovanni adempì il suo ruolo di preparare per Gesù in due modi, battezzando e predicando. Il battesimo non era sconosciuto fra i Giudei, anche se non praticato molto. Ma quando fu praticato, era per i Gentili (i non Giudei) che volevano convertirsi alla religione ebraica. Così, è come se Giovanni avesse detto che i Giudei erano fuori del popolo di Dio, e che dovevano rientrare tramite questo battesimo, che era un segno di ravvedimento. Così predicò anche il ravvedimento, per ottenere il perdono dei peccati da Dio. Questo ravvedimento significa più di solo confessare i propri peccati (come facevano nel versetto 5), ma anche cercare di smettere di peccare nel futuro, come è chiaro da Matteo 3:8 e Luca 3:8. Purtroppo, ancora oggi c'è spesso confessione senza ravvedimento, ci dispiacciamo per quello che abbiamo fatto, e chiediamo scusa a Dio, ma non vogliamo cambiare il nostro comportamento perché preferiamo peccare che vivere una vita giusta.

Giovanni era anche consapevole di essere colui che preparava la via per il Messia. Così parlò anche di Gesù che veniva dopo di lui e che era più forte di lui. Gesù avrebbe predicato nello stesso modo (1:15), ma con una differenza. Giovanni poteva solo battezzare in acqua come segno del rinnovamento della vita dopo il ravvedimento e il perdono. Gesù invece avrebbe battezzato con lo Spirito Santo, che rinnova veramente la persona ravveduta e perdonata. Giovanni dava la promessa del perdono, ma Gesù ottiene il nostro perdono. Questa differenza è importante, come visto dal fatto che è l'unica frase nel Nuovo Testamento ripetuta ben sei volte (Matteo 3:11; Marco 1:8; Luca 3:16; Giovanni 1:33; Atti 1:5; 11:16).

Poi Gesù andò da Giovanni per essere battezzato da lui. È improbabile che pensasse di avere bisogno di ravvedersi ed essere perdonato; infatti le frasi dei versetti 5 e 9 sono uguali, tranne l'esclusione di "confessando i loro peccati". Piuttosto, Gesù si identificò già dall'inizio con i peccatori, e forse Gesù vedeva il suo battesimo come un momento all'inizio del suo ministero pubblico in cui si dedicò alla sua missione. Quando si battezzò, lo Spirito Santo scese su di lui, e una voce (quella del Padre) affermò che Gesù era il suo diletto Figlio, in cui era compiaciuto. Non è che Gesù diventasse il Messia a questo punto, invece il Padre confermò quello che era già vero: che Gesù era il Figlio di Dio, il suo viceré, del Salmo 2 (il versetto 7 è citato) e il servo di Dio di Isaia 42 (il versetto 1 è citato). Già abbiamo un forte contrasto: se Gesù è il re nominato da Dio, come può essere che deve anche soffrire? Come può essere forte e debole allo stesso tempo? Questa è una delle domande principali del Vangelo di Marco, soprattutto nella seconda parte, in cui spiega cosa significa essere il Cristo. Così ritorneremo diverse volte a questo re-servitore.

Subito dopo il battesimo di Gesù, lo Spirito Santo lo sospinse del deserto, dove viene introdotto un altro tema del Vangelo: ci sarà una battaglia costante fra Satana e i suoi servi, e Gesù. Gesù venne per combattere contro il male. Ma Marco non approfondisce questo periodo di tentazione (come in Matteo 4:1-11 e Luca 4:1-13), ma menziona solo che Gesù fu tentato da Satana e servito dagli angeli.

A questo punto nella storia, Giovanni il battista fu messo in prigione. Leggeremo di più di lui più avanti (2:18-22; 6:14-29; 9:11-13; 11:30-33), ma nel frattempo inizia il ministero pubblico di Gesù. Andò nella Galilea per predicare le buone notizie. Il riassunto del suo messaggio è semplice. Era arrivato il compimento dei propositi di Dio, cioè il regno di Dio era vicino. Quindi ci si doveva ravvedere e credere in queste buone notizie. Il regno di Dio è capito meglio non in senso passivo come il luogo dove Dio regna (come "il regno di Inghilterra"), ma in senso attivo come l'azione di regnare da parte di Dio (come "il regno della regina Elisabetta è stato lungo"). Questo regno di Dio era vicino, sia in senso geografico che in senso temporale, perché Gesù portava questo regno. Vedremo più avanti di che tipo di regno Gesù parlava. La risposta necessaria era il ravvedimento (come aveva predicato Giovanni, perché per passare al regno di Dio bisogna essere perdonati per essere stati fuori, seguendo le proprie vie invece di quelle di Dio, e cercare di ubbidire al nuovo re) e la fede. Anche della fede Gesù parlerò molto nel resto del Vangelo.

Questa sezione conclude con la chiamata dei primi discepoli. Già vediamo l'effetto di Gesù sulla vita delle persone: Gesù comanda, e gli altri ubbidiscono subito, lasciando tutto per seguirlo. Vediamo anche che il compito dei seguaci di Gesù è simile al suo: come Gesù cercava di portare persone nel regno di Dio, così anche i discepoli dovevano essere "pescatori di uomini", per 'prenderli' nel regno.

Così, in questa 'genesi' del Vangelo, Marco introduce molto di quello di cui parlerà nel resto del libro. Ma soprattutto ci dà le prime indicazioni su chi è Gesù: è il Messia, l'adempimento delle promesse di Dio, che dà lo Spirito Santo, che ricevette in modo particolare, è il diletto Figlio di Dio che doveva soffrire, combatteva contro il maligno e portava il regno di Dio. Come conseguenza, noi dobbiamo ravvederci e credere alle buone notizie che portò.