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Monologo finale di Giobbe.

E continuò Giobbe, riprendendo la sua sentenza, e disse: «Oh! se io potessi tornare come ai mesi di prima, come ai giorni in cui Dio mi custodiva! Allorchè splendeva la sua lucerna sul mio capo, e alla sua luce camminavo fra le tenebre! Com'ero ai giorni di mia giovinezza, allorchè Dio segretamente stava nella mia tenda; quando l'Onnipotente era meco, e attorno a me stavano i miei ragazzi; quando i miei piedi guazzavano nella panna e dal sasso scaturivano per me ruscelli d'olio; quando, incamminandomi verso la porta della città, mi preparavano il seggio sulla piazza! Vedendomi, i giovani si nascondevano, i vecchi s'alzavano e rimanevano in piedi; i maggiorenti cessavano di parlare, mettendosi il dito sulla bocca: 10 i nobili ritenevano la lor voce, e la lor lingua s'attaccava al palato. 11 L'orecchio che udiva mi proclamava beato, e l'occhio che vedeva mi testimoniava [la lode]; 12 giacchè io liberavo il povero che gridava [al soccorso], e l'orfano che non aveva difensore: 13 la benedizione del pericolante veniva su di me, e al cuor della vedova porgevo io conforto; 14 di giustizia io m'ammantavo, e mi rivestivo come di manto e diadema del mio diritto. 15 L'occhio io fui per il cieco, e il piede fui per lo storpio; 16 dei poveri ero io il padre, e la difesa di chi m'era ignoto io m'assumevo con zelo; 17 spezzavo io le zanne del malvagio, e da' suoi denti cacciavo fuori la preda. 18 E dicevo: - Nel mio niduccio io morirò, e come la palma moltiplicherò i miei giorni; 19 La mia radice s'espande verso l'acque , e la rugiada dimora sui miei rami; 20 la mia gloria sempre si rinnova, e l'arco mio in mia mano ringiovanisce! - 21 Coloro che mi ascoltavano aspettavano la decisione, e tacevano intenti al mio consiglio; 22 dopo le mie parole non ardivano replicare, e su di essi cadeva a stille il mio discorso: 23 aspettavano me come la pioggia, aprendo la loro bocca come [terreno] a pioggia tardiva. 24 Se talvolta io sorridevo loro, ad essi non pareva vero, e lo splendore del mio volto non cadeva invano. 25 Quando gradivo andare da loro, mi assidevo per primo: e pur sedendo qual re in mezzo alle schiere, ero tuttavia consolatore degli afflitti.