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6. Il censimento d’Israele. La peste. Il sacrificio offerto da Davide

L’Eterno si accese di nuovo d’ira contro Israele, e incitò Davide contro il popolo, dicendo: “Va’ e fa’ il censimento d’Israele e di Giuda”. Il re disse a Ioab, che era il capo dell’esercito e che era con lui: “Recati da tutte le tribù d’Israele, da Dan fino a Beer-Sceba, e fate il censimento del popolo perché io ne sappia il numero”. Ioab rispose al re: “L’Eterno, il tuo Dio, moltiplichi il popolo cento volte più di quello che è, e faccia sì che gli occhi del re, mio signore, possano vederlo! Ma perché il re mio signore prende piacere nel fare questo?”. Ma l’ordine del re prevalse contro Ioab e contro i capi dell’esercito, e Ioab e i capi dell’esercito partirono dalla presenza del re per andare a fare il censimento del popolo d’Israele. Passarono il Giordano e si accamparono ad Aroer, a destra della città che è in mezzo alla valle di Gad, e presso Iazer. Poi andarono in Galaad e nel paese di Tatim-Odsi; poi andarono a Dan-Iaan e nei dintorni di Sidone; andarono alla fortezza di Tiro e in tutte le città degli Ivvei e dei Cananei, e finirono con il meridione di Giuda, e Beer-Sceba. Percorsero così tutto il paese, e dopo nove mesi e venti giorni tornarono a Gerusalemme. Ioab consegnò al re la cifra del censimento del popolo: c’erano in Israele ottocentomila uomini forti, adatti a portare le armi; e in Giuda, cinquecentomila. 10 Dopo che Davide ebbe fatto il censimento del popolo, provò un rimorso al cuore, e disse all’Eterno: “Io ho gravemente peccato in ciò che ho fatto; ma ora, o Eterno, perdona l’iniquità del tuo servo, poiché io ho agito con grande stoltezza”. 11 E quando Davide si fu alzato la mattina, la parola dell’Eterno fu così rivolta al profeta Gad, il veggente di Davide: 12 “Va’ a dire a Davide: ‘Così dice l’Eterno: Io ti propongo tre cose: scegline una, e quella farò’”. 13 Gad venne dunque a Davide, gli riferì questo, e disse: “Vuoi sette anni di carestia nel tuo paese, oppure tre mesi di fuga davanti ai tuoi nemici che ti inseguono, oppure tre giorni di peste nel tuo paese? Ora rifletti e vedi che cosa io debba rispondere a colui che mi ha mandato”. 14 Davide disse a Gad: “Io sono in una grande angoscia! Ebbene, che cadiamo nelle mani dell’Eterno, perché le sue compassioni sono immense; ma che io non cada nelle mani degli uomini!”. 15 Così l’Eterno mandò la peste in Israele, da quella mattina fino al tempo fissato; e da Dan a Beer-Sceba morirono settantamila persone del popolo. 16 Mentre l’angelo stendeva la sua mano su Gerusalemme per distruggerla, l’Eterno si pentì della calamità che aveva inflitta, e disse all’angelo che distruggeva il popolo: “Basta; ritira ora la tua mano!”. Ora l’angelo dell’Eterno si trovava presso l’aia di Arauna, il Gebuseo. 17 Davide, vedendo l’angelo che colpiva il popolo, disse all’Eterno: “Sono io che ho peccato; sono io che ho agito ingiustamente; ma queste pecore che hanno fatto? La tua mano si volga dunque contro di me e contro la casa di mio padre!”. 18 Quel giorno Gad venne da Davide, e gli disse: “Sali, erigi un altare all’Eterno nell’aia di Arauna, il Gebuseo”. 19 E Davide salì, secondo la parola di Gad, come l’Eterno aveva comandato. 20 Arauna guardò e vide il re e i suoi servi che si dirigevano verso di lui; e Arauna uscì e si prostrò davanti al re, con la faccia a terra. 21 Poi Arauna disse: “Perché il re, mio signore, viene dal suo servo?”. E Davide rispose: “Per comprare da te quest’aia ed erigervi un altare all’Eterno, affinché la piaga cessi di infierire sul popolo”. 22 Arauna disse a Davide: “Il re, mio signore, prenda e offra quello che gli piacerà! Ecco i buoi per l’olocausto; e le macchine per trebbiare e gli arnesi per i buoi serviranno da legna. 23 Tutte queste cose, o re, Arauna te le dà”. Poi Arauna disse al re: “L’Eterno, il tuo Dio, ti sia propizio!”. 24 Ma il re rispose ad Arauna: “No, io comprerò da te queste cose per il loro prezzo e non offrirò all’Eterno, al mio Dio, olocausti che non mi costino nulla”. E Davide comprò l’aia e i buoi per cinquanta sicli d’argento; 25 costruì là un altare all’Eterno e offrì olocausti e sacrifici di ringraziamento. Così l’Eterno fu placato verso il paese, e la piaga cessò di infierire sul popolo.