Apocalisse 10
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GLI SFORZI SUPREMI DI SATANA CONTRO AL REGNO DI CRISTO
Apocalisse 10-13
Come dopo il sesto suggello v'è stato un intermezzo Apocalisse 7 che ha servito di preparazione al contenuto del settimo suggello, cioè ai giudizi annunziati dalle trombe, così, dopo la sesta tromba, abbiamo un intermezzo Apocalisse 10:1-11:14 che serve di preludio al contenuto profetico della settima tromba, contenuto che avrà i suoi aspetti luminosi, ma che ne avrà pure di profondamente cupi e tristi. Il regno di Dio trionferà, ma soltanto dopo una tremenda lotta col principe delle tenebre che farà ogni sforzo e si varrà degli strumenti più efficaci per impedirne l'avvento. La visione degli sforzi supremi di Satana contro a Cristo, preceduta dalle scene che vi preparano il veggente, forma la quarta parte dell'Apocalisse Apocalisse 10-13. La suddividiamo in sei sezioni. La prima Apocalisse 10 contiene la visione del libricino dal contenuto amaro. La seconda offre una visione succinta delle sorti della Chiesa degli ultimi tempi Apocalisse 11:1-14. La terza ci fa udire le voci celesti che salutano l'avvento prossimo del Regno di Dio Apocalisse 11:15-19. La quarta ci descrive il furore di Satana contro Cristo e contro la sua Chiesa Apocalisse 12. Nella quinta vediamo comparire sulla scena uno degli strumenti di Satana: la Bestia che sale dal mare Apocalisse 13:1-10; e nella sesta sezione appare un altro strumento del nemico: la Bestia che sale dalla terra Apocalisse 13:11-18.
Sezione Prima. Apocalisse 10. LA VISIONE DEL LIBRETTO DAL CONTENUTO AMARO
Poi vidi un altro angelo potente che scendeva dal cielo avvolto in una nuvola; sopra il suo capo era l'arcobaleno, la sua faccia era come il sole e i suoi piedi come colonne di fuoco.
Dovrebbe seguire qui Apocalisse 11:14: 'Il secondo guaio è passato ed ecco il terzo verrà tosto'; invece, è inserito un intermezzo destinato a preparare il veggente ed i lettori alle rivelazioni sempre più precise che verranno in seguito circa le sorti della Chiesa e del mondo. Quelli che non si rendon conto dello scopo dell'intermezzo, lo dichiarano una interpolazione presa da una fonte giudaica e relativa alla sorte di Gerusalemme. Certe rassomiglianze tra la visione del Cristo glorioso di Apocalisse 1 e quella dell'angelo potente di Apocalisse 10:1, hanno fatto credere ad alcuni espositori che questo messaggero celeste sia il Cristo stesso; ma perchè sarebbe qui chiamato 'angelo' mentre nell'Apocalisse riceve sempre altri nomi più gloriosi? Perchè si direbbe 'un altro angelo', cioè un essere celeste della natura stessa di quelli menzionati nei capitoli precedenti? In Apocalisse 5:2 è un 'angelo potente' che bandisce: 'Chi è degno d'aprire il libro'? Qui è 'un altro angelo potente' che scende con in mano un libretto aperto, e quest'ultimo, in Apocalisse 10:6, pronunzia un giuramento che sta bene in bocca ad una creatura, ma non si spiegherebbe in bocca a Colui che si proclama «il primo e l'ultimo» Apocalisse 22:13 e Cfr. Apocalisse 18:21. L'importanza della missione di cui è incaricato è posta in evidenza dalla gloria che circonda la sua apparizione: è avvolto in una nuvola ch'è come il veicolo degli esseri celesti (Cfr. Apocalisse 11:12; 14:14-18); ha sul capo l'arcobaleno arra di misericordia in mezzo ai giudizi; il suo volto splende come il sole nella stessa guisa che l'aspetto dell'angelo della risurrezione Matteo 28:3 'era come di folgore' e la gloria dell'angelo potente di cui Apocalisse 18:1 'illuminava la terra'. I piedi comprendon qui, com'è il caso talvolta dell'ebraico reghel, anche le gambe, giacchè son come colonne di fuoco.
2 e aveva in mano un libretto aperto,
La piccolezza del rotolo che l'angelo teneva nella sinistra indica ch'esso non conteneva che una parte del gran libro dell'avvenire dissuggellato dall'Agnello, e propriamente la parte finale che sarà descritta nelle visioni dei capitoli seguenti con maggiori particolari riflettenti le lotte e la vittoria della Chiesa dei credenti. Il restringere il contenuto del libretto a quanto si legge in Apocalisse 11:1-13, come fanno parecchi, è un limitare soverchiamente le rivelazioni in esso contenute. Se così fosse, perchè tanta solennità nel recarlo al veggente? Da Apocalisse 10:11 risulta che l'appropriarsi il contenuto del libretto doveva segnare per Giovanni una nuova fase della sua attività profetica avente per oggetto 'molti popoli e nazioni e lingue e re', il che corrisponde alle rivelazioni di Apocalisse 12-20 meglio che alla breve sezione di Apocalisse 11:1-13. La missione dell'angelo potente concerne il compimento del «mistero di Dio» nell'ultime sue fasi, come si rileva dal solenne giuramento da lui proferito in Apocalisse 10:7. Il libretto è aperto perchè si tratta di cose che Dio vuol far conoscere ai fedeli di tutte le età per mezzo di Giovanni.
ed egli posò il suo piè destro sul mare e il sinistro sulla terra,
atteggiamento grandioso del messaggero di Dio, inteso a significare che il suo messaggio concerne il mondo intero. Cfr. Apocalisse 10:11.
3 e gridò con gran voce nel modo che rugge il leone
(lett. che muggisce μυκαται, parola raramente usata a significare il ruggito del leone). In Gioele 3:14-16 il ruggito dell'Eterno è il prodromo del suo giudizio.
e quando ebbe gridato, i sette tuoni fecero udire (lett. parlarono) le loro voci.
Si parla spesso di tuoni nell'Apocalisse Apocalisse 4:5; 8:5; 11:19; 16:18 in connessione con altri fenomeni minacciosi indicanti l'appressarsi del giudizio. Talvolta la voce potente del tuono serve solo come termine di paragone Apocalisse 14:2; 19:6. Si parla qui dei sette tuoni come se fossero conosciuti mentre il resto del libro non ne dice nulla, nè risulta che fosse una nozione corrente. Il sette indica completezza e l'autore li menziona come cosa a lui familiare in seguito alle rivelazioni ricevute, come parlerà in Apocalisse 11:7 della «bestia che sale dall'abisso» sebbene non ne abbia detto ancora nulla. I sette tuoni prendon posto accanto alle sette coppe, alle sette trombe, ai sette suggelli, alle sette chiese.
4 E quando i sette tuoni ebbero parlato, io stavo per scrivere; ma udii una voce dal cielo che mi disse: Suggella le cose che i sette tuoni hanno proferite e non le scrivere.
La voce di ciascuno dei sette tuoni era articolata e le cose dette erano intelligibili (Cfr. Giovanni 12:28) poichè Giovanni si apprestava, nella visione, a scrivere le cose udite, secondo l'ordine ricevuto dal Signore fin dal principio Apocalisse 1:11,19. Inutile cercar d'indovinar le cose proferite dai tuoni, giacchè la voce del Signore ha proibito all'apostolo di scriverle. Potevano esser utili a conoscersi da lui, ma dovevano rimaner 'suggellate' cioè segrete per i lettori dell'Apocalisse. Cfr. Daniele 12:4,9; 2Corinzi 12:4. C'è chi ha supposto trattarsi dell'annunzio di sette movimenti riformatori intesi a purificar la Chiesa, ma dall'insieme della scena si dedurrebbe piuttosto trattarsi di profezie minacciose. Ad ogni modo, Dio non ha giudicato utile che fossero comunicate alla sua Chiesa. Coloro che in Apocalisse 10 hanno veduta raffigurata la Riforma del 16o secolo, e nel libretto aperto, la Bibbia tradotta in volgare e insegnata al popolo, hanno scorto nelle voci dei tuoni l'emblema dei folgori del Vaticano cioè delle bolle di scomunica lanciate dai papi contro i Riformatori e i Riformati. A cotesta interpretazione è ovvio l'obiettare che le bolle papali lungi dal rimaner segrete, sono state pubblicate in tutta l'Europa ed altrove ancora.
5 E l'angelo che io avevo veduto stare in piè sul mare e sulla terra levò la man destra al cielo
segno ordinario dell'invocazione di Dio onnisciente e onnipotente a testimone e vindice della verità. Cfr. Genesi 14:22 il giuramento d'Abramo; Deuteronomio 32:40; Daniele 12:7 giuramento d'un angelo che leva al cielo le due mani. Nell'ebraico 'levar la mano al cielo' è sinonimo di giurare.
6 e giurò per Colui che vive nei secoli dei secoli, il quale ha creato il cielo e le cose che sono in esso e la terra e le cose che sono in essa e il mare e le cose che sono in esso, che nn ci sarebbe più indugio;
Il giuramento dell'angelo inviato da Dio a dare ai fedeli imploranti l'avvenimento del Regno, queste assicurazioni, torna a dire: Come vive Colui ch'è l'Eterno ed il Creatore di tutte le cose, le promesse di cui Egli è garante saranno adempiute senza ulteriore indugio. Il greco dice: «che non ci sarebbe più tempo», il che non vuol dire che cesserebbe il tempo perchè assorbito nell'eternità, ma semplicemente che non vi sarebbe più indugio come quello ad es. di cui si parla Apocalisse 6:11 nella risposta alla preghiera dei martiri. Cfr. Abacuc 2:3; Ebrei 10:37. Il senso d'altronde risulta chiaro dalle parole che seguono:
7 ma che nei giorni della voce del settimo angelo, quand'egli sonerebbe, si compirebbe il mistero di Dio, secondo ch'Egli ha annunziato ai suoi servitori, i profeti.
Nei giorni della voce significa: nel periodo inaugurato dal suonar della settima tromba. Quei giorni sono riempiti dagli eventi descritti da Apocalisse 12 in poi e che conducono infatti al giudizio universale ed ai nuovi cieli e terra. Il mistero di Dio è il piano di Dio riguardo al mondo, piano nascosto alla mente umana, e conosciuto soltanto nella misura in cui è piaciuto al Signore di rivelarlo. I profeti di cui si parla qui sono anzitutto gli organi delle antiche rivelazioni ad Israele, ma non c'è ragione per non includere fra i servitori di Dio che hanno ricevuto e comunicato rivelazioni circa il piano divino, anche i profeti del Nuovo Patto. Paolo ad esempio, oltre all'aver ricevuto una speciale intelligenza del «mistero di Dio» in quanto concerne la fusione in un sol popolo dei credenti etnici e Giudei (Cfr. Efesini 2:11-3:21 e parall.), ha ricevuto anche importanti rivelazioni circa la missione d'Israele negli ultimi giorni, circa il mistero dell'iniquità e l'uomo del peccato Romani 11; 2Tessalonicesi 2, circa la risurrezione dei redenti e la trasfigurazione dei viventi alla venuta del Signore 1Corinzi 15. Può parere all'uomo che i disegni di Dio si svolgano troppo lentamente, ma l'angelo è mandato a proclamare nel modo più solenne che, nel tempo da Dio fissato, tutto sarà compiuto; e allude specialmente alle promesse relative alla glorificazione dei redenti, giacchè dice propriamente: 'secondo ch'Egli ne ha data la buona novella ( ευηγγελισεν) ai suoi servitori...'. Il compimento glorioso del regno di Dio è la prospettiva finale dei profeti. Cfr. il canto celeste di Apocalisse 11:15-18.
8 E la voce ch'io, avevo udita dal cielo
(cfr. Apocalisse 10:4)
mi parlò di nuovo e disse: Va' prendi il libro che è aperto in mano all'angelo che sta in piè sul mare e sulla terra.
Per far conoscere il piano di Dio e le opposizioni estreme di cui dovrà trionfare per giungere al suo compimento, Giovanni deve riceverne la rivelazione dal cielo.
9 E io andai dall'angelo dicendogli di darmi il libretto. Ed egli mi disse: Prendilo e divoralo: esso sarà amaro alle tue viscere, ma in bocca ti sarà dolce come miele.
Ezechiele narra che quando Iddio gli affidò la missione di profeta presso gl'Israeliti ribelli, gli disse: Apri la bocca e mangia quello che ti darò; e gli fece mangiare un rotolo ov'erano scritti lamenti e guai: 'mangia quel libro, poi va' e parla alla casa d'Israele'. Il profeta dice che il libro gli fu dolce in bocca come miele; ma quando parte per Tel-Abib, se ne va 'pieno di amarezza e di sdegno' (Ezechiele 2:8-3:15; cfr. Geremia 15:16). L'angelo avverte Giovanni che lo attende una esperienza analoga. Il libretto delle rivelazioni sarà sulle prime dolce nella sua bocca, perchè è cosa gradevole l'essere onorato di rivelazioni divine, specie se queste dischiudono le future glorie del regno di Dio; ma poi, quando il profeta avrà preso più esatta conoscenza del libretto e se ne sarà assimilato spiritualmente l'intero contenuto come il corpo si assimila il cibo, la gioia sarà temperata dal dolore, perchè l'apprendere attraverso quali infedeltà della chiesa visibile, attraverso quali sofferenze dei fedeli, attraverso quali tremendi giudizi, il Regno giungerà al suo trionfo, non potrà che riempire d'amarezza il cuore del Veggente. Quel che l'angelo aveva preannunziato, avvenne nella visione simbolica, e senza dubbio nella esperienza dell'apostolo-profeta.
10 Presi il libretto di mano all'angelo, e lo divorai; e mi fu dolce in bocca, come miele; ma quando l'ebbi divorato, le mie viscere sentirono amarezza.
11 E mi fu detto:
Non dice da chi, ma l'ordine viene, ad ogni modo, da Dio, anche se trasmesso da un angelo:
Bisogna che tu profetizzi di nuovo sopra molti popoli e nazioni e lingue e re.
Ha profetizzato di già divulgando le rivelazioni antecedenti; ma le nuove più particolareggiate rivelazioni comunicategli per mezzo dell'angelo costituiscono una conferma della sua missione profetica e creano per lui nuovi doveri. Bisogna che profetizzi di nuovo, cioè torni a far conoscere alle chiese quel che Dio gli ha rivelato onde siano preparate alla lotta; e la profezia concernerà molti popoli e re, come lo si può costatare nella seconda metà dell'Apocalisse.
AMMAESTRAMENTI
1. La gloria di cui è rivestito il messaggero di Dio che compie una importante missione, ricorda lo splendore che irradiava dal volto di Mosè, il ministro dell'antico patto; e più ancora la gloria, non esterna e terrena ma spirituale, che circonda i ministri del Nuovo Patto cui è affidata la missione di annunziar la Buona Novella della salvezza in Cristo conforme al piano eterno del Dio d'amore. Nel mondo delle creature intelligenti sulla terra e nel cielo, la gloria di un Giovanni, di un Paolo, di un fedele banditore del Vangelo di Dio, è maggiore di quella dei grandi conquistatori, dei ricchi mercanti, dei più scaltri uomini politici.
2. Chi vuol annunziare agli altri tutto il consiglio di Dio deve prima appropriarsene il contenuto con lo studio della Rivelazione, con la riflessione guidata dallo Spirito, con l'esperienza personale. Non basta una conoscenza intellettuale o superficiale della Sacra Scrittura: convien «divorarla» e assimilarsene la sostanza così in quanto essa ha di consolante, di rallegrante, come in quanto essa ha di austero, di amaro alla carne. «Solo così il servo di Dio potrà proclamare con verità e con forza i giudizi o le grazie di Dio, le sue minacce o le sue promesse. Convien che ne abbia sperimentato nel proprio cuore tutta l'amarezza e tutta la dolcezza» (Bonnet). E quel che si applica al ministro della Parola, si applica ugualmente ad ogni cristiano che vuol crescere nella conoscenza e nella pietà.
3. Ci sono nel piano di Dio quale ha da svolgersi nell'avvenire, delle cose che Dio non ha giudicato utile di rivelare alla sua Chiesa; e noi dobbiamo rispettare il suggello posto da Dio su quelle parti del suo «mistero». I tempi ed i momenti ad es. Dio li ha riservati a se ed è inutile cercar di fissarli. Ci sono dei numeri nell'Apocalisse che restan misteriosi quanto le voci profetiche dai sette tuoni. Ci sono delle rappresentazioni di cui noi non vediamo ora chiaramente il senso. In genere, ci sono nella Scrittura delle cose difficili ad intendere e che ci fanno sentire quanto imperfetta sia ancora la nostra conoscenza. Non poche oscurità spariscono a misura che cresce in noi la vita spirituale; le altre spariranno quando conosceremo come siamo stati conosciuti. Le cose necessarie alla salvezza ed allo sviluppo della pietà sono state rivelate chiaramente. C'è quel che occorra per sostener la fede, ma non tanto da tramutarla in vista.
4. Il fatto che un angelo potente giura per Colui che vive nei secoli dei secoli, mostra come siano state frantese le parole di Cristo sui giuramenti vani, nonchè quelle analoghe di Giacomo Matteo 5:34-37; Giacomo 5:12. Veda il lettore le osservazioni fatte in proposito nel Commento sopra Giacomo 5:12.
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