Apocalisse 16

1 E udii una gran voce dal tempio,

voce procedente da Dio stesso,

che diceva ai sette angeli: Andate e versate sulla terra le sette coppe dell'ira di Dio.

La terra comprende qui il globo terraqueo nei suoi varii elementi, mentre nel verso seguente ha il senso più ristretto di superficie asciutta per opposizione al mare.

2 Apocalisse 16:2-9. Le quattro prime coppe son versate sulla terra; sul mare, sui fiumi e sorgenti, e sul sole

Le prime quattro piaghe formano un gruppo omogeneo distinto dalle tre ultime che son di natura alquanto diversa. Esse offrono analogie con talune delle piaghe d'Egitto e specialmente con quelle di cui danno il segnale le quattro prime trombe Apocalisse 8:7-12. Diverse nei loro particolari effetti, queste come quelle colpiscono la terra, il mare, i fiumi e il sole, cioè la natura fisica in mezzo a cui vive l'uomo. Tuttavia sono da notare importanti diversità tra i flagelli segnalati dalle trombe e le piaghe versate dalle coppe. Mentre i flagelli hanno carattere disciplinare, le piaghe dell'ira sono prevalentemente punitive; mentre quelle colpiscono solo il terzo della vegetazione, del mare ecc. queste sono più radicali, colpiscono la totalità; mentre quelle, pur conducendoci con la settima tromba fin sulla soglia del regno glorioso di Cristo Apocalisse 11:15..., appartengono però ad epoche anteriori; queste sono 'le ultime piaghe', colpiscono i nemici del regno quando son riusciti a svolgere l'opera loro funesta ed appartengono quindi agli ultimi tempi. Infatti vien detto esplicitamente che la prima colpisce 'gli uomini che avevano il marchio della bestia', che il quinto angelo versa la sua coppa 'sul trono della bestia', e, a proposito della settima coppa, che 'Dio si ricordò di Babilonia la grande' per punirla. Quanto al senso da dare a queste piaghe, v'è grande diversità di vedute fra gl'interpreti. Gli uni ne scorgono l'adempimento storico in certe epidemie che colpirono l'impero romano pagano prima che cadesse con la conversione di Costantino; altri vi scorgono i furori empi della Rivoluzione francese del 1789 e segg., la guerra marittima che finì con la battaglia di Trafalgar, le guerre napoleoniche in Italia e la tirannia militare del dittatore; per altri le piaghe sono simboli di tristi realtà spirituali: di contagi morali, della distruzione della vita sociale e commerciale (il mare), delle correnti e delle fonti della cultura scientifica, filosofica, letteraria, inquinate da influenze funeste, della febbre del fanatismo e della superstizione che pervertono la natura del cristianesimo, ecc. Crediamo doveroso attenerci, fin dove ciò è possibile, al senso letterale, giacchè l'abbandonarci all'immaginazione ci appare sistema poco sicuro.

E il primo andò e versò la sua coppa sulla terra,

qui nel senso ristretto di terra ferma abitata dai sudditi della bestia;

e un'ulcera maligna e dolorosa.

peggiore di quelle della sesta piaga d'Egitto Esodo 9:10

colpì gli uomini che aveano il marchio della bestia e che adoravano la sua immagine.

Per chi ritiene che la bestia rappresenta il potere mondano anticristiano giunto all'apice della sua malvagità e della sua tirannia, non v'ha dubbio che questa piaga si riferisca al tempo della dominazione dell'anticristo. Accanto al segno dell'empietà, Dio pone quello della sua giusta ira. Per Allo 'l'ulcera divorerà le coscienze e farà degli adoratori della Forza - un oggetto di disgusto morale'.

3 Poi il secondo angelo versò la sua coppa nel mare; ed esso divenne sangue come di morto,

sangue in via di decomposizione;

ed ogni essere vivente

(lett. anima di vita come in Genesi 1:30)

che si trovava nel mare morì,

privando gli uomini di ogni risorsa tratta dal mare. Il flagello della seconda tromba Apocalisse 8:8-9 aveva fatto perire un terzo degli esseri marini e delle navi. La seconda piaga è più grave e non sono indicati i mezzi di cui Dio si serve per produrre tali effetti. Devesi ritenere però che questa piaga si estenda solo ai mari le cui rive sono abitate dai seguaci dell'anticristo.

4 Poi il terzo angelo versò la sua coppa nei fiumi e nelle fonti delle acque,

cioè nelle acque dolci e potabili;

e le acque diventarono sangue.

La piaga ricorda la prima che aveva colpito l'Egitto rendendo imbevibile l'acqua del Nilo Esodo 7:14-25, e la terza della serie delle trombe allorchè la terza parte delle acque era divenuta amara Apocalisse 8:10-11. La terza piaga dell'ira è assai più grave di quella, e non n'è fissata la durata. Ma la giustizia di essa appare evidente agli angeli ed ai santi.

5 E udii l'angelo delle acque

l'angelo preposto alle acque. Altrove si parla d'angeli che rattengono i venti Apocalisse 7:1, di un angelo avente potestà sul fuoco Apocalisse 14:18, di angeli protettori di popoli particolari Daniele 10. Poco ci è rivelato circa gli uffici, le sfere d'azione e le occupazioni degli eserciti angelici. Quantunque particolarmente interessato di quel che avviene alle acque, l'angelo che rappresenta qui la coscienza degli esseri superiori, non può che proclamar la giustizia dell'Eterno.

che diceva: Sei giusto tu che sei e che eri,

non aggiunge che vieni perchè Dio è oramai all'opera per giudicare,

[tu,] il Santo

E questa la lezione di tre dei codici unciali (alef P 051) mentre tre altri (A C Q) non hanno l'articolo. Per chiarezza aggiungiamo il 'tu'. La giustizia è la manifestazione della santità di Dio che odia il male.

per aver così giudicato.

6 Hanno sparso il sangue dei santi,

dei migliori tra gli uomini,

e dei profeti,

che comunicavano al mondo la tua parola,

e tu hai dato loro a bere del sangue; essi ne son degni!

E questa una delle parole che paiono dare qualche plausibilità alla interpretazione simbolica che in cotesto 'bere del sangue' cui sono condannati i persecutori sanguinari, vede la figura delle violenze omicide e dei massacri a cui li abbandona la giustizia divina.

7 E udii l'altare che diceva: Sì, o Signore Iddio onnipotente, i tuoi giudizi sono veraci e giusti.

L'altare da cui è partito il sospiro dei martiri imploranti giustizia Apocalisse 6:10, ora che la preghiera è stata esaudita, proclama anch'esso la giustizia di Dio. S'intende che l'altare è qui personificato. Cfr. Apocalisse 9:13.

8 Poi il quarto angelo versò la sua coppa sul sole: e al sole fu dato di bruciare gli uomini col fuoco. E gli uomini furono arsi dal gran calore;

Al sonar della quarta tromba il sole era stato colpito d'oscuramento parziale; qui invece un aumento del calore solare tormenta gli uomini. Chi vede nel sole il tipo del governo supremo, 'ha scorto nel calore eccessivo i tormenti inflitti all'Europa durante una diecina d'anni dalle guerre napoleoniche; mentre altri vi ha trovato i mali del fanatismo che volge ad uso perverso la luce della rivelazione che doveva vivificar le anime. Le quattro prime piaghe, per quanto dolorose, non raggiungono un effetto morale diverso dal flagelli delle trombe Apocalisse 9:20-21: non producono ravvedimento, anzi un induramento maggiore, giacchè accrescono le bestemmie.

9 e bestemmiarono il nome di Dio che ha la potestà su queste piaghe

com'essi son costretti di riconoscere,

e non si ravvidero per dargli gloria,

confessando i propri peccati e la giustizia di Dio.

10 Apocalisse 16:10-21. Le tre ultime coppe son versate sopra il trono della bestia, sull'Eufrate e nell'aria

Poi il quinto angelo versò la sua coppa sul trono della bestia;

Il trono pare accennare alla sede centrale del potere politico anticristiano, alla capitale ed agli organi centrali del governo, da cui emanano leggi, ordini e decreti la cui azione buona o cattiva si estende a tutto il regno.

e il regno d'essa divenne tenebroso, e gli uomini si mordevano la lingua per il dolore.

Le tenebre furono la penultima piaga di cui fu colpito l'Egitto del Faraone indurito Esodo 10:21-23; esse impedirono le comunicazioni ed il lavoro per tre giorni. A lungo andare avrebbero reso insopportabile ed anche impossibile la vita agli uomini, ed alle bestie. Se le tenebre che avvolgono il regno della bestia sono d'ordine fisico e non cagionano direttamente alcun dolore, esse ad ogni modo accrescono i mali inflitti dalle piaghe precedenti che paiono prolungarsi, giacchè si parla ancora qui di dolori al plurale e di ulceri. Le tenebre rendono più intollerabili questi mali e gettan gli uomini in cupa disperazione. Molti interpreti vedono nelle tenebre un simbolo dell'onda di dolori morali che invade gli animi: orgoglio ferito, ambizioni deluse, prosperità svanita, gloria e splendori della potenza oscurati, speranze sepolte: amari frutti dell'aver rinnegato Dio per prostrarsi all'empia tirannia della bestia. L'interpretazione storica secondo cui la bestia è il papato, scorge qui raffigurata la Restaurazione delle antiche dinastie reazionarie dopo la caduta di Napoleone, con il relativo ristabilimento dei Gesuiti, dell'inquisizione, ed il ritorno delle tenebre religiose cagione ai popoli di amare delusioni; ovvero ancora la persecuzione rivoluzionaria del clero romano e la spogliazione delle chiese principiata in Francia ed estesasi ad altri paesi. Per chi vede nella bestia l'impero romano pagano, la quinta piaga conterrebbe la predizione della decadenza di Roma pagana e della sua potenza.

11 e bestemmiarono l'Iddio del cielo a motivo dei loro dolori e delle loro ulceri, e non si ravvidero delle loro opere.

Quando l'empietà ha raggiunto un alto grado, quello che poteva servire a determinare un ritorno a Dio, non fa che accrescere l'induramento del cuore e la bestemmia. Cfr. Apocalisse 9:20-21.

12 Poi il sesto angelo versò la sua coppa sul gran fiume Eufrate, e l'acqua ne fu asciugata affinchè fosse preparata la via ai re che vengon dal levante.

L'Eufrate era al tempo di Giovanni il limite orientale dell'impero romano ed è rimasto all'ingrosso il confine che separa politicamente l'Oriente dall'Occidente. Il prosciugamento del fiume starebbe dunque ad indicare che la Provvidenza renderà più facili le comunicazioni e le relazioni tra i popoli orientali ed occidentali e permetterà che i primi invadano il territorio delle nazioni dette cristiane, ma in realtà apostate nella loro quasi totalità. Il prosciugamento momentaneo del Mar Rosso e del Giordano aveva aperto agli Israeliti la via al Sinai e l'entrata in Canaan e il deviamento dell'Eufrate stesso aveva aperto ai soldati di Ciro l'ingresso in Babilonia. C'è chi vede nell'Eufrate il simbolo dell'impero turco e nel prosciugamento, l'indebolimento, se non la soppressione, di quella potenza; ma non siamo autorizzati dal testo a precisar tanto. Va da se che i re che vengon dal levante non vengon soli, ma sono a capo dei loro eserciti. La sesta tromba Apocalisse 9:13-19 aveva dato il segnale d'un tremendo flagello proveniente d'oltre Eufrate e consistente in milioni di cavalieri nemici che avevano ucciso la terza parte degli uomini. Qui non si dice a che scopo i re dei popoli orientali passino la linea dell'Eufrate, ma l'analogia con la sesta tromba lo lascia presagire. Essi, quale che sia l'occasione della loro venuta in Europa, saranno il flagello della cristianità infedele. Ma la visione pare accennare in un primo tempo ad un'invasione orientale dell'Europa; poi in un secondo tempo alla formazione d'una coalizione anticristiana dei re di tutta la terra, oriente ed occidente, con a capo l'anticristo.

13 E vidi uscir dalla bocca del dragone e dalla bocca della bestia,

cioè del potere politico anticristiano accentrato ormai nel suo capo assoluto,

e, dalla bocca del falso profeta,

ossia della seconda bestia di Apocalisse 13. chiamata qui per la prima volta il falso profeta. Cfr. Apocalisse 19:20; 20:10.

tre spiriti immondi, simili a rane;

Si tratta di demoni che nei Vangeli sono chiamati spesso spiriti immondi, per opposizione agli spiriti angelici che han serbata la purezza della loro origine. Son raffigurati come rane dall'aspetto ripugnante, viventi nel fango degli stagni, gracidanti nelle ore tenebrose.

14 perchè sono spiriti di demoni, che fan dei segni,

che operano miracoli. 'La venuta di quell'empio, dice Paolo 2Tessalonicesi 2:9, avrà luogo per l'azione efficace di Satana, con ogni sorta di opere potenti, di segni e di prodigi bugiardi... a danno di quelli che periscono...' Cfr. Matteo 4:24.

e si recano dai re di tutto il mondo,

o, 'dell'intera terra abitata',

per radunarli per la battaglia del gran giorno dell'Iddio onnipotente.

Dopo una lunga ed abile preparazione, Satana stima giunto il momento di tentare un gran colpo e di annientare il regno di Cristo nella persona dei cristiani genuini: Eccita i suoi agenti, spingendoli ad usare ogni mezzo per arruolare tutti i re della terra, orientali ed occidentali, sotto la bandiera dell'anticristo, affin di sopprimere definitivamente il cristianesimo ed ogni culto: dell'Altissimo. La battaglia del gran giorno è la lotta suprema delle forze tutte del male, mobilizzate e guidate dall'anticristo, incarnazione di Satana, contro alle forze del bene guidate da Cristo, incarnazione di Dio. E quello il gran giorno dell'Iddio onnipotente perchè è il giorno decisivo in cui Dio stesso interviene in modo potente, con l'apparizione di Cristo, per abbattere i suoi nemici. Altrove è chiamato 'il gran giorno dell'ira sua' Apocalisse 6:17, 'quel giorno', 'il giorno del Signore'. La battaglia dei re della terra radunati per muover guerra a Cristo è descritta più oltre in Apocalisse 19:11-21. Segna la disfatta dell'anticristo col suo strumento il falso profeta. Satana stesso sarà definitivamente condannato dopo un'altra battaglia analoga, posteriore al millennio e accennata brevemente in Apocalisse 20:7-10.

15 (Ecco, io vengo come un ladro; beato colui che veglia e serba le sue vesti onde non cammini ignudo e non si veggano le sue vergogne).

La coalizione dei re della terra sotto l'anticristo per muover guerra all'Agnello, sarà il segnale dell'apparizione di Cristo; perciò sono intercalate qui, in forma di parentesi, delle parole di Cristo che giungono all'orecchio del veggente mentre contempla la visione o che gli salgono nel cuore a guisa di reminiscenza di avvertimenti uditi da Lui sulla terra. Giovanni la inserisce onde le chiese si tengano preparate per la venuta di Cristo, di cui ignorano il giorno e l'ora. Cfr. l'avvertimento a Sardi in Apocalisse 3:3, a Filadelfia Apocalisse 3:11, ai discepoli Matteo 24:43-44: 'Nell'ora che non pensate, il Figliuol dell'uomo verrà'; Matteo 25 le vergini ecc. Abbiamo nell'Apocalisse altri esempi di dichiarazioni dirette di Cristo non precedute da un 'Così dice': Apocalisse 2:7,12-13,16; cfr. Apocalisse 22:20; 1:8. Chi veglia non sarà sorpreso impreparato, senza le vesti necessarie che sono il simbolo della fede in Cristo e delle opere giuste ch'essa produce. Chi avrà sprezzato le vesti offerte dalla grazia, o si sarà contentato di una fede morta, sarà coperto di vergogna.

16 Ed essi li radunarono nel luogo che si chiama in ebraico Harmaghedon.

Il senso generalmente accettato di questa parola è 'Monte di Meghiddo'. Meghiddo etimologicamente può significare 'luogo di adunata' ed era una piccola città situata nella pianura di Izreel tra il Monte Carmel al Sud e i monti di Galilea a Nord. Fu teatro frequente di adunate di eserciti accampati sulle colline circostanti, ed anche di battaglie. Ivi morì Giosia, il pio re d'Israele, vinto da Neco; ivi furono sconfitti i re cananei coalizzati contro Israele, ai tempi dei Giudici. La vittoria degli Israeliti del Nord è celebrata nel cantico di Debora Giudici 5. L'indicazione del luogo di adunata dei re anticristiani, se ha una portata geografica, accennerebbe ai monti che attorniano Meghiddo, o più generalmente ai monti d'Israele (Cfr. Ezechiele 38-39) come al teatro della gran battaglia contro al 'campo dei santi'; ma quel nome, ad ogni modo, suona annunzio di disfatta completa delle forze anticristiane che ivi troveranno Il loro Waterloo, come anticamente quelle di Sisera. Coloro che nella bestia vedono il favoleggiato Nerone redivivo, vedono nei re del levante simboleggiati i Parti arruolati da lui per marciar contro Roma. Così Satana lavorerebbe a distrugger la Roma persecutrice del cristianesimo. Tutto questo, d'altronde, non sarebbe per quella scuola d'interpreti, che frutto delle congetture di Giovanni le quali furono smentite dalla storia! Altri, meno audaci, pur rimanendo attaccati al Nero redux, lo considerano come un simbolo dell'anticristo e i re Parti come una simbolica avanguardia dell'esercito adunato dai demoni per distrugger Roma e volgerei quindi contro l'Agnello. Ma se Roma è simbolo di paganesimo, i demoni si guarderebbero bene dall'esserle nemici; e se la Bestia è l'impero romano persecutore, come mai lavorerebbe alla propria distruzione?

17 Poi il settimo angelo versò la sua coppa nell'aria; e una gran voce uscì dal tempio, dal trono, dicendo: È fatto.

I fenomeni connessi con la settima coppa ricordano quelli che accompagnarono l'apertura del sesto suggello Apocalisse 6:12-17 e il suono della settima tromba Apocalisse 11:15,19. Essi sono l'emblema ed il principio degli ultimi e più gravi giudizi sui nemici del regno di Dio. La voce che esce dal tempio e propriamente dal trono è quella di Dio; essa proclama che l'ora del giudizio è suonata: tutto è pronto, il segnale è dato, l'esecuzione è certa poichè si tratta di decreto divino. Perciò è considerata come già compiuta: 'È fatto'.

18 E si fecero lampi e voci e tuoni: e ci fu un gran terremoto, tale che, da quando gli uomini sono stati (lett. uomo fu...) sulla terra, non si ebbe mai terremoto così grande e così forte.

19 E la gran città fu divisa in tre parti e le città delle nazioni caddero;

La gran città per alcuni sarebbe Gerusalemme nel suo stato d'incredulità; ma per la quasi totalità degli interpreti è Roma, la capitale dell'anticristo. Senza escludere i fenomeni fisici che devono accompagnare il giudizio di Dio sui nemici, si ritiene generalmente che i rivolgimenti esterni cagionati dal terremoto siano anche l'immagine dei rivolgimenti profondi nella vita politica e sociale dei popoli. Però è difficile dire cosa sia per significare esattamente la divisione in tre parti della gran città. Le città delle nazioni sono le altre capitali dei popoli.

E Dio si ricordò di Babilonia la grande per darle il calice del vino del furor dell'ira sua.

E la seconda volta che troviamo il nome di Babilonia (Cfr. Apocalisse 14:8) e siccome ne sarà parlato più a lungo in Apocalisse 17-18, rimandiamo a più tardi le nostre osservazioni in proposito.

20 Ed ogni isola fuggì e i monti non furon più trovati,

cioè sparirono per effetto del tremendo terremoto che sconvolse la faccia della terra.

21 E cadde dal cielo sugli uomini una gragnuola grossa del peso di circa un talento.

(Cfr. Apocalisse 11:19 e la settima piaga sull'Egitto: Esodo 9:18-25). Il peso dei chicchi di grandine o blocchi di ghiaccio oltrepassa quel che di più straordinario registrino le cronache, giacchè il talento pesa da 40 a 45 kilogrammi. Flavio Gioseffo indica questo come il peso delle pietre lanciate contro le mura di Gerusalemme dalle più forti catapulte.

E gli uomini bestemmiarono Iddio a motivo della piaga della gragnuola; perchè la piaga d'essa era grandissima.

Se la grandine caduta sul Basso Egitto uccideva uomini e bestie, quanto più questa! Tuttavia tale sarà l'induramento dei cuori che invece di pentirsi come i sopravvissuti di Apocalisse 11:13, i non colpiti non faranno che bestemmiare Iddio, mostrando in tal modo d'esser maturi per il giudizio.

AMMAESTRAMENTI

1. La potenza sempre attiva dell'Onnipotente, la sua giustizia e fedeltà, la sua santità, garantiscono ai seguaci di Cristo la vittoria su tutti i nemici e l'entrata nella pace gloriosa e beata del cielo Apocalisse 15:2-4. Impariamo fin d'ora a contemplar nella nostra vita individuale, nella storia della Chiesa e delle nazioni, le perfezioni di Dio per meglio adorarlo e temerlo.

Le perfezioni divine che i redenti celebrano con canti, devono far tremar coloro che sprezzano Dio e si oppongono ai suoi disegni misericordiosi.

2. La chiesa oppressa dei tempi dell'anticristo, anzi la chiesa tutta dell'epoca anteriore al millennio, costituisce solo la primizia del popolo dei redenti; ma sussiste la promessa che «tutte le nazioni verranno e adoreranno nel cospetto di Dio», quando Satana ed i suoi strumenti saranno stati ridotti all'impotenza Apocalisse 15:4. L'epoca del millennio vedrà la terra a 'ripiena della conoscenza dell'Eterno, come il fondo del mare dall'acque che lo coprono'. Vedrà il lupo abitar con l'agnello e le nazioni vivere in pace senza più imparar la guerra Isaia 2:4; 11:1-16.

3. Sette angeli escon dal tempio celeste per versar sulla terra i calici dell'ira. Dieci piaghe successive colpiscono l'Egitto per piegarlo. Dio possiede mille mezzi per abbatter l'orgoglio dell'uomo, di fargli sentir la sua fragilità, la sua dipendenza, la sua impotenza di fronte ai giudizi che lo colpiscono. Ma dipende dall'uomo il risultato morale di siffatte dispensazioni dolorose. I flagelli mettono a nudo il cuore e le sue disposizioni. Da un cuore non indurito traggono la confessione del peccato, l'umiliazione, la sottomissione, l'amore. Da cuori ribelli non traggono che esasperazione e bestemmie. La tristezza secondo Dio conduce a ravvedimento; ma la tristezza del mondo conduce alla morte. 'Santifica, o Dio, i tuoi castighi! Quando mandi piaghe sugli uomini, sulle bestie o sui prodotti della terra, manda in pari tempo uno spirito che umili, che intenerisca i cuori e li vivifichi; giacchè soltanto la tua grazia può creare dei cuori nuovi'.

4. L'ira di Dio è una realtà. Mentre l'ira dell'uomo non risponde se non di rado e parzialmente alla giustizia, l'ira di Dio è la manifestazione della perfetta sua giustizia e santità. Essa è affermazione solenne della responsabilità umana e rivendicazione del governo morale del mondo. L'esperienza individuale e la storia dei popoli ne rivela l'esistenza nei giudizi parziali che fanno presagire il giudizio definitivo: a chi versa il sangue innocente è dato a bere del sangue; 'il disordine, la crudeltà nei costumi fan del mondo un ammazzatoio ove non cola più che sangue'; chi si fa strumento del principe delle tenebre, brancola nelle tenebre senza conforto nel dolore e senza luce di speranza; chi rifiuta di lasciarsi guidare dal Figliuol di Dio ch'è la luce del mondo, si lascia poi trascinare al male dalle creature più immonde e spregievoli. Quando l'ira avrà compiuto l'opera sua, le creature superiori dell'universo e le coscienze umane ne riconosceranno e ne proclameranno la giustizia assoluta. 'Sì, o Signore Iddio Onnipotente, i tuoi giudizi son veraci e giusti!'

5. Per muover guerra a Cristo ed ai suoi seguaci, lavorano a tutta possa, uniti fra loro, il dragone, la bestia ed il falso profeta; e, ben sapendo che l'unirne fa la forza, si adoperano a formare una grande coalizione delle forze anticristiane. Di fronte a tanto zelo satanico, a una siffatta unione d'intenti e di forze per il male, che n'è dei 'figli della luce'? del loro zelo individuale nel servizio di Cristo, dell'unione dei loro cuori nell'amor fraterno e della loro sapiente collaborazione nell'estendere il regno del loro Signore? 'Siano uno, così pregò il Cristo, come noi siamo uno, io in loro e tu in me; acciocchè siano perfetti nell'unità e affinchè il mondo conosca che tu mi hai mandato' Giovanni 17:22-23.

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