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Eliu nuovamente dalle parole di Giobbe lo accusa di bestemmia, e di altri delitti, mostrando l'equità del divino giudizio, e come alla potenza, e scienza di lui tutte le cose sono soggette.

Ricomincio adunque Elia, e soggiunse: Voi sapienti ascoltate le mie parole: voi prudenti prestatemi attenzione: Perocché l'orecchio giudica dei discorsi, come il palato discerne i cibi. Discutiamo noi in comune la causa, e vediamo tra noi quello, che sia più vero. Giobbe disse: Io son giusto, ma Dio ha sovvertita la mia causa. Imperocché nel giudizio che è stato fatto di me è corso errore: violenta è la mia piaga, senza alcun mio peccato. Qual'è l'uomo simile a Giobbe, che tien lo schernire come un bere dell'acqua? Il quale si associa con que' che commetton l'iniquità, e batte la via degli empj? Perocché egli ha detto: Non sarà l'uomo accetto a Dio per quanto nelle vie di lui egli corra. 10 Per la qual cosa voi, uomini saggi, ascoltatemi: lungi da Dio l'empietà, e dall'Onnipotente la ingiustizia. 11 Perocché egli renderà all'uomo secondo le sue azioni, e farà che tocchi a ciascuno quello, che ha meritato. 12 Perocché vero si è, che Dio non condanna senza ragione, e l'Onnipotente non giudica a torto. 13 Ha egli cedute le sue veci ad un altro sopra la terra? ed a chi ha egli dato a reggere il mondo ch'ei fabbricò? 14 Se col cuore irato egli a lui si volgesse, lo spirito, e il soffio di lui a se ritrarrebbe. 15 Verrebber meno tatti gli uomini di carne, e ritornerebbero in cenere. 16 Se tu adunque non se' privo d'intelletto, ascolta quel che si dice, e pon mente alle mie parole. 17 Può egli esser capace di guarigione colui, che non ama la giustizia? e come mai condanni tu in tal guisa colui, che è il giusto? 18 Colui che condanna come apostati i regi, e i grandi come empj: 19 Colui che non ha riguardo all'essere de' principi, né fece conto de' tiranni quando disputavano contro de' poveri: perocché opera delle mani di lui son tutti quanti. 20 Ei di repente morranno, e nel mezzo della notte saran conturbati i popoli, ed eglino, passeranno, e saran rapiti i crudeli senz'opera d'uomo. 21 Perocché gli occhi tien egli attenti agli andamenti degli uomini, ed esamina tutti i lor passi. 22 Né il buio, né l'ombra di morte è bastante a nascondere quelli, che operano l'iniquità. 23 Perocché non è in potere dell'uomo il venir di nuovo in giudizio dinanzi a Dio. 24 Egli ne atterra molti, anzi innumerabili, ed altri sostituisce ne' posti loro. 25 Perocché egli conosce le opere loro, e per questo fa venire la notte, ond'ei sono distrutti. 26 Li percosse come empj in luogo di gran concorso. 27 Perché eglino quasi preso partito si allontanaron da lui, e non vollero saper nulla di tutte le vie di lui: 28 Talmente che fino a lui fecer giungere i clamori dei meschini, e gli fecero udire le voci de' poveri. 29 Conciossiaché quand'ei da ad alcuno la pace, chi è che lo condanni? tosto che egli nasconde il suo volto, chi è che in viso lo guardi? Così sarà delle genti, e di tutti gli uomini. 30 Egli è, che ad un ipocrita da il regno a motivo de' peccati del popolo. 31 Or giacché io ho parlato per Iddio non impedirò che tu ancora parli. 32 Se io ho errato correggimi in: se ho parlato male, non dirò più altro. 33 Forse che Dio ne domanderà conto a te, se la mia parola ti spiace? Tu però fosti il primo a parlare, e non io: e se qualche cosa tu sai di meglio, tu parla. 34 Parlino a me gli uomini intelligenti, e l'uomo saggio mi ascolti. 35 Ma Giobbe stoltamente ha parlato, e le parole di lui non suonano buona dottrina. 36 Padre mio, sia tenuto Giobbe alla prova sino alla fine: non lasciar di percuotere un uomo iniquo. 37 Perché egli la bestemmia aggiunge all'altre sue colpe: frattanto mettiamolo noi alle strette, e di poi ne' suoi discorsi chiami egli Dio in giudizio.