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Sposa. Che volete veder nella Sulamite, se non danze guerresche? Sposo. Quanto belli sono i tuoi piedi ne' sandali, o figlia di principe! Le giunture de' tuoi fianchi son come monili, lavoro di man d'artista. Il tuo grembo, un nappo tornito, ove mai non manca la bevanda; il tuo ventre, un mucchio di grano, attorniato di gigli. Le due poppe tue son come due caprioli gemelli; il tuo collo, come torre d'avorio. I tuoi occhi, come le piscine di Hesebon presso la Porta Popolosa; il tuo naso, come la torre del Libano che guarda verso Damasco; il capo tuo, [eretto] come il Carmelo; la chioma del tuo capo, come porpora di relegata in trecce. Quanto sei bella e quanto soave, o amore, tra le delizie. La tua statura somiglia a una palma e le tue mammelle a grappoli. Ho detto: «Salirò sulla palma, e ne coglierò i frutti»; e le tue mammelle saran per me come grappoli d'uva, e la fragranza della tua bocca come l'odor delle mele, e la tua gola come un vino squisito.... Sposa. .... degno d'esser bevuto dal mio diletto, e assaporato tra le sue labbra e i suoi denti! 10 Io son del mio diletto, e a me è rivolto il suo desiderio. 11 Vieni, mio diletto, usciamo per i campi, pernottiamo nelle ville. 12 La mattina andrem nelle vigne: vedremo se la vite ha fiorito, se son sbocciate le gemme, se han germogliato i melograni: là ti darò i miei amori! 13 Le mandragore mandano olezzo, c'è alle nostre porte ogni sorta di frutti [graditi] nuovi e vecchi, o mio diletto, gli ho serbati per te.