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Adesso invece, si fan beffe di me minori di me in età, i cui padri io già non degnai d'ammettere fra i cani del mio gregge. La cui forza di braccia a me non serviva, a pur di vivere sembravano incapaci, squallidi [com'erano] di penuria e di fame: essi, che brucavano lungo il deserto, consunti da calamità e miseria: mangiavano erbe e cortecce d'alberi, ed era lor cibo la radice di ginepro. E andando in cerca di tali cose lungo le valli, quando ne avessero trovate, vi correvano sopra con schiamazzo. Abitavano essi nei deserti dei torrenti, nelle grotte della terra e sulla ghiaia; e ivi dimorando erano lieti, stimando una delizia star fra le ortiche: gente stolta ed ignobile, che nemmen comparisce sulla terra! E adesso, son diventato la loro canzone, sono per essi una favola: 10 mi hanno aborrito, fuggono lungi da me, nè senton ritegno a sputacchiarmi in faccia! 11 Poichè aprì [Dio] la sua faretra, e m'ha bersagliato, e ha messo il morso alla mia bocca. 12 A destra d'oriente insorsero a un tratto le mie calamità, travolsero i miei passi, e m'oppressero come flutti che s'avanzino; 13 sconvolsero le mie strade, mi tesero insidie e prevalsero, nè vi fu chi desse aiuto; 14 come per muro spaccato e porta sforzata esse piombarono su me, e sulle mie miserie incrudelirono: 15 sono ridotto a nulla; tu rapisti via come vento la mia aspirazione, e come nube trascorse via la mia salvezza. 16 E adesso, in me stesso si disfà l'anima mia, e m'hanno afferrato giorni di miseria. 17 Di notte l'ossa mie son trafitte da dolori, e questi miei divoratori non dormono; 18 la loro moltitudine consuma il mio manto, e come cappuccio di tunica mi costringono. 19 Sono diventato pari a fango, e simile a pula e a cenere. 20 Verso te, [o Dio], io grido, ma tu non mi ascolti, fermo mi tengo, ma tu non mi guardi; 21 sei diventato verso me crudele, e nella durezza del tuo pugno mi combatti; 22 mi lanciasti in alto, e come gittandomi al vento minutamente mi sfracellasti: 23 lo so, a morte tu mi consegni, là ov'è fissata la casa per ogni vivente! 24 Eppure, non per loro distruzione tu stendi la mano, e quando procombano, tu stesso li salverai. 25 Io piangevo in altri tempi su chi era afflitto, e l'anima mia aveva pietà per il povero. 26 Aspettavo il bene, e m'è venuto il male, attendevo la luce, e sono spuntate le tenebre, 27 Le mie viscere bollono senza aver tregua, mi si fecero incontro giorni di miseria; 28 abbrunato m'aggiro, ma non dal sole, mi levo su, nell'adunanza io grido; 29 fratello son diventato agli sciacalli, e compagno agli struzzi: 30 mi si è annerita in dosso la mia pelle, il mio scheletro è arrostito dal bruciore. 31 È diventata lutto la mia cetra, e la mia zampogna una voce di piangenti!