L’UOMO, UN’ENTITÀ COMPLESSA 1Tessalonicesi 5:23 Scritto da ASTRI. 8/6/2023 Numero di voti per questo studio: 0
L’UOMO, UN’ENTITÀ COMPLESSA
(Rif.: I Tess. 5:23)
PREMESSA
“Poi Dio disse: Facciamo l'uomo a nostra immagine e a nostra somiglianza, ed abbia dominio sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e sul bestiame e su tutta la terra e su tutti i rettili che strisciano sulla terra (Genesi 1:26).
…………………………….
Questa “Parola” rende nota la parte essenziale del progetto che Dio realizzò: la creazione dell’uomo a Sua immagine e somiglianza.
Per conoscere meglio l’uomo dobbiamo, quindi, conoscere meglio Dio
Dio è Trino
Come possiamo notare leggendo il versetto su esposto, il plurale del verbo “fare” che vi troviamo, non è un “plurale maiestatico” usato per ottenere particolari effetti ma un giusto riferimento a chi parla, cioè Elohim.
ELOHIM, infatti, è un nome plurale” di origine semitica.
(Questa parola viene usata 34 volte nel libro della Genesi prima di trovare la parola JHWH introdotta in Gen. 2:4 unitamente alla parola ELOHIM -, nelle lingue cananea e caldea Dio si dice EL).
Il plurale Elohim, sottintende un numero di persone superiore ad uno, quindi, tradotto, potremmo dire “gli Dii (plurale) disse (singolare): Facciamo l’uomo ….”
In questo “plurale” possiamo vedere la “Trinità di Dio” Padre, Figlio e Spirito Santo, impegnati nella creazione dell’uomo così come successe in occasione della creazione del mondo.
Infatti, in Gen. 1:1 è scritto Elohim bÄrÄ cioè gli Dii creò e non gli Dii crearono, in pratica, “questa pluralità (Elohim)” creò”.
Chi non ammette la pluralità di persone (Padre, Figlio e Spirito Santo) nell'Unico Vero Dio (Unica natura Divina), si vede in difficoltà a spiegare come mai, se è stato l'Iddio Unico e non Trino a creare tutte le cose visibili ed invisibili, parlando del Verbo di Dio, Cristo Gesù, si dica nella Scrittura che: “Ogni cosa è stata fatta per mezzo di lei (il Verbo, il Cristo Figlio di Dio); e senza di lei neppure una delle cose fatte è stata fatta” (Giovanni 1:3).
(Per inciso, meditiamo sul fatto che anche se la “parola” Trinità non viene trovata nella Bibbia, il suo concetto invece è insito)
Chi vuole approfondire sull'argomento può leggere: La Trinità
https://www.facebook.com/note.php?note_id=10150095768595205
ed ancora: La Trinità – Riferimenti biblici
https://www.facebook.com/note.php?note_id=10150095795995205
L’uomo è trino
Nella prima lettera ai Tessalonicesi, San Paolo dice:
“Or l'Iddio della pace vi santifichi Egli stesso completamente; e l'intero essere vostro, lo spirito, l'anima ed il corpo, sia conservato irreprensibile, per la venuta del Signor nostro Gesù Cristo” (I Tessalonicesi 5:23).
Queste parole mettono in chiaro che l’uomo, creato ad immagine e somiglianza di Dio, è una persona composta da tre entità:
1. spirito;
2. anima;
3. corpo.
Parlano della Trinità ho detto “una pluralità di Persone” (TRE) mentre per l’uomo mi sono espresso dicendo che è formato da tre “entità”.
La ragione di questa differenza sta nel fatto che mentre in Dio troviamo riunite tre Persone (Padre, Figlio e Spirito Santo) che possono agire autonomamente, indipendentemente l’una dall'altra (ma pur sempre concordemente), nell'uomo le tre entità sono soggette a “vincoli” (un corpo separato dall'anima non potrebbe fare nulla, l’anima può seguire i desideri della carne o mortificare quest'ultima mediante lo Spirito, ecc.).
Se ci domandiamo se si possono scindere le tre cose (spirito, anima e corpo) la mia risposta è NO, poiché, esse, ciascuna per la propria essenza, caratterizzano quell'essere unico ed irripetibile che è l’uomo.
C’è, però, ancora da considerare ciò che riguarda la loro indipendenza e la loro mutabilità.
Consideriamone i particolari.
(Per praticità iniziamo a considerare prima l’anima)
L'ANIMA.
L’anima è un’entità spirituale immutabile ed immortale
L'anima non si vede, non si tocca, non cade sotto i nostri cinque sensi, essa corrisponde al nostro io”, al nostro “essere, cioè al nostro “io sono”.
L’anima è la nostra individualità, unica ed irripetibile, che Iddio ha creato in modo meraviglioso.
Possiamo dire che l’anima non ha avuto ne avrà mai il suo duplicato.
Tale concetto di unicità è esteso a tutta la creazione, infatti possiamo osservare che di tutte le cose create da Dio non c'è la sua replica.
Stelle, pianeti, uomini, animali, vegetali, minerali (anche il più piccolo granellino di polvere), possono essere simili ad altri ma mai la stessa cosa.
Così, dall'inizio della creazione alla fine dei tempi, non c'è stato né ci sarà mai un altro TE o ME.
Per questo l'anima di ciascun uomo è così preziosa e cara al Signore Gesù.
Egli, infatti, per riscattarla dalla morte eterna, a causa del peccato (morte nel senso spirituale), ha dato la Sua vita sulla croce.
L’anima ha bisogno dello spirito
L’anima, senza spirito è morta, infatti è scritto:
E l'Eterno Iddio formò l'uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale, e l'uomo divenne un'anima … vivente. (Genesi 2:7).
Il soffio di Dio (il Suo Santo Spirito) anima l'uomo, lo rende vivente, capace di assolvere alle funzioni per cui è stato creato, e lo guida sulla rotta del bene.
Infatti l’anima è fortemente influenzata dallo spirito.
(Purtroppo, Adamo preferì sostituire questa “Guida”, come vedremo in appresso considerando lo “spirito”).
L’anima ha bisogno di abitare in un corpo
L’anima senza un corpo non potrebbe costituire una “persona” ben definita.
L’anima, influenzata dallo spirito, pensa, desidera, decide ma, senza l’aiuto dello Spirito di Dio spesso si lascia trasportare dai desideri “insani” della sua carne.
Nell'insieme, il corpo è il servo obbediente dell’anima e i desideri di quest’ultima sono “innescati” dallo spirito.
Da ciò si deduce l’importanza della scelta dello “spirito” che l’uomo vuol fare albergare in sé.
L’anima, immutabile, è unita al suo corpo mutabile
Infatti, durante questa vita, all'anima è stata assegnata una dimora fisica, il corpo corruttibile che abbandonerà per rivestirsi di un nuovo corpo incorruttibile e glorioso nel giorno della resurrezione.
San Paolo dice in proposito:
“Or questo dico, fratelli, che carne e sangue non possono eredare il regno di Dio né la corruzione può eredare la incorruttibilità.
Ecco, io vi dico un mistero: non tutti morremo, ma tutti saremo mutati,
in un momento, in un batter d'occhio, al suon dell'ultima tromba. Perché la tromba suonerà, e i morti risusciteranno incorruttibili, e noi saremo mutati.
Poiché bisogna che questo corruttibile rivesta incorruttibilità, e che questo mortale rivesta immortalità” (I Corinzi 15:50-53).
L’anima è immortale.
Alla fine della vita terrena, l’anima dell’uomo non cesserà di esistere ma la sua sorte dipende dalle scelte che avrà fatto in questa vita ed in particolare, dal fatto di aver creduto o no in Cristo Gesù.
Il Giudizio di Dio per gli increduli e gli operatori di iniquità è certo.
“quelli che hanno operato bene, in risurrezione di vita; e quelli che hanno operato male, in risurrezione di giudicio” Giovanni 5:29
La vita eterna per chi crede in Cristo
“Gesù le disse: Io son la resurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muoia, vivrà” (Giovanni 11:25).
Ed ancora:
“In verità, in verità io vi dico: Chi crede ha vita eterna” (Giovanni 6:47).
Gesù disse:
In verità, in verità io vi dico: L'ora viene, anzi è già venuta, che i morti udranno la voce del Figliuol di Dio; e quelli che l'avranno udita, vivranno. (Giovanni 5:25)
Questo ci fa comprendere che ancor prima della resurrezione della carne è necessario che ci sia nell'uomo la resurrezione della propria anima morta per il peccato e che questa resurrezione avvenga in questa vita, ora.
L'espressione di Gesù: … Lascia i morti seppellire i loro morti; ma tu va' ad annunziare il regno di Dio” (Luca 9:60) e quella di San Paolo: Se dunque voi siete stati risuscitati con Cristo, cercate le cose di sopra dove Cristo è seduto alla destra di Dio” (Col. 3:1), ci parla di una morte e di una resurrezione durante questa nostra vita terrena.
L'Apostolo Giovanni ci attesta una resurrezione in Vita Eterna dicendo:
Io v'ho scritto queste cose affinché sappiate che avete la vita eterna, voi che credete nel nome del Figliuol di Dio. (I Giovanni 5:13)
È durante questa vita terrena che l'anima deve tornare a rivivere di Vita Eterna.
La morte eterna
Nel Giudizio finale l’anima degli empi, ribelli e nemici di Dio, avranno la sorte peggiore.
È scritto:
“ma quanto ai codardi, agl'increduli, agli abominevoli, agli omicidi,ai fornicatori, agli stregoni, agli idolatri e a tutti i bugiardi, la loro parte sarà nello stagno ardente di fuoco e di zolfo, che è la morte seconda”(Apocalisse 21:8).
Con l’espressione la morte seconda non si stabilisce una “fine” dell’anima ma una sua “separazione eterna da Dio”, una sofferenza senza fine, definita una “geenna dove il verme loro non muore ed il fuoco non si spegne” (Marco 9:47, 48).
LO SPIRITO
Se ci domandiamo cosa sia lo spirito dell’uomo e non meditiamo bene alla luce della Scrittura, possiamo essere indotti a credere che esso sia ciò che alcune volte chiamiamo “carattere”.
Dicendo che una persona è animata da uno spirito caritatevole (o da uno spirito collerico, mansueto, ecc.) intendiamo comunemente definirne il “carattere” che la guida.
Ad esempio:
• uno spirito di superbia o di orgoglio spingerà l'uomo ad innalzarsi sugli altri per soggiogarli;
• uno spirito di avidità tenderà a far operare senza scrupoli l'uomo verso la conquista di cose materiali;
• uno spirito d'ira spingerà l'uomo alla ribellione, alla lite, all'omicidio; mentre …
• uno spirito di mansuetudine renderà l'uomo forte, in grado di non reagire alla malvagità ed a sopportare ogni cosa.
Nella realtà si tratta di entità spirituali, cioè “spiriti” che sono entrati nel “cuore dell’uomo” e l’influenzano.
La Parola di Dio parla di:
ï spirito benigno e pacifico (IPie. 3:4);
ï spirito immondo (Apo. 18:2);
ï spirito di mansuetudine (Gal.6:1);
ï spirito di timidità (II Tim.1:7);
ï spirito d’amore (II Tim. 1:7);
ï spirito di forza (II Tim. 1:7);
ï spirito di correzione (II Tim.1:7);
ï spirito di sapienza (Ef. 1:17);
ï ed inoltre di altri spiriti: di verità, di errore (I Giv. 4:6) spiriti menzogneri (Cfr. I Giov. 4:1) spiriti seduttori (I Tim. 4:1).
Paragonando lo spirito al Timoniere di una nave, possiamo dire che all'inizio Adamo (il primo uomo) era animato (guidato) da un unico, buono Spirito (quello che Dio gli aveva “soffiato”) che lo conduceva sull'unica rotta a lui utile, quella del bene.
Adamo non “conosceva” il bene ed il male poiché non aveva ancora trasgredito al comandamento di Dio “mangiando” il frutto dell'albero proibito (in pratica, non si era ancora arrogato il diritto di stabilire da sé cosa fosse il bene ed il male).
Quando diciamo che Adamo non “conosceva” il bene ed il male intendiamo dire che egli non “giudicava” cosa fosse bene e cosa fosse male, ma si atteneva spontaneamente alla volontà di Dio, come il piccolo fanciullo che segue gli insegnamenti del genitore.
L’atto di mangiare il frutto proibito è allegorico (un albero che produce frutti e non si riproduce è impossibile che possa esistere, quindi, il “fatto” non può che essere considerato “allegorico”).
Dobbiamo, quindi, intendere chela disobbedienza di Adamo a Dio, consistette nel voler stabilire e decidere da sé ciò che è bene e ciò che è male.
Questa decisione portò Adamo lontano da Dio.
Il danno era fatto, egli perse quella comunione con il Vero Bene (Dio) che per mezzo del Suo Spirito Santo gli dava le indicazioni sul cammino da percorrere.
Facciamo due considerazioni:
1. prima della disobbedienza, il corpo di Adamo era come una nave guidata da un eccezionale Timoniere (lo Spirito di Dio);
2. dopo la disobbedienza Adamo sostituì al Timoniere il proprio spirito (il suo “io”), con i risultati fallimentari che conosciamo.
Ora, lo spirito non ama la solitudine, è gregario (Cfr. Matteo 123:43-45) e tende ad associarsi ad altri spiriti per cui quello di Adamo, avendo perso la comunione con lo Spirito di Dio che gli faceva anche da guida e da difesa, si lasciò sedurre dagli altri spiriti del male che entrarono in Adamo a cagione della sua disobbedienza.
Questa è la causa della fragilità spirituale dell'uomo: la perdita della sua Unica Valida Difesa, lo Spirito Santo di Dio.
Come un uomo che perde le difese naturali del proprio organismo è preda del male fisico, così l’uomo che perde la sua Unica difesa spirituale (Dio) lo è del male spirituale.
Questo male, che colpì Adamo, si insediò, per così dire, nel suo DNA e si trasmise geneticamente a tutti gli uomini con un'unica eccezione, Cristo Gesù, poiché Egli non nacque da seme d'uomo.
Per questo motivo gli uomini nati dopo Adamo, privi della difesa dello Spirito di Dio, hanno compiuto e compiono cattive scelte e percorrono sentieri o rotte (per tornare all'esempio della nave) errate, rischiando il “naufragio spirituale”, cioè la morte eterna.
È necessario, quindi, riavere il Timoniere giusto, lo Spirito di Dio, e ciò è possibile solo per mezzo di Cristo Gesù nostro Signore.
Come ci consiglia la Scrittura (ved. Vangelo di Giovanni, cap. 3), bisogna nascere di nuovo, per riacquistare, così, il Suo Santo Spirito che ci condurrà sulla rotta giusta.
Allora, come dice il profeta Isaia:
- … quando andrete a destra o quando andrete a sinistra, le tue orecchie udranno dietro a te una voce che dirà: Questa è la via; camminate per essa! (Isaia 30:21)
Lo spirito dell'uomo, senza la guida ed il consiglio dello Spirito di Dio, in genere tende a soddisfare tutti i desideri della carne e spinge l'uomo ad operare senza alcun freno morale.
Solo se dentro l'uomo si trovalo Spirito Santo ed a questo l’uomo si sottomette, sarà in grado di scegliere sempre il bene voluto da Dio.
Lo Spirito di Dio è concesso a coloro che Gli obbediscono, questo è ciò che dice la Scrittura:
E noi siam testimoni di queste cose; e anche lo Spirito Santo, che Dio ha dato a coloro che gli ubbidiscono” (Atti 5:32).
Gli spiriti malvagi
Gli spiriti malvagi sono entità demoniache, dotate di libero arbitrio e di poteri soprannaturali (limitati), che operano secondo i loro cattivi propositi.
Questi spiriti malvagi sono i cattivi consiglieri che, penetrati nell'uomo avvicinano il suo spirito e lo tentano convincendolo a desiderare e fare il male.
Essi convincono l'uomo al timone della propria nave a percorrere una rotta sbagliata.
Sono questi spiriti, che opprimevano (ed ancora oggi opprimono) l'uomo rendendolo schiavo ed infermo, quelli che Gesù scacciò da molti indemoniati.
Poi, venuta la sera, gli presentarono molti indemoniati; ed Egli, con la parola, scacciò gli spiriti e guarì tutti i malati, (Matteo 8:16)
Gli spiriti buoni
Appartengono a Dio, sono entità spirituali dotati di libero arbitrio, con poteri soprannaturali, nei limiti concessi loro da Dio, per ministrare il bene, sono detti anche angeli, (ed arcangeli) di Dio.
Parlando di questi spiriti buoni, San Paolo dice:
Non sono eglino tutti spiriti ministratori, mandati a servire apro di quelli che hanno da eredare la salvezza? (Ebrei 1:14).
In genere, lo spirito suscita in una persona desideri che spingono il corpo ad operare per soddisfare quest’ultimo, se lo spirito che si trova dentro l'uomo è buono lo spingerà ad operare verso il bene, se è malvagio lo spronerà verso il male.
Sta all'uomo la scelta dello spirito al quale dare ascolto.
Se vuole farsi condurre da uno spirito buono, dovrà scegliere di avere in se, prima, quello di Dio.
Il ritorno in noi dello Spirito Santo
(Il ritorno del giusto Timoniere della nostra vita)
Il ritorno in noi dello Spirito Santo ci è stato promesso da Gesù che ci ha detto:
Se voi mi amate, osserverete i miei comandamenti. E io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un altro Consolatore, perché stia con voi in perpetuo, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché dimora con voi, e sarà in voi (Giovanni 14:15-17).
Il distacco dello spirito dell'uomo dal suo corpo
Lo spirito con la morte del corpo ritorna a Dio dal quale ha avuto origine.
Anche quello che dava vita al corpo di Gesù, alla sua morte, tornò al Padre.
È scritto infatti:
E Gesù, avendo di nuovo gridato con gran voce, rendé lo spirito. (Matteo 27:50);
e a chi lo rese, se non al Padre, come spiega bene la Scrittura dicendo:
E Gesù, gridando con gran voce, disse: Padre, nelle tue mani rimetto lo spirito mio. E detto questo spirò. (Luca 23:46);
I discepoli del Signore sapevano ciò benissimo, infatti ricordiamo le parole di Stefano:
E lapidavano Stefano che invocava Gesù e diceva: Signor Gesù, ricevi il mio spirito” (Atti 7:59).
Egli metteva il suo spirito nelle mani di Gesù ben sapendo che Gesù è Dio!
IL CORPO
Il corpo, delle tre parti che lo compongono, è quella meglio conosciuta all'uomo ed anche la più studiata, curata e considerata.
Il corpo dell’uomo è soggetto al decadimento fisico ed ai limiti previsti da Dio nella Sua sapienza.
Di questo corpo si rivestì il Verbo di Dio incarnandosi nel seno di una vergine divenendo uomo di “… carne simile a carne di peccato” (Rom.8:3).
Con questo corpo nacque “… dal seme di Davide secondo la carne, dichiarato Figliuolo di Dio con potenza secondo lo spirito di santità mediante la sua risurrezione dai morti; cioè Gesù Cristo nostro Signore” (Romani 1:4).
Di questo corpo Maria divenne madre, e non della sua Anima e del suo Spirito, poiché come “Verbo” (Logos, Figlio di Dio) e come Dio, Egli era preesistente ad essa.
Se riflettiamo bene, i genitori di ogni essere vivente contribuiscono “naturalmente” alla nascita dei propri figli per quanto concerne la “parte materiale”.
Sappiamo che l’ovulo femminile, fecondato dal seme maschile, innesca un “processo” incredibilmente complesso e stupendo che, secondo il “progetto di Dio” scritto nel DNA, dell’uomo, porta alla formazione del “corpo” del nascituro, quindi, solo di questa parte della creatura sono “padre e madre” i genitori.
Poi, la vita viene “soffiata” dallo Spirito di Dio nel corpo dell’uomo che diventa così anima vivente.
Forse, Gesù voleva che “su questo” l’uomo meditasse quando disse:
“E non chiamate alcuno sulla terra vostro padre, perché uno solo è il Padre vostro, quello che è nei cieli” (Matteo 23:9);
ed ancora:
“Ma egli, rispondendo, disse a colui che gli parlava: Chi è mia madre, e chi sono i miei fratelli?
E, stendendo la mano sui suoi discepoli, disse: Ecco mia madre e i miei fratelli!
Poiché chiunque avrà fatta la volontà del Padre mio che è ne' cieli, esso mi è fratello e sorella e madre” (Matteo 12:48-50).
(Ritorniamo al tema).
Ad eccezione di Cristo, tutti gli uomini, prima di accettare il consiglio (la guida) di Dio, dedicano al proprio corpo tutte le attenzioni possibili cercando di soddisfarne, in tutti i modi, i bisogni e i desideri.
I santi, sanno che il loro corpo è il Tempio di Dio (ved. I Corinzi 3:16,17) e lo trattano duramente, come ci dice San Paolo:
“anzi, tratto duramente il mio corpo e lo riduco in schiavitù, che talora, dopo aver predicato agli altri, io stesso non sia riprovato” (I Corinzi 9:27).
Con queste parole, San Paolo non vuol dire che si batte materialmente col cilicio o procura al proprio corpo sadiche sofferenze ma che non consente ai desideri carnali di sopraffare il consiglio dello Spirito di Dio.
Egli, infatti, sa e dice:
“perché se vivete secondo la carne, voi morrete; ma se mediante lo Spirito mortificate gli atti del corpo, voi vivrete; poiché tutti quelli che son condotti dallo Spirito di Dio, son figliuoli di Dio” (Romani 8:13).
Il corpo dell’uomo muterà, come abbiamo visto, parlando dell’anima, nel paragrafo: L’anima immutabile è unita al suo corpo mutabile
Nella risurrezione finale, quando l’uomo prenderà un nuovo corpo, questo sarà spirituale e tutto ciò che sappiamo è scritto nella Bibbia.
Consideriamo:
Tutte le resurrezioni che troviamo nella Scrittura sono temporanee (ad esempio, Lazzaro risuscitò per poi morire nuovamente) ma quella di Cristo è la primizia della “Vera Risurrezione” poiché essa è eterna.
Il corpo glorificato
L’anima dell’uomo, originariamente alitata da Dio, vive ora un'umile esistenza in un corpo caduco (Filippesi 3:21); ma nella risurrezione sarà rivestita da un corpo glorioso, adatto per vedere Iddio faccia a faccia.
I nostri vecchi corpi «animati» sono soggetti al decadimento ed alla debolezza perché atti ad un'esistenza terrena provvisoria in un mondo vano; ma il corpo della risurrezione sarà adatto ad una perfetta vita gloriosa ed immortale in cielo.
Gesù risuscitò con un corpo glorificato, un corpo le cui caratteristiche che a noi, piccoli e fragili esseri umani, appaiono incomprensibili.
Con esso:
• Gesù entrò a porte chiuse nel luogo ove erano i Suoi discepoli (Ved. Giov 20:26) e poi apparve visibile ai Suoi discepoli; disse di avere carne e ossa (Luca 24:39);
• Gesù apparve ai due discepoli diretti a Emmaus i quali non lo riconobbero perché, come è scritto, i loro occhi erano impediti. Dobbiamo, però, comprendere in cosa consisteva questoimpedimento e per farlo abbiamo bisogno di confrontare il passo di Luca 24 con quello di Marco 16:12 nel quale si dice: Or dopo questo,apparve in altra forma a due di loro ch'eran in cammino per andare ai campi. Consideriamo anche che: molto probabilmente uno dei due discepoli era anche lo zio di Gesù (cfr. Luca 24:18 con Giovanni 19:25); Maria Maddalena,discepola fedele e piena di riconoscenza ed amore per Gesù, nell'incontrarlo dopo la resurrezione, non si sarebbe certo lasciata ingannare dagli abiti diversi (pensava che fosse l’ortolano) e lo avrebbe certamente riconosciuto immediatamente se non le fosse apparso sotto un altro aspetto;Tutto questo ci dice che Gesù con quel corpo poteva assumere qualsiasi, differente aspetto (forma).
• Risorto in incorruttibilità ed in potenza, il corpo di risurrezione sarà esente da malattie, dolori, debolezze e morte (Apocalisse 21:4).
• I corpi glorificati saranno reali e tangibili e ci riconosceremo (ved. Luca 16).
Detto questo del corpo glorificato, vi sono molte cose che non sappiamo e che non possiamo ancora sapere intorno alla vita futura, “non è ancora reso manifesto quel che saremo.
Però sappiamo questo:
Ora siamo figliuoli di Dio e “quand'egli sarà manifestato saremo simili a lui, perché lo vedremo com'egli è” (I Giovanni 3:1,2).
Dio ci benedica.
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