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Ringraziamento a Dio per aver salvato Israele dall'idolatria

Ma tu, o nostro Dio, sei benigno e verace, paziente, e con misericordia tutto governi. Anche se pecchiamo siamo tuoi, riconoscendo la tua grandezza, e se non pecchiamo siamo sicuri d'essere annoverati fra i tuoi. E certo la giustizia perfetta consiste nel conoscerti, e comprendere la giustizia e la tua potenza è radice dell'immortalità. Così non ci traviarono nell'errore le male arti dell'umana invenzione, nè il vano artifizio di ombreggiata pittura, nè effigie scolpita di diversi colori. La vista di ciò eccita la passione dello sciocco, invaghito dell'esanime figura d'una morta immagine. Affezionati al male, son degni di sperare in tali cose, e chi le fa e chi le ama e chi le onora.

 

Follia dell'idolatria

Un vasaio, maneggiando la molle creta, con molta fatica, ne forma or questo or quel vaso a nostro servizio, collo stesso fango fa vasi destinati a nobili usi, ed anche quelli destinati a tutt'altro; e dell'uso a cui debbon servire quei vasi ne è giudice il vasaio. E poi, con vana fatica, fa, del medesimo fango, un dio, lui che, da poco fatto di terra, tra poco ritorna a quello da cui fu tratto, quando gli sarà dimandata l'anima, che ha come in prestito. Ma egli non si dà pena della sua fatica, nè della brevità della sua vita, ma tenta di far concorrenza agli orefici e agli argentieri, imita i bronzisti, e pone la sua gloria nel formare cose inutili. 10 Cenere è il suo cuor, la sua speranza è più vana della terra, la sua vita è più vile del fango; 11 perchè non riconosce colui che l'ha fatto, che gli ha ispirata l'anima, che agisce, e soffiò in lui lo spirito della vita. 12 Essi han creduto che la nostra vita sia un gioco, e che tutta l'occupazione della vita abbia per scopo il guadagno, e che si debba guadagnare con tutti i mezzi, anche col delitto. 13 Ben sa di peccare sopra ogni altro chi dalla (medesima) mota fa fragili vasi e idoli scolpiti. 14 Son tutti insensati e disgraziati e oltremodo superbi di spirito i nemici del tuo popolo e chi li governa; 15 perchè hanno stimati come dèi tutti di idoli delle genti, i quali non han l'uso degli occhi per vedere, nè delle narici per respirare, nè degli orecchi per udire, nè dei diti delle mani per toccare, ed anche i loro piedi sono incapaci di muoversi. 16 Un uomo li ha fatti, li ha formati uno che ha lo spirito in prestito. Nessun uomo potrà mai fare un dio simile a se stesso. 17 Egli, essendo mortale, con empie mani forma una cosa morta. Ma egli è da più di quelli che adora, perchè egli almeno ha la vita, sebbene mortale, ma quelli non l'hanno mai avuta. 18 Inoltre essi adorano gli animali più ributtanti, che, paragonati agli altri privi di ragione, sono i peggiori. 19 Ed anche nell'aspetto nessuno in questi animali può vedere qualche cosa di bello, perchè furono esclusi dall'approvazione e dalla benedizioni di Dio.