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La parabola dell’amministratore infedele

(Matteo 11:12-13; 6:24; 5:18, 32)

Gesù diceva ancora ai suoi discepoli: “Un uomo ricco aveva un economo, il quale fu accusato davanti a lui di dissipare i suoi beni. Egli lo chiamò e gli disse: ‘Che cos’è questo che sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché tu non puoi più essere mio amministratore’. Allora l’economo disse fra sé: ‘Che farò io, ora che il padrone mi toglie l’amministrazione? A zappare non sono capace; a mendicare mi vergogno. So bene quello che farò, affinché, quando dovrò lasciare l’amministrazione, ci sia chi mi riceva in casa sua’. Chiamati quindi a sé uno per uno i debitori del suo padrone, disse al primo: ‘Quanto devi al mio padrone?’. Quello rispose: ‘Cento bati d’olio’. Egli disse: ‘Prendi la tua scritta, siedi e scrivi presto: cinquanta’. Poi disse a un altro: ‘E tu, quanto devi?’. Quello rispose: ‘Cento cori di grano’. Egli disse: ‘Prendi la tua scritta e scrivi: ottanta’. E il padrone lodò l’amministratore infedele perché aveva operato con avvedutezza; poiché i figli di questo secolo, nelle relazioni con quelli della loro generazione, sono più accorti dei figli della luce.

E io vi dico: fatevi degli amici con le ricchezze ingiuste, affinché, quando esse verranno meno, quelli vi ricevano nei tabernacoli eterni. 10 Chi è fedele nelle cose minime, è fedele anche nelle grandi e chi è ingiusto nelle cose minime, è ingiusto anche nelle grandi. 11 Se dunque non siete stati fedeli nelle ricchezze ingiuste, chi vi affiderà le vere? 12 E, se non siete stati fedeli nell’altrui, chi vi darà il vostro? 13 Nessun domestico può servire due padroni: perché o odierà l’uno e amerà l’altro, o avrà riguardo per l’uno e disprezzo per l’altro. Voi non potete servire Dio e Mammona”.

 

La legge e il regno di Dio

14 I farisei, che amavano il denaro, udivano tutte queste cose e si beffavano di lui. 15 Ed egli disse loro: “Voi siete quelli che vi proclamate giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce il vostro cuore, poiché quello che è eccelso fra gli uomini è abominazione davanti a Dio”.

16 La legge e i profeti sono durati fino a Giovanni; da quel tempo è annunciata la buona notizia del regno di Dio e ognuno vi entra a forza. 17 È più facile che passino il cielo e la terra, che cada un solo apice della legge”.

 

Il ripudio

18 “Chiunque manda via la moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio e chiunque sposa una donna mandata via dal marito, commette adulterio”.

 

Il ricco e Lazzaro

19 “C’era un uomo ricco, il quale vestiva porpora e bisso e ogni giorno festeggiava sontuosamente, 20 e c’era un mendicante chiamato Lazzaro, che giaceva alla sua porta, pieno di ulcere, 21 bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; e perfino i cani venivano a leccargli le ulcere. 22 Avvenne che il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abraamo; morì anche il ricco e fu sepolto. 23 E nell’Ades, essendo nei tormenti, alzò gli occhi e vide da lontano Abraamo e Lazzaro nel suo seno 24 ed esclamò: ‘Padre Abraamo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere la punta del dito nell’acqua per rinfrescarmi la lingua, perché sono tormentato in questa fiamma’. 25 Ma Abraamo disse: ‘Figlio, ricordati che tu ricevesti i tuoi beni in vita tua e che Lazzaro similmente ricevette i mali, ma ora qui egli è consolato e tu sei tormentato. 26 E oltre a tutto questo, fra noi e voi è posta una gran voragine, perché quelli che vorrebbero passare di qui a voi non possano, né di là si passi da noi’. 27 Ed egli disse: ‘Ti prego, dunque, o padre, che tu lo mandi a casa di mio padre, 28 perché ho cinque fratelli, affinché attesti loro queste cose e non vengano anche loro in questo luogo di tormento’. 29 Abraamo disse: ‘Hanno Mosè e i profeti; ascoltino quelli’. 30 Ed egli: ‘No, padre Abraamo, ma se uno va a loro dai morti, si ravvedranno’. 31 Ma Abraamo rispose: ‘Se non ascoltano Mosè e i profeti, non si lasceranno persuadere neppure se uno dei morti risuscitasse’”.