Giobbe deplora la passata felicità cangiata, permettendolo Dio, in somma calamità.
1 Ma adesso mi scherniscono i più giovani di me, ai padri de' quali non mi sarei degnato di dar la cura de' cani della mia greggia:
2 De' quali io nulla stimava la forza delle braccia, ed egli eran creduti indegni anche di vivere.
3 Secchi per la povertà, e per la fame, che cercavan da rodere pel deserto, squalidi nella calamità, e miseria.
4 E l'erba mangiavano, e la corteccia degli alberi, e loro cibo era la radice del ginepro.
5 E di simili cose andavano in cerca per le valli, e trovate che ne avessero correvano a prenderle con grande schiamazzo.
6 Abitavano nelle buche dei torrenti, e nelle caverne della terra, o sopra de' massi.
7 E in tale stato erano allegri, e per delizia contavano lo star sotto i pruni.
8 Figliuoli di gente stolta, e ignobile, i quali nemmen compariscono sopra la terra.
9 Or io sua divenuto argomento delle loro canzoni, e oggetto de' loro schemi.
10 Mi hanno in abominazione, e fuggon lungi da me, e non han ribrezzo di sputarmi in faccia.
11 Perocché egli apri il suo turcasso, e mi trafisse, e il morso pose alla mia bocca.
12 Nel mio fiorire spuntarono subitamente accanto a me le mie sciagure, mi hanno rovesciato per terra, e venendomi sopra come una piena mi hanno oppresso.
13 Mi hanno rotte le strade; coloro mi teser de' lacci, e la vinsero, perché non v'ebbe chi m'aiutasse.
14 Quasi rotto il muro, e sforzata la porta si scagliaron sopra di me, e incrudelirono sopra la mia miseria.
15 Fui ridotto nel nulla; tu mi rapisti qual vento, i miei desiderj, ed ogni mio bene se n'andò come nebbia.
16 Ed ora dentro di me si strugge l'anima mia, e i giorni di afflizione si sono impossessati di me.
17 La notte i dolori fiedono le mie ossa, e non assomma quelli che mi divorano.
18 Il grande lor numero consuma il mio vestimento, ed ei mi cingono come tonaca, che serra il collo.
19 Sono considerato come fango, e son fatto simile alla polvere, ed alla cenere.
20 Alzo a te le mie grida, e tu non mi ascolti, e non volgi a me uno sguardo.
21 Ti se' cambiato in crudele per me, e colla dura tua mano mi tratti come nemico.
22 Mi innalzasti, e quasi ponendo mi sopra del vento mi desti orribil tracollo.
23 Io so, che in balìa di morte tu mi darai là dove è assegnata abitazione ad ogni vivente.
24 Tu però la tua man non adopri a consumarli del tutto, e quando saranno abbattuti, tu li salverai.
25 Io piangeva una volta le altrui afflizioni, ed era pietosa col povero l'anima mia.
26 Mi aspettai felicità, e mi venner sciagure, sperai luce, e sopraggiunser le tenebre:
27 Sono infuocate le mie viscere, e non mi dan posa: mi han sorpreso i giorni di afflizione.
28 Io me ne vo malinconico, ma senza trasporti d'ira; mi alzo, e grido in mezzo alla gente.
29 Divenni fratello dei dragoni, e compagno degli struzzoli.
30 Mi si è annerita addosso la pelle, le mie ossa sono inaridite pel grande ardore.
31 Rivolta in pianto è la mia cetra, e in voce di dolor la mia lira.