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Le figlie di Gerusalemme:

Dov’è andato il tuo amico, o più bella fra le donne? Da che parte si è diretto l’amico tuo? Noi lo cercheremo con te.

 

L’amata alle figlie di Gerusalemme:

Il mio amico è sceso nel suo giardino, nelle aie degli aromi a pasturare le greggi nei giardini e cogliere gigli. Io sono dell’amico mio; e l’amico mio, che pastura il gregge fra i gigli, è mio.

 

Quinto componimento

LA BELLEZZA DELLA SPOSA

L’amato all’amata:

Amica mia, tu sei bella come Tirsa, vaga come Gerusalemme, tremenda come un esercito a bandiere spiegate. Distogli da me i tuoi occhi, che mi turbano. I tuoi capelli sono come un gregge di capre, sospese ai fianchi di Galaad. I tuoi denti sono come un branco di pecore, che tornano dal lavatoio; tutte hanno dei gemelli, non ce n’è nessuna che sia sterile; le tue gote, dietro al tuo velo, sono come un pezzo di melagrana. Ci sono sessanta regine, ottanta concubine, e fanciulle senza numero; ma la mia colomba, la perfetta mia, è unica; è l’unica di sua madre, la prescelta di colei che l’ha partorita. Le fanciulle la vedono e la proclamano beata; la vedono pure le regine e le concubine, e la lodano. 10 Chi è colei che appare come l’alba, bella come la luna, pura come il sole, tremenda come un esercito a bandiere spiegate?

 

L’amata all’amato:

11 Io sono scesa nel giardino dei noci a vedere le piante verdi della valle, a vedere se le viti mettevano le loro gemme, se i melograni erano in fiore.

12 Non so come, ma l’anima mia mi ha posta sui carri di Ammi-Nadìb.