Apocalisse 19
Sezione Terza. Apocalisse 19:1-10. L'ESULTANZA DEL CIELO PER IL GIUDIZIO SU BABILONIA

Quando il dragone era stato cacciato dal cielo in seguito all'ascensione del Cristo, v'era stata una gran voce nel cielo: «Ora è venuta la salvezza e la potenza e il regno dell'Iddio nostro e la potestà del suo Cristo...» Apocalisse 12:10; così ora, dopo la vittoria sul falso cristianesimo, v'è esultanza in cielo. Cfr. per inni di lode analoghi, Apocalisse 16:5-7; 15:3-4; 11:15-18; 7:10-12, nonchè quelli di Apocalisse 4-5.

Dopo queste cose udii come una gran voce d'una immensa moltitudine nel cielo, che diceva. Alleluia! La salvazione e la gloria e la potenza appartengono al nostro Dio;

La gran voce è considerata dagli uni come voce di miriadi d'angeli analoga al cantico riferito in Apocalisse 5:11-12 o a quello in Apocalisse 16:5-7 dell'angelo delle acque. Altri la considerano come l'inno di lode dei riscattati, analogo a quello di Apocalisse 15:2-4; ed è l'opinione più probabile. La vera chiesa dei credenti esulta perchè Dio ha fatto risplendere le sue perfezioni nel giudizio sulla gran meretrice che ha corrotto l'evangelo della salvezza e perseguitato i santi. Dio ha mostrato di potere e di saper salvare il suo popolo così dalle astuzie come dalle violenze del nemico. Convien ricordare che la visione del giudizio di Babilonia è profetica. Se ne parla come di cosa fatta perchè è assolutamente certa. La descrizione dell'esultanza celeste è parimenti profetica e destinata a rafforzar la fede ed il coraggio di coloro che avranno da soffrire da parte della meretrice e della bestia. La parola Alleluia, che non s'incontra altrove nel Nuovo Testamento all'infuori di questo capitolo, è tolta dall'ebraico e vale: 'Lodate l'Eterno' (Cfr. Apocalisse 19:5). È frequente nei Salmi ed era passata nell'uso liturgico. Invece dell'appartengono, che manca nel greco, altri supplisce: 'siano' o 'son venuti ad essere'.

La gloria di Dio è apparsa particolarmente nella giustizia dei suoi giudizi:

perchè veraci,

conformi alla verità dei fatti,

e giusti sono i suoi giudici,

sempre, come lo ha dimostrato il trattamento usato a Babilonia:

poichè Egli ha giudicata,

punendola come meritava,

la gran meretrice che corrompeva la terra con la sua fornicazione.

Vedi Apocalisse 17:1-5.

e ha vendicato il sangue dei suoi servitori, ridomandandolo dalla mano di lei.

Essa l'aveva sparso o fatto spargere; su lei è caduta la pena adeguata al delitto. Corruzione delle moltitudini e odio sanguinario verso i fedeli, sono le due più gravi colpe della Chiesa degenere.

E dissero una seconda volta: Alleluia! e il suo fumo sale per i secoli dei secoli.

Non solo è giusta la distruzione di Babilonia, ma è definitiva come quella di Sodoma; essa non risorgerà mai più. Questo pensiero suscita un secondo Alleluia celeste. Per l'immagine del fumo perpetuo cfr. Isaia 34:10 relativo al territorio di Edom, e Apocalisse 18:8-9,18.

E i ventiquattro anziani e le quattro creature viventi si gettarono giù e adorarono Iddio che siede sul trono, dicendo: Amen! Alleluia!

Come in Apocalisse 4:10 e in Apocalisse 5:8,14, o ancora in Apocalisse 11:16; i rappresentanti della Chiesa e di tutta la creazione, si prostrano adorando Iddio, confermano le lodi espresse dalla gran moltitudine riassumendole nel loro Alleluia!

E una gran voce partì dal trono dicendo: Lodate il nostro Dio! voi tutti suoi servitori, voi che lo temete, piccoli e grandi.

La voce che parte dal trono può venir dagli anziani che circondano il trono o dalle creature viventi che lo sostengono. Non è la voce di Cristo, giacchè dice: 'il nostro Dio', mentre Cristo non si è mai espresso a quel modo. La voce è rivolta a tutti i fedeli, dovunque si trovino; ma sembra riferirsi particolarmente, ai fedeli che sono ancora sulla terra, poichè si allude alla loro posizione sociale più o meno elevata. La caduta di Babilonia ha tale importanza come avviamento all'avvento del regno di Dio, ch'essa deve suscitare sentimenti di adorazione e di lode in tutti quelli che temono Iddio con cuor sincero.

Poi udii come la voce di una gran moltitudine e come il suono di molte acque e come il rumore di forti tuoni

similitudini intese a rappresentare la potenza immensa del canto celeste

che diceva: Alleluia! poichè il Signore Iddio nostro, l'Onnipotente, ha preso a regnare.

L'esercizio effettivo del potere regale per parte di Dio implica non solo il governare, ma il giudicare, il punire, il ricompensare.

Nel giudizio sopra la meretrice, la Chiesa dei fedeli vede il primo grande atto che prepara la via al regno di Dio, la garanzia della disfatta degli altri nemici. (Cfr. Apocalisse 11:15-18). Più che questo, vi scorge il preludio del compimento della gloriosa e beata speranza cristiana; perciò esclama:

Rallegriamoci e giubiliamo e diamo (lett. e daremo) a lui la gloria, poichè con giunte le nozze dell'Agnello e la sua sposa s'è preparata; e le è stato dato di vestirsi di lino fino, risplendente e puro; poiché il lino fino son le opere giuste dei santi.

Nell'Antico Testamento Dio è rappresentato come lo sposo d'Israele (Salmi 45; Osea 2:16; Isaia 54:6; Ezechiele 16:7 e segg.); nel Nuovo Testamento lo sposo è Cristo e la Chiesa è la sposa. Così nella parabola delle nozze del figlio del re Matteo 22:1-14; nella parola del Battista Giovanni 3:29 e in altre consimili; così nell'insegnamento di Paolo Efesini 5:25-27,32; 2Corinzi 15:2; così nell'Apocalisse 21:2,9 ove la sposa è identificata con la Nuova Gerusalemme; e così in Apocalisse 22:17 ov'è espresso il suo sospiro attuale per la venuta del celeste Sposo. Le nozze, rappresentano per i fedeli, considerati nella loro unità spirituale, la comunione con Cristo, non più imperfetta, minacciata dai nemici come quaggiù, ma la comunione intima, perfetta, sicura, indissolubile col Salvatore che li ha amati, li ha redenti col suo sangue, santificati col suo Spirito e li vuol partecipi della sua vita e della sua gloria celeste. Cfr. Apocalisse 3:20; Giovanni 17:24; 1Tessalonicesi 4:17; Filippesi 1:23.
Il millennio è il principio delle feste nuziali. La sposa s'è preparata; è rimasta fedele a Cristo, resistendo alle seduzioni della meretrice, seguendolo attraverso i vituperi ed i patimenti, emergendo alla luce nel corso della gran tribolazione finale.

S'è preparata rivestendosi non di ornamenti mondani come la meretrice, ma di ornamenti spirituali che sono di gran prezzo agli occhi di Dio. Cfr. 1Pietro 3:3-6. È vestita di lino fino, risplendente e puro, che, come nota Giovanni, raffigura le opere giuste dei santi. Questa veste di buone azioni, manifestazione della vita interna di fede e di amore, le è stata data, come insegna Paolo: «siamo stati creati in Cristo Gesù per le buone opere, le quali Iddio ha innanzi preparate affinchè le pratichiamo» Efesini 2:10. 'Nelle due espressioni: 'le è stato dato', 'si è preparata', ci è presentata la parte di Dio e quella dell'uomo nell'opera della redenzione. Cfr. Filippesi 2:12-13' (Charles).

E l'angelo mi disse: Scrivi: Beati quelli che sono invitati alla cena delle nozze dell'Agnello.

L'angelo che parla qui può esser l'ultimo menzionato, cioè quello di Apocalisse 18:21. I fedeli si rallegrano e giubilano perchè son giunte le nozze dell'Agnello; e l'angelo conferma la grandezza della beatitudine che attende coloro che partecipano alle nozze, ne attesta in modo solenne la certezza assoluta e ordina a Giovanni di scrivere nel suo libro queste verità confortanti per i fedeli tribolati. Considerati nella loro unità i credenti sono la sposa di Cristo; considerati come individualità distinte sono raffigurati negli invitati alla cena delle nozze. Così in Matteo 22:3 e segg., in Matteo 25:1 (le vergini). S'intende qui che gl'invitati hanno accettato con gratitudine l'invito. Per l'immagine generale della cena Cfr. Luca 14:15 e segg.; Matteo 8:11; 26:29.

E mi disse: Queste sono le veraci parole di Dio.

Cfr. Apocalisse 14:13: 'Sì, dice lo Spirito'; Apocalisse 22:6: 'Queste parole sono fedeli e veraci' - e si tratta anche in quel passo di rivelazioni relative alla beatitudine della città celeste. La dichiarazione dell'angelo si riferisce al 'Beati...' che Giovanni deve scrivere, non alle rivelazioni antecedenti sulla caduta di Babilonia, sebbene anche quelle siano certe.

10 E io mi prostrai (lett. caddi davanti) ai suoi piedi per adorarlo,

non già perchè Giovanni avesse preso l'angelo per il Signore stesso, ma perchè, mosso da un sentimento di riverenza di fronte al 'potente angelo', e di viva riconoscenza per il messaggio recatogli, egli unisce e confonde insieme l'Autore del messaggio con il messaggero che glielo reca. L'angelo subito lo corregge.

Ed egli mi disse: Guardati dal farlo; io sono tuo conservo e dei tuoi fratelli che posseggono (lett. che hanno) la testimonianza di Gesù: Adora Iddio!

Nella narrazione di un fatto analogo in Apocalisse 22:8-9, l'angelo dice: 'Io sono tuo conservo e dei tuoi fratelli, i profeti, e di quelli che serbano le parole di questo libro: Adora Iddio'. Qui, invece, aggiunge:

Perchè la testimonianza di Gesù è lo spirito della profezia.

L'angelo si dichiara un semplice servo da non confondersi col solo Signore e Padrone di tutte le creature. Come tale egli appartiene alla stessa categoria di Giovanni dal quale non ha da ricevere alcuna adorazione. Anzi il suo servizio attuale è dello stesso genere di quello del veggente, giacchè ambedue sono occupati nella trasmissione della rivelazione divina. L'angelo è mandato da Cristo a comunicarla a Giovanni, il quale a sua volta sotto l'ispirazione dello spirito della profezia la deve far conoscere alle chiese. Cfr. Apocalisse 1:1-2; 22:16: 'Io Gesù ho mandato il mio angelo per attestarvi queste cose in seno alle chiese'. L'angelo può quindi chiamarsi 'conservo di Giovanni e dei suoi fratelli, i profeti'; o, come dice qui: 'tuo conservo e dei tuoi fratelli che serbano (o posseggono) la testimonianza di Gesù'; con la quale espressione, si accenna principalmente ai profeti che hanno ricevuto da Gesù, 'il fedel testimone' la conoscenza della verità, e la comunicano ai loro simili. In via ordinaria, Cristo comunica ai suoi servitori l'intelligenza della verità mediante lo Spirito della verità ch'è dato loro in misura speciale Giovanni 14:26; 16:13-14; 1Corinzi 2:10-16 e che li fa capaci anche di comunicarla ad altri. Lo spirito della verità dato da Cristo è chiamato qui lo spirito della profezia. In senso più generale, tutti i credenti sono partecipi dello Spirito di Cristo e per mezzo d'esso conoscono la verità e ne rendono a loro volta testimonianza. Cfr. Apocalisse 22:9; Romani 8:9.

AMMAESTRAMENTI

1. La vittoria sul male è la condizione dello stabilimento del regno di Dio nel mondo. Non altrimenti avviene negli individui. Ogni vittoria che riportiamo sull'orgoglio, sulla. mondanità, sull'odio, sullo spirito di violenza, sull'egoismo, segna un progresso del regno di Dio in noi stessi: progresso di cui la gloria appartiene all'Iddio della nostra salvezza. Ogni 'opera giusta' dei fedeli adorna la sposa di Cristo.

2. La terra ha spesso udito le grida di trionfo dei nemici del regno di Dio quando è parso loro che l'Evangelo eterno, superato dalla sapienza umana o affogato nella mondanità, stesse per sparire con le superstizioni del passato, o quando la voce dei fedeli si spegneva nel sangue. Ma verrà il giorno in cui cielo e terra echeggeranno di Alleluia di inaudita potenza, e saran quelli della vittoria definitiva sulla meretrice che ha adulterato il Vangelo e corrotta la terra, sul falso profeta che ha servito l'anticristianesimo, e sull'anticristo stesso. 'Post tenebras lux'.

3. La Scrittura ha scelto le immagini meglio atte a darci un'idea della beatitudine dei redenti nel cielo; ma sono cose ineffabili che nessun linguaggio umano può esprimere 2Corinzi 12:1-5; e siccome son tanto diverse dallo stato terreno, tanto più elevate, essa per sradicare dal cuore il dubbio, insiste nell'affermarne l'assoluta certezza. 'Queste son le veraci parole di Dio'; 'Queste parole sono fedeli e veraci' Apocalisse 22:6. 'Se non fosse così, diceva Gesù ai suoi, io ve l'avrei detto' Giovanni 14:2. L'Apocalisse stessa è una 'testimonianza di Gesù' redatta sotto l'ispirazione dello Spirito suo ch'è lo Spirito della profezia.

4. Due volte, nel corso delle sue visioni, Giovanni nell'esuberanza della sua riconoscenza per le rivelazioni ricevute, volle manifestarla adorando, invece del Donatore, la mano che gli porgeva il dono. Egli narra questi suoi errori e la correzione che ne ricevette, per mettere in guardia i cristiani contro la tendenza pagana a confondere la creazione col Creatore. Nessuna creatura, per quanto eccelsa, santa e benefica, dev'essere adorata. Nella sua prima Epistola Giovanni diceva: 'Figliuoletti, guardatevi dagl'idoli'; nell'Apocalisse ripete con l'angelo: 'Adora Iddio'. «Mentre rifiutiamo di adorar le creature, anche angeliche, dobbiamo esser tanto più ferventi nel culto che rendiamo all'Iddio Salvatore. Adoriamo sopratutto con l'ascoltare con rispetto le sue magnifiche rivelazioni» (De Perrot).

11 Sezione Quarta. Apocalisse 19:11-21. LA VITTORIA DI CRISTO SULLA BESTIA E SUL FALSO PROFETA

Il giudizio divino sulla meretrice è stato eseguito dai suoi antichi complici, la bestia e i re coalizzati; costoro, dopo aver distrutta Babilonia volgeranno l'ira loro contro la chiesa dei fedeli, anzi contro Cristo stesso. «Costoro guerreggeranno contro l'Agnello, dice Apocalisse 17:14, e l'Agnello li vincerà». Questo implica che, tra la caduta di Babilonia e l'intervento personale di Cristo nella lotta contro i nemici restanti, ha da intercalarsi il legno dell'anticristo, «breve periodo in cui il male trionferà su tutta la linea, in cui gli abitanti della terra, immersi in un sonno spirituale più che mai profondo, ricercheranno con avidità insaziabile i piaceri ed i comodi, ma che, secondo l'insegnamento di Gesù e degli apostoli, sarà seguito immediatamente dall'apparizione del Signore sulle nuvole... Il regno dell'anticristo, infatti, sarà per i cristiani un tempo di persecuzioni terribili: 'sarà dato alla bestia di far guerra ai santi e di vincerli' Apocalisse 13:7,15-17; 11:7; 17:3. Quella lotta suprema sarà per la sposa di Cristo un tempo di purificazione... Avversata da tutti i poteri visibili, ella imparerà a fidare unicamente e assolutamente nel suo Capo invisibile, concentrando i suoi pensieri in un sospiro ardente dietro al suo ritorno, diventando nella prova degna di rivestire la gloriosa incorruttibilità che sta per scender su di lei dal cielo. Il martirio degli ultimi tempi è la via che la conduce alla glorificazione... Allorchè l'arroganza dell'anticristo e del mondo sarà giunta al colmo, e più angosciosa sarà la distretta del popolo di Dio, come un ladro nella notte, apparirà dal cielo il Signor Gesù Cristo, arresterà il corso abituale delle cose della terra e stabilirà sul nostro pianeta il suo regno glorioso» (Auberlen). Apocalisse 19:11-16 descrivono l'apparizione del Cristo vincitore; Apocalisse 19:17-18 proclamano l'imminente sicura vittoria; Apocalisse 19:19-21 la narrano brevemente.

Poi vidi il cielo aperto ed ecco un cavallo bianco; e colui che lo cavalcava si chiama il Fedele e il Verace; ed egli giudica e guerreggia con giustizia.

In Apocalisse 6:2, all'apertura del primo suggello, Giovanni aveva veduto sopra un cavallo bianco, un cavaliere con un arco e una corona, uscito 'da vincitore e per vincere'. Dopo molte vittorie riportate nel corso dei secoli, il guerriero celeste riappare par vincere definitivamente i suoi più potenti nemici. Nessun dubbio qui che il guerriero sia il Figliuol dell'uomo il quale non si presenta ora come l'Agnello immolato, ma come il Re e il Giudice. Si chiama il fedele e il verace perchè mantiene tutte le promesse fatte ai suoi e non lascia cadere neppure le sue minacce. In Isaia 11 è detto del re messianico che 'non giudicherà dall'apparenza... ma giudicherà i poveri con giustizia... e col soffio delle sue labbra farà morir l'empio. La giustizia sarà la cintura delle sue reni e la fedeltà la cintura dei suoi fianchi'. (Cfr. Salmi 110).

12 E i suoi occhi erano una fiamma di fuoco.

Il cod. A con le vers. siriaca e vulgata porta: 'come fiamma...', che può esser preso dalla descrizione analoga di Apocalisse 1:14; 2:18. I suoi occhi tutto vedono, tutto leggono, anche i pensieri ed i moventi occulti; egli è in grado di giudicar con piena conoscenza e con intelligenza divina.

e sul suo capo v'eran molti diademi

perchè a Lui appartiene il regno universale; Egli è 'il Re dei re e il Signore dei signori'.

e portava scritto,

probabilmente sulla fronte,

un nome che nessuno conosce fuorchè lui.

In Apocalisse 3:12 Cristo parla del suo 'nuovo nome', un nome che indicherà la sua completa unione col suo popolo e il suo trionfo finale, ovvero ancora le inscrutabili profondità dell'essere suo e delle sue perfezioni. Se nessuno lo conosce, vuol dire che non si tratta nè del nome 'Iehova', nè di quello menzionato in Apocalisse 19:13: 'la Parola di Dio'. Inutile perdersi in congetture sopra quel che non è rivelato.

13 Era vestito d'una veste tinta di sangue

Si allude qui alla descrizione dell'Eterno che torna dalla vittoria sopra Edom: Isaia 63:1-6: 'Chi è questi che giunge da Edom?... Perchè questo rosso nel tuo manto?... Li ho calpestati nel mio furore e il loro sangue è spruzzato sulle mie vesti...'. Le vittorie riportate di già dal Cristo sui nemici sono il pegno di quella che sta per riportare sulla coalizione anticristiana degli ultimi tempi. Non è questione qui del sangue dell'Agnello immolato per la nostra redenzione, ma del sangue di coloro che avranno sprezzato il sacrificio di Cristo e si saranno schierati fra i suoi nemici. Cfr. Apocalisse 19:21; Luca 19:27.

e il suo nome è: la Parola di Dio,

perchè come la parola rivela il pensiero nascosto, così il Figlio è il rivelatore del Dio invisibile, 'l'impronta della sua essenza', 'l'immagine' sua. Egli ne rivela l'amore infinito, ma ne rivela pure la giustizia e la santità, quando esegue il giudizio affidatogli. Questo nome del Figlio fatto carne si trova solo negli scritti di S. Giovanni (Giovanni 1:1; 1Giovanni 1:1 'la Parola della vita', e Apocalisse 19:13) ed è uno dei segni della loro comune origine.

14 Gli eserciti che sono nel cielo lo seguivano sopra cavalli bianchi ed eran vestiti di lino fino bianco e puro.

In 2Tessalonicesi 1:7 Paolo dice che 'il Signor Gesù apparirà dal cielo con gli angeli della sua potenza, in un fuoco fiammeggiante per far vendetta di coloro che non conoscono Iddio e di coloro che non ubbidiscono al Vangelo...'. Ripetutamente Gesù ha parlato degli angeli come dovendolo accompagnare 'quando verrà nella gloria del Padre suo' Matteo 16:27; 25:31. Essi appaiono 'in vesti bianche' alla risurrezione ed all'ascensione di Cristo Matteo 28:3; Atti 1:10; e a loro ben si addice l'espressione: gli eserciti che son nel cielo. Molti però associano agli angeli i santi già pervenuti alla gloria, riferendosi ad Apocalisse 17:14 e 'vinceranno anche quelli che sono con lui, i chiamati, gli eletti e fedeli'. Cfr. Apocalisse 17:8.

15 E dalla bocca gli usciva una spada affilata per percuoter con essa le nazioni

Vedi la nota di Apocalisse 1:16.

ed egli le reggerà con una verga di ferro,

simbolo di un potere a cui è vano resistere. Dopo l'Avvento glorioso di Cristo la società umana sarà governata da lui. Cfr. Apocalisse 2:27.

e calcherà il tino del vino dell'ardente ira dell'onnipotente Iddio.

E questo il lato terribile del governo del Messia, rappresentante la punizione dei peccatori ostinati nella loro ribellione. Cfr. Apocalisse 14:26.

16 E sulla veste e sulla coscia,

in modo ben visibile su chi è a cavallo,

porta scritto questo nome: Re dei re, Signor dei signori.

nome che i monarchi orientali si sono talvolta appropriato Daniele 2:37, ma che in realtà appartiene a Dio solo ed al suo Cristo Daniele 4:25. In questa sovrana autorità sta la garanzia della vittoria di Cristo sulla coalizione dei poteri mondani avversi Apocalisse 17:14.

17 Poi vidi un angelo che stava in piè nel sole!

luogo da cui il glorioso messaggero potrà rivolgere il suo invito agli uccelli volanti in mezzo al cielo

ed egli gridò con gran voce, dicendo a tutti gli uccelli che volano in mezzo al cielo,

a tutti i carnivori:

18 Venite, adunatevi per il gran convito di Dio per mangiar carni di re e carni di capitani e carni di prodi e carni di cavalli e di cavalieri e carni d'ogni sorta d'uomini, liberi e schiavi, piccoli e grandi.

L'annunzio anticipato della immane strage dell'esercito anticristiano è fatto coi colori tolti da Ezechiele 39:4,17-20 ove il profeta predice l'invasione di Gog nella terra d'Israele e la sua distruzione: 'Tu cadrai sui monti d'Israele, tu con tutte le tue schiere e coi popoli che saranno teco; ti darò in pasto agli uccelli rapaci, agli uccelli d'ogni specie, e alle bestie dei campi...'. Anche là gli uccelli e le bestie dei capi sono invitati a raccogliersi da tutte le parti 'attorno al banchetto del sacrificio' che l'Eterno sta per immolare sui monti d'Israele. Con queste immagini grandiose, come con quella di Apocalisse 14:20, si esprime l'idea della vastità, del carattere terribile e definitivo del giudizio che sta per colpire l'anticristo e i suoi numerosi aderenti.

19 E vidi la bestia e i re della terra,

i dieci re di cui si dice in Apocalisse 17:12-14 che daranno la loro potestà alla bestia e guerreggeranno contro l'Agnello; o ancora 'i re di tutto il mondo' radunati dal dragone e dai suoi strumenti per la battaglia del gran giorno di Dio, sul campo di Harmaghedon Apocalisse 16:13-14,16.

e i loro eserciti radunati per muover guerra a colui che cavalcava il cavallo e all'esercito suo. E la bestia fu presa

20 Le poche parole con cui Giovanni dà il risultato dell'incontro delle forze avverse, danno l'impressione di un'azione fulminea (cfr. Apocalisse 20:9), in cui i capi ostili a Cristo: il rappresentante della potestà anticristiana e il suo ausiliare rappresentante la sapienza mondana nemica di Dio, cercano di scampare ma sono catturati. Il verbo piazo (πιαζω) è frequente nel vangelo di Giovanni ove è usato otto volte, mentre nel resto del Nuovo Testamento occorre soltanto quattro volte:

e con lei fu preso il falso profeta che avea fatto i miracoli davanti a lei, coi quali avea sedotto quelli che aveano preso il marchio della bestia e quelli che adoravano la sua immagine.

Allusione a quanto si dice dell'attività della seconda bestia in Apocalisse 13, Vedi le note su Apocalisse 13:11-17. Parlando dell'uomo del peccato nella 2Tessalonicesi 2:8, Paolo dice che il Signor Gesù lo 'distruggerà col soffio della sua bocca e lo annienterà con l'apparizione della sua venuta'.

Ambedue furon gettati nello stagno ardente di fuoco e di zolfo

descritto come luogo di tormento in Apocalisse 20:10. L'esser gettati vivi si spiega meglio se si tratta di individui concentranti in sè, negli ultimi giorni, tutta l'empietà di una società apostata. Ciò non toglie che l'anticristo per eccellenza sia stato preceduto da molti precursori che Giovanni chiama pure anticristi nella sua prima Epistola 1Giovanni 2:18.

21 E il rimanente fu ucciso con la spada che usciva dalla bocca di colui che cavalcava il cavallo; e tutti gli uccelli si satollarono delle loro carni.

Mentre i capi responsabili della corruzione delle masse son sottoposti immediatamente a una punizione più severa, i loro seguaci sono uccisi dalla spada di Cristo che rappresenta qui, non la potenza di persuasione della parola che converte i peccatori, ma la potenza punitiva di cui è armato il giudice che condanna i colpevoli.
A quali eventi storici siano per corrispondere le visioni descritte in questa sezione, non è facile dire: E chiaro che nella descrizione dell'apparizione del Cristo c'è un largo elemento simbolico, il cavallo bianco, i diademi sul capo, il nome scritto, la veste tinta di sangue, la spada che esce dalla bocca, i cavalli bianchi e le vesti di lino di quelli che lo seguono, non sono da prendersi alla lettera, ma fanno parte dello scenario simbolico inteso a rappresentar l'idea dell'intervento personale di Cristo qual Re e giudice che, nel periodo finale della storia, farà trionfar la verità e la giustizia abbattendo per sempre i nemici del regno di Dio. Ciò non vuol dire che questo intervento vittorioso e decisivo non abbia ad essere un evento storico e che la grande battaglia rappresenti semplicemente «l'insieme dei trionfi del Cristo fino alla Parusìa inclusivamente» (Allo). Secondo ogni probabilità, è in armonia con la natura delle rappresentazioni profetiche, gli eventi che si riannodano, nella profezia, alla seconda venuta del Signore non saranno simultanei ma successivi o separati da intervalli di tempo più o meno lunghi. Nell'Apocalisse l'apparizione di Cristo segna la disfatta dell'anticristo, poi l'inaugurazione del regno di mille anni, quindi la condanna definitiva di Satana, e infine il giudizio finale cui segue lo stato di perfezione. Il Ritorno visibile di Cristo chiude il periodo storico principiato con la sua venuta in carne e apre un nuovo periodo più glorioso nella storia del regno di Dio; il che conferma il carattere storico di quell'evento futuro.
Quanto alla battaglia di Harmaghedon, la disfatta dei nemici non può rappresentar un 'vasto movimento di conversione al cristianesimo', ed è dubbio che se ne possa inferire che l'anticristo, dopo la distruzione di Roma, trasporterà la sua capitale a Gerusalemme. La visione annunzia un tremendo giudizio sul mondo anticristiano, ma soltanto gli eventi dell'avvenire potranno dir in qual modo preciso un tal giudizio verrà eseguito. Circa il luogo, a chi gli chiedeva: Dove sarà? Gesù rispose: «Dove sarà il corpo ivi anche le aquile si raduneranno» Luca 17:37.

AMMAESTRAMENTI

1. Quando l'antico Israele fu ridotto all'estremo, strappato dal suo paese, disperso in terra pagana ed oppresso, il residuo fedele di esso, per bocca del profeta dell'esilio, sospirava: 'Oh squarciassi tu pure i cieli e scendessi!... Non v'è più alcuno che invochi il tuo nome... Sion è un deserto... La nostra casa santa..., è stata preda alle fiamme... Dinanzi a queste cose ti conterrai tu, o Eterno?' Isaia 64. All'angoscia del suo popolo Dio rispose. E quando la sua Chiesa, oppressa dall'anticristo, griderà a lui giorno e notte, il cielo sii aprirà, e 'Colui che viene' apparirà per liberare i suoi, per abbattere i nemici e per stabilire il regno della giustizia. E questa la grande speranza dei credenti. Essi 'aspettano e affrettano la venuta del giorno di Dio' 2Pietro 3, si preparano per quel giorno, invocano la venuta del Signor Gesù Apocalisse 22:17, amano la sua apparizione 2Timoteo 4:8.

2. La persona del Salvatore avrà sempre qualcosa di misterioso per la nostra intelligenza limitata; egli porta un nome «che nessuno conosce fuorchè lui»; ma se vogliamo aver di lui una conoscenza quanto più completa ci sia possibile, dobbiam ricordare che egli è la 'Parola di Dio', il Rivelatore e l'Agente di Dio, non della sua misericordia soltanto, ma anche della sua santità e giustizia. Lo contempleremo perciò nelle pagine dei Vangeli che ci narrano la sua incarnazione, la sua dolcezza, la sua bontà infinita, il suo abbassamento fino alla morte; ma non tralasceremo le pagine dell'Apocalisse che ce lo fanno contemplare come il Re vittorioso, il Re dei re che giudica e guerreggia con giustizia, che scruta i cuori con occhi di fuoco, terribile ai nemici ostinati, che calca il tino dell'ira, la cui veste è tinta di sangue, la cui spada percuote e uccide. Ci rifugeremo all'ombra dell'amore che dice: 'Venite a me... io vi darò riposo'; onde non abbiamo a udir il tremendo: 'Andate via da me, maledetti'.

3. 'Sul suo capo v'erano molti diademi'. Scrive lo Spurgeon: 'Oh, voi ben lo conoscete quel capo e non avete dimenticato la sua maravigliosa storia. Quel capo riposò un giorno con la tenera amorevolezza del bambino sopra il seno d'una madre. Quel capo si piegò mite e volonteroso agli ordini d'un falegname. Quel capo, in anni posteriori, fu 'solcato dalle lacrime; il suo sudore divenne come grosse gocce di sangue che cadevano in terra; fu coperto di sputi e percosso! Da quel capo, ferito dalla corona di spine, uscì, nella mortale lotta suprema, il grido: Eli, lamma sabachtani! Poi fu adagiato nella tomba. Ma - sia gloria a Colui che fu morto ed ora vive nei secoli dei secoli! - quel capo risorse dalla tomba, e volse uno sguardo d'amore alla donna che piangeva. presso il sepolcro'. Quel capo è ora risplendente come il sole Apocalisse 1:16 e su di esso stanno i diademi del Re dei re, del Signor dei signori'.

4. Come la chiesa degenere, traditrice della propria missione, sarà spazzata via dal giudizio divino, così lo Stato, allorchè, pervaso dalla filosofia antireligiosa, vorrà sostituire al culto di Dio il culto dell'uomo, alla legge di Dio, le mutevoli passioni umane, al rispetto della coscienza e della libertà, l'oppressione, i boicottaggi e le violenze, sarà condannato a sua volta a sparire per far posto al regno di Dio, chiamato in Daniele 'il regno dei santi dell'Altissimo'. Coloro che saranno entrati nella coalizione anticristiana, riceveranno la loro retribuzione secondo i diversi gradi della loro responsabilità; nè vi sarà autorità regale, o gloria militare, o fama di scienza, o grandezza di numero che li possa scampare dalla meritata condanna. 'E cosa spaventevole cader nelle mani dell'Iddio vivente' Ebrei 10:21-31.