Matteo 21
Su quanti asini Gesù entrò a Gerusalemme?
Vedi il commento su Matteo 8:28.

12 Quando scacciò Gesù i mercanti dal tempio?
Ci sono due difficoltà con il tempo di questo evento. La prima è se Gesù scacciò i mercanti all'inizio o alla fine del suo ministero. La seconda è se quella alla fine del suo ministero era il giorno in cui entrò a Gerusalemme oppure il giorno successivo.
Per quanto riguardo la prima difficoltà, Giovanni racconta questo evento durante la prima di tre Pasque ebraiche in cui Gesù andò a Gerusalemme durante il suo ministero pubblico, mentre gli altri Vangeli dicono che accadde durante la Pasqua a cui Gesù morì. Cioè, due anni dopo. Siccome i Vangeli non sempre raccontano gli eventi in ordine cronologico, è possibile che Giovanni abbia messo questo evento all'inizio del suo Vangelo per introdurre alcuni dei temi del suo libro. Ma in questo caso, i riferimenti cronologici in 2:11-13 sembrano escludere questa soluzione.
È più probabile quindi che Gesù abbia scacciato i mercanti dal tempio due volte alla distanza di due anni. Non c'è niente che renderebbe questa ipotesi impossibile. Invece la risposta dei Giudei a quello che Gesù fece è diversa in Giovanni in confronto con gli altri Vangeli, che suggerisce che sta raccontando un accadimento diverso. Si potrebbe obiettare che le autorità non avrebbero permesso che Gesù lo facesse una seconda volta, ma Gesù era andato a Gerusalemme diverse volte senza scacciare i mercanti, per cui non necessariamente le autorità pensavano che Gesù l'avrebbe fatto di nuovo. È comunque chiaro dai racconti che non fossero in grado di controllare sempre tutte le azioni di Gesù. Alcuni invece hanno una presupposizione filosofica che qualsiasi due racconti simili devono per forza riferirsi allo stesso evento, ma con una tale presupposizione è impossibile studiare la storia.
Per quanto riguardo la secondo difficoltà, in Mt 21:1-11 Gesù entrò in Gerusalemme, e in Mt 21:12 scacciò i mercanti, senza un'indicazione del tempo per i due eventi. Lu 19:28-45 riporta nella stesso modo l'entrata in Gerusalemme e "poi" (Lu 19:45) scacciò i mercanti. Invece nel Vangelo secondo Marco, in Mc 11:1-10 entrò in Gerusalemme, in Mc 11:11 entrò nel tempio ma poi uscì per ritornare a Betania, e in Mc 11:12-15 entrò in Gerusalemme il giorno successivo e scacciò i mercanti. In questo caso, non c'è in realtà una contraddizione, perché Matteo e Luca dicono solo che Gesù scacciò i mercanti dopo esser entrato in Gerusalemme, e non dicono se era lo stesso giorno o un giorno successivo. A loro non interessa che Gesù uscì e rientrò in Gerusalemme, e quindi non lo menzionano, mentre era importante per Marco per il suo racconto della maledizione del fico. Per il racconto del fico, vedi il commento su Mt 21:18-19. Per alcune considerazioni generali sull'ordine degli eventi nei Vangeli, vedi il commento su Mt 4:5-10.

18 Perché e quando Gesù maledisse il fico?
La maledizione del fico da parte di Gesù è un'azione difficile da capire, perché così diversa dalle altre cose che fece. Non solo maledisse un fico, ma non era neanche la colpa del fico, perché "non era la stagione dei fichi" (Mc 11:13)! Prima di tutto, bisogna capire che le foglie che Gesù vide di solito indicano la presenza di frutto, anche se non del tutto maturo. Quando Gesù vide un fico con foglie qualche mese prima della stagione, poteva pensare che sarebbe stato anche del frutto. Era per questa "ipocrisia" del fico che fu maledetto, non perché non avere frutto quando non era neanche la stagione dei fichi. È comunque meglio intendere questa azione di Gesù come una parabola "recitata", cioè la spiegazione di una verità paragonandola non con una storia raccontata ma con un'azione veramente svolta. In questo caso, il fico rappresenta la città di Gerusalemme, che non risponde a Gesù come dovrebbe quando Gesù viene, e che come conseguenza subì la punizione di Dio. Come il fico, così Gerusalemme. E noi possiamo aggiungere, così anche tutti gli ipocriti che sembrano di portare vita (le foglie) ma in realtà non portano il giusto frutto. C'è lo stesso messaggio nella stessa parabola (raccontata invece di recitata) in Lu 13:6-9, e questa punizione perché Gerusalemme non conobbe Gesù il tempo nel quale fu visitata dal Messia è esplicita in Lu 19:41-44.
Un'altra difficoltà in questo racconto è quando Gesù maledisse il fico. Secondo questo brano in Matteo, fu quando entrò in Gerusalemme la mattina dopo aver scacciato i mercanti dal tempio. Però secondo Marco 11:12-14,20-21, maledisse il fico uscendo da Gerusalemme dopo aver scacciato i mercanti, e poi i discepoli videro il fico seccato la mattina seguente. In questo caso, possiamo essere sicuri che Marco ha la corretta sequenza degli eventi. Matteo qui, come fa spesso, ha semplificato il racconto raccogliendo eventi simili per creare un ordine tematico per il suo Vangelo, non un ordine cronologico. Così ha messo tutto il racconto del fico insieme in un posto. Per alcune considerazioni generali sull'ordine degli eventi nei Vangeli, vedi il commento su Mt 4:5-10.

21 È vero che riceviamo da Dio ogni cosa che chiediamo?
Vedi il commento su Matteo 7:7-8.

27 Perché Gesù non rispose alla domanda sulla sua autorità?
In una lettura superficiale, la risposta di Gesù ai capi dei sacerdoti, agli scribi e agli anziani sembra infantile: voi non volete rispondere alla mia domanda, "Da dove veniva il battesimo di Giovanni?", quindi io non rispondo alla vostra domanda, "Con quale autorità faccio queste cose [cioè, insegnare nel tempio e scacciare i mercanti]?". Però la risposta di Gesù è più profonda di questo. Il ministero di Gesù è collegato al ministero di Giovanni, e la loro autorità viene dalla stessa fonte: da Dio. I capi, però, confessarono pubblicamente di non sapere da dove veniva l'autorità di Giovanni, cioè che non erano in grado di riconoscere l'autorità di Dio. In realtà, il loro ragionamento era un altro, che non volevano confessare di sapere la fonte dell'autorità di Giovanni, perché facendo così o avrebbero perso la stima della gente o avrebbero dovuto credere in Giovanni. Cioè, in ogni caso non volevano seguire l'autorità di Dio, essendo più interessati nella propria posizione nella società e nella propria autorità. Siccome l'autorità di Gesù era quella di Giovanni, con la sua domanda ai capi e con la sua risposta, Gesù sta dicendo, "Io non vi dico da dove viene la mia autorità, perché non potreste riconoscerla e non vorreste comunque sottomettervi". Come spesso nel ministero di Gesù, il suo messaggio è nascosto da chi non vuole accettarlo, ma rivelato a chi lo vuole seguire.