LA VERA RICCHEZZA Giobbe 42:7-17 Scritto da Aceto Giacomo. 25/6/2021 Numero di voti per questo studio: 0
L'argomento che dobbiamo trattare in questa meditazione riguarda la vera ricchezza. Giobbe per quel tempo era considerato il più grande degli uomini orientali (1:3), possedeva tantissimi animali e tanta servitù ma come la storia ci racconta, Dio permette a Satana di colpirlo molto duramente tanto da perdere tutti i beni, i figli e ancor di più il rispetto che aveva per la posizione che rivestiva. In men che non si dica si ritrovò povero e anche malato. Alla fine della storia Dio gli restituisce tutto ciò che gli era stato tolto raddoppiando ogni cosa. Apocalisse 2:9 "Io conosco la tua tribolazione, la tua povertà (tuttavia sei ricco) e le calunnie lanciate da quelli che dicono di essere Giudei e non lo sono, ma sono una sinagoga di Satana". Si può essere poveri ma ricchi allo stesso tempo. La vera ricchezza di Giobbe non era quella materiale ma ben altro.
LA BENEDIZIONE DÌ DIO È QUELLA CHE ARRICCHISCE.
La prima cosa che dobbiamo fare risaltare è che Dio è sovrano e ciò che ci rende ricchi è la sua benedizione. Nel caso di Giobbe vediamo come nel primo capitolo Dio si compiace di lui Giobbe 1:8 "Il SIGNORE disse a Satana: «Hai notato il mio servo Giobbe? Non ce n'è un altro sulla terra che come lui sia integro, retto, tema Dio e fugga il male»". Essere integri, retti, temere Dio e fuggire il male ci pone in una posizione di benedizione ed è quella che ci rende veramente ricchi, ricchi spiritualmente e perché no a volte anche materialmente come nel caso di Giobbe. Quando Dio diede il permesso a Satana di toccarlo, in pratica ha ritirato la sua benedizione, anche se solo per poco tempo e con uno scopo ben preciso, i risultati si sono visti subito e sono stati catastrofici. Nel libro di Aggeo troviamo molto rimarcato questo concetto Aggeo 2:18-19 "Riflettete bene su ciò che è avvenuto fino a questo giorno, fino al ventiquattro del nono mese, giorno in cui sono state messe le fondamenta del tempio del SIGNORE; riflettete bene! C'è forse ancora del grano nel granaio? La stessa vigna, il fico, il melograno, l'ulivo, nulla producono! Ma da questo giorno, io vi benedirò"», quando il nostro Dio estende la sua benedizione sulla nostra vita, gli effetti sono ben visibili e i risultati strabilianti. Detto ciò ora analizziamo due aspetti fondamentali che risaltano dalla storia di Giobbe che ci pongono nella posizione ideale per ottenete misericordia e arricchimento.
UMILIAZIONE E PENTIMENTO.
Per piacere a Dio la prima cosa che dobbiamo comprendere e realizzare è il vero pentimento e la vera umiliazione. Giobbe 42:5-6 "Il mio orecchio aveva sentito parlare di te ma ora l'occhio mio ti ha visto. Perciò mi ravvedo, mi pento sulla polvere e sulla cenere»". Quanto è importante comprendere i propri errori e pentirsi umiliandosi alla presenza di Dio. Dio aveva permesso la grande prova di Giobbe per mettere in risalto qualcosa che se non estirpata alla radice alla fine avrebbe potuto portare morte e separazione. Giobbe si riteneva giusto e non capiva che solo Dio è veramente giusto, Giobbe riteneva che Dio era ingiusto nei suoi riguardi e non capiva che quello che lui reputava ingiustizia era soltanto un atto di amore verso di lui, aveva parlato per difendere la sua posizione ma nel suo parlare aveva messo in risalto ancora di più il suo errore, quando lo comprende ecco cosa dice: Giobbe 42:3 "Chi è colui che senza intelligenza offusca il tuo disegno? Sì, ne ho parlato; ma non lo capivo; sono cose per me troppo meravigliose e io non le conosco". Alla fine, quando comprende il suo errore, fa l'unica cosa che potrà ristabilirlo agli occhi di Dio, si pente e si umilia. Il pentimento e l'umiliazione aprono le porte per una nuova benedizione.
UBBIDIENZA.
1Samuele 15:22 "Samuele disse: «Il SIGNORE gradisce forse gli olocausti e i sacrifici quanto l'ubbidire alla sua voce? No, l'ubbidire è meglio del sacrificio, dare ascolto vale più che il grasso dei montoni". La seconda cosa imprescindibile per realizzare la benedizione del Signore è l'ubbidienza. Giobbe ha compreso il suo errore, si pente e si umilia, ora Dio mette alla prova la sua ubbidienza. Giobbe 42:10 "Quando Giobbe ebbe pregato per i suoi amici, il SIGNORE lo ristabilì nella condizione di prima e gli rese il doppio di tutto quello che già gli era appartenuto".
Poteva bastare il pentimento e la sua umiliazione per ristabilirlo nella posizione di prima? No, Dio mette alla prova la sua ubbidienza chiamandolo a pregare per coloro che l'avevano umiliato, giudicato, che l'avevano reputato castigato da Dio per i suoi peccati. Doveva pregare per i suoi nemici, solo allora Dio lo avrebbe ristabilito nella posizione di benedizione. Proverbi 10:22 "Quel che fa ricchi è la benedizione del Signore e il tormento che uno si dà non le aggiunge nulla". Ritornando nel libro di Aggeo, Dio fa dire al popolo di Israele tramite il profeta che la sua benedizione si sarebbe riversata su di loro dal momento che avrebbero ubbidito al comando di ricostruire il tempio, cosa che fino a quel tempo non era stato fatto ma avevano solo pensato a ricostruire e a fare belle le loro case Aggeo 1:4 «Vi sembra questo il momento di abitare nelle vostre case ben rivestite di legno, mentre questo tempio è in rovina?» Aggeo 1:9 «Voi vi aspettavate molto ed ecco c'è poco; ciò che avete portato in casa, io l'ho soffiato via. Perché?» dice il SIGNORE degli eserciti. «A motivo della mia casa che è in rovina, mentre ognuno di voi si dà premura solo per la propria casa. Aggeo 2:18-19 "Riflettete bene su ciò che è avvenuto fino a questo giorno, fino al ventiquattro del nono mese, giorno in cui sono state messe le fondamenta del tempio del SIGNORE; riflettete bene! C'è forse ancora del grano nel granaio? La stessa vigna, il fico, il melograno, l'ulivo, nulla producono! Ma da questo giorno, io vi benedirò"». La benedizione di Dio è legata alla nostra ubbidienza.
CONCLUSIONE
Salmi 23:4 "Quand'anche camminassi nella valle dell'ombra della morte, io non temerei alcun male, perché tu sei con me; il tuo bastone e la tua verga mi danno sicurezza". Il salmista Davide in questo meraviglioso salmo mette l'accento sul bastone e la verga di Dio che ci danno sicurezza, è vero le vicissitudini della vita, le varie tempeste che dobbiamo attraversare non ci piacciono e ci sconvolgono ma è proprio quando attraversiamo questi momenti che il nostro Dio ci sta formando per un benedizione più grande ma stiamo attenti a ciò che Dio vuole trovare in noi, umiliazione, pentimento e ubbidienza sono il trampolino di lancio per ottenere le grandi promesse di Dio. Luca 18:28-30 "Pietro disse: «Ecco, noi abbiamo lasciato le nostre cose e ti abbiamo seguito». Ed egli disse loro: «Vi dico in verità che non c'è nessuno che abbia lasciato casa, o moglie, o fratelli, o genitori, o figli per amor del regno di Dio, il quale non ne riceva molte volte tanto in questo tempo, e nell'età futura la vita eterna»".
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