Luca 21

1 CAPO 21 - ANALISI

1. La vedova che getta due piccioli nel tesoro del tempio. Questo capitolo termina il racconto dei fatti avvenuti il Martedì 12 di Nisan, già cominciato nel precedente. Il Signore stava per uscir dal tempio, e stanco probabilmente del lavoro e delle emozioni della giornata, sedette per riposarsi alquanto nel cortile delle donne, così chiamato, non perché fosse messo esclusivamente a parte per loro, ma perché non era permesso alle donne di andar più avanti. di lì verso il «luogo santo». Questo cortile era pur chiamato talvolta «il Tesoro» Giovanni 8:20, perché non vi sì trovavano meno di tredici casse, con iscrizioni diverse indicanti i vari scopi cui verrebbero applicate le offerte depositate in ciascuno. Due di queste erano destinate a ricevere la tassa di mezzo siclo, che non era volontaria, ma espressamente fissata per legge Esodo 30:11-16; le altre ricevevano offerte per varii usi caritatevoli. Il Signore, stando lì seduto osservava i passanti che presentavano le loro offerte, e fra questi par che ve ne fossero dei ricchi, i quali donavano generosamente, non però in proporzione coi loro mezzi, né in modo da imporre a sé medesimi sacrifizio alcuno. Paragonati con quelli che trascuravano affatto questo dovere, questi si portavan in modo soddisfacente, perché i loro doni avrebbero utili risultati, qualunque fossero d'altronde le intenzioni dei donatori, e i doni di quelli che davano per buoni motivi non potevano mancare di essere accettevoli a Dio. Fra quei donatori apparve una povera vedova, la quale, zelante per la gloria di Dio, e fidando interamente sulla sua benedizione per l'avvenire, sopra il suo lavoro, gittò nella cassa una somma piccolissima in se stessa (solo due lepta, ossia meno di due centesimi), ma relativamente grande, perché era tutto ciò che possedeva per sostentarsi in quel giorno. È probabile che Gesù avesse tuttora in mente l'accusa da lui lanciata poco prima contro gli ecclesiastici cupidi che divorano le case delle vedove, quando chiamò l'attenzione dei suoi discepoli su questa povera vedova, e proclamò che dalla sua povertà essa avea dato più, in proporzione dei suoi mezzi ed agli occhi di Dio, che guarda, ai motivi dei donatori, di tutti quelli i quali aveano dato dalla loro abbondanza. Con ciò egli pose una regola, colla quale vien determinato il valore delle offerte fatte a Dio Luca 21:1-4.

2. Profezia di Cristo relativamente alla rovina di Gerusalemme e ammonimenti suggeriti da quel fatto per prepararsi alla sua seconda venuta. Questa profezia, come lo sappiamo da Matteo e da Marco, fu pronunziata in presenza dei discepoli, sul monte degli Ulivi, e ne fa l'occasione una precedente profezia sulla distruzione totale del tempio al momento in cui partiva dal tempio per non rientrarvi mai più, alcuni dei discepoli attrassero la sua attenzione sulle belle pietre e sui ricchi doni che ornavano quell'edifizio. Flavio ci dice che alcune delle pietre del tempio misuravano 25 cubiti di lungo, 8 di alto e 12 di spessore. Tacito e Flavio van poi d'accordo nel mentovare le enormi ricchezze contenute nel tempio e consistenti specialmente di offerte presentate da persone pie o da governatori che volevano dar segno di rispetto per quell'edifizio. Eravi soprattutto una vite d'oro, data da Erode, con grappoli della grandezza di un uomo, sospesa nel portico. In risposta a queste osservazioni dei suoi discepoli, il Signore dichiara vicini i giorni in cui di tutte quelle grandezze non rimarrebbe pietra sopra pietra. Salendo quindi il pendio dell'Uliveto, per tornarsene in Betania, i discepoli, preoccupati da quanto aveano udito, lo supplicarono di dir loro quando avverrebbero queste cose, e quali ne sarebbero i segni precursori. Acconsentendo alla loro domanda, il Salvatore pronunziò la profezia contenuta in questo capitolo. In essa, indica prima i segni della distruzione, di Gerusalemme l'apparizione di falsi Cristi; guerre e, commozioni fra i popoli della terra; pestilenze terremoti, e carestie; crudeli persecuzioni inflitte ai suoi discepoli, e finalmente l'assedio posto intorno a Gerusalemme da eserciti nemici. Enumera quindi i segni che precederanno il consolidamento del suo impero spirituale in terra; oscurazione del sole, della luna e delle stelle, che rappresenta la completa abolizione della economia giudaica e l'annichilazione politica del popolo; il regno del Figliuol dell'uomo nel cielo, che rappresenta la distruzione della religione cerimoniale degli Ebrei, e la sua apparizione in sulle nuvole con gran potenza e gloria, che rappresenta la consolidazione del suo regno in sulla terra, tutte cose che dovevano venire adempiute prima che fosse spenta tutta quella generazione. Dal racconto più completo di Matteo, sappiamo che in questa profezia, il Signore si riferisce altresì alla sua seconda venuta in giudizio, alla fine del mondo, di cui era tipo la distruzione di Gerusalemme. È dunque molto probabile che alcuni dei segni qui enumerati si ripeteranno per annunziare la fine del mondo. La predizione si chiude con una seria esortazione a star sempre vigilanti e pronti per la sua apparizione, ed il capitolo si chiude con un breve sunto dei fatti del Signore, durante l'ultima settimana della sua esistenza in terra Luca 21:5-38. Per maggiori dettagli il lettore viene rimandato alla analisi di Matteo 24; Marco 13.

Luca 21:1-4. LA VEDOVA CHE GETTA DUE PICCIOLI NEL TESORO DEL TEMPIO Marco 12:41-44

Per l'esposizione vedi Marco 12:41-44.

5 Luca 20:5-38. PROFEZIA DI CRISTO SULLA DISTRUZIONE DI GERUSALEMME, ED AVVERTIMENTI, DA QUELLA SUGGERITI, DI TENERSI PRONTI PER LA SECONDA SUA VENUTA Matteo 24:1-51; Marco 13:1-37

Per l'esposizione vedi Matteo 24:1-51.

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