2 Cronache 36
Capitolo 36

La distruzione di Gerusalemme 2Cr 36:1-21
La proclamazione di Ciro 2Cr 36:22-23

Versetti 1-21
La rovina di Giuda e Gerusalemme avvenne per gradi. I metodi adottati da Dio per richiamare i peccatori con la sua parola, i ministri, la coscienza, le provvidenze, sono tutti esempi della sua compassione verso di loro e della sua volontà di non farli perire. Vedete quale terribile scempio fa il peccato e, se teniamo alla comodità e alla continuità dei nostri beni terreni, teniamo lontano quel verme dalla loro radice. Molte volte avevano arato e seminato la loro terra nel settimo anno, quando avrebbe dovuto riposare, e ora giaceva non arata e non seminata per dieci volte sette anni. Alla fine Dio non perderà la sua gloria a causa della disobbedienza degli uomini. Se si rifiutassero di far riposare la terra, Dio la farebbe riposare. Quale luogo, o Dio, risparmierà la tua giustizia, se Gerusalemme è perita? Se questa tua delizia fosse tagliata via a causa della malvagità, non dobbiamo essere altezzosi, ma temere.

22 Versetti 22-23
Dio aveva promesso la restaurazione dei prigionieri e la ricostruzione di Gerusalemme alla fine di settant'anni; e quel tempo per favorire Sion, quel tempo stabilito, arrivò finalmente. Anche se la Chiesa di Dio viene abbattuta, non viene abbandonata; anche se il suo popolo viene corretto, non viene abbandonato; anche se viene gettato nella fornace, non viene perso e non viene lasciato lì più a lungo finché non viene separata la scoria. Anche se Dio contende a lungo, non contenderà sempre. Prima di chiudere i libri delle Cronache, che contengono un registro fedele degli eventi, pensiamo a quale desolazione il peccato ha introdotto nel mondo, anzi, persino nella chiesa di Dio. Tremiamo per ciò che è stato registrato, mentre nel carattere di alcune anime gentili scopriamo che il Signore non è rimasto senza testimoni. E dopo aver osservato questo ritratto fedele dell'uomo per natura, contrapponiamo ad esso la stessa natura, quando viene recuperata dalla grazia onnipotente, attraverso la giustizia giustificante e che dona l'anima di Cristo, nostro Salvatore.