Discorso di EJifaz: soltanto l'empio è punito; nessuno è giusto davanti a Dio
1 Allora prese la parola Elifaz Temanite, e disse:
2 «Se ci arrischiamo a parlarti, forse te ne avrai a male; ma chi potrebbe rattenere le pensate parole?
3 Ecco, fosti maestro di molti, e desti vigore alle mani stanche;
4 colle parole sostenesti i vacillanti, e alle ginocchia tremanti desti conforto;
5 ma ora che la sventura è piombata sopra di te, ti accasci, appena ti ha toccato, ti sei perso di coraggio.
6 Dov'è la tua pietà, la tua fortezza, la tua pazienza, la tua condotta intemerata?
7 Ricorda, te ne prego, qual innocente è mai perito? E quando mai i giusti furono sterminati?
8 Anzi io ho veduto che coloro i quali arano iniquità, e seminan dolori, poi li mietono:
9 ad un soffio di Dio son periti, annientati dall'alito dell'ira sua.
10 Il ruggito del leone e il grido della leonessa e i denti dei leoncelli furono spezzati;
11 la tigre perì per mancanza di preda, e i figli del leone furon dispersi.
12 Mi fu detta un'arcana parola; il mio orecchio ne intese quasi furtivamente il lieve sussurro.
13 Nell'orrore d'una visione notturna, quando il sonno suol gravare sugli uomini,
14 fui preso dallo spavento e dal tremito che fece atterrire tutte le mie ossa.
15 Mentre mi passava davanti uno spirito mi si rizzarono i peli della mia carne.
16 Uno di cui non conosceva il volto mi si fermò dinanzi, come un fantasma davanti ai miei occhi, e sentii una voce come aura lene sussurrare:
17 Potrà l'uomo messo a paragone con Dio esser trovato giusto? E sarà egli più puro del suo fattore?
18 Ecco, quelli che a lui servono non sono stabili, ed ha trovato anche negli angeli suoi dei difetti:
19 quanto più quelli che stanno in case di fango ed han per fondamento la polvere e saran consumati come da tignola!
20 E alla mattina alla sera saran falciati, e senza che nessuno se ne accorga scompariranno in eterno,
21 e quelli che di essi restano saran portati via, moriranno, e da insensati».