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Secondo discorso di Eliu

Poi Eliu, continuando a parlare, disse anche questo: «O sapienti, ascoltate le mie parole, o prudenti, statemi a sentire: giacchè l'orecchio giudica le parole come il palato discerne i cibi. Formiamoci un giudizio, e vediamo tra noi quale sia il meglio. Giobbe ha detto: Io son giusto: e Dio non mi rende giustizia; nel giudizio fatto contro di me ci sono degli sbagli; la mia piaga è atroce senza che io abbia peccato: chi è mai come Giobbe che beve l'insulto come l'acqua, e cammina con quei che commettono l'iniquità, e s'imbranca cogli scelerati? Infatti ha detto: L'uomo non piacerà a Dio, quand'anche corresse assieme con lui. 10 Or dunque ascoltatemi, o uomini assennati. Lungi da Dio l'empietà, e dall'onnipotente l'ingiustizia. 11 Egli infatti renderà all'uomo secondo le sue opere, e retribuirà a ciascuno secondo la sua condotta. 12 Di certo Dio non condanna senza ragione, e l'Onnipotente non perverte la giustizia. 13 Qual altro ha Egli costituito sopra la terra? A chi ha dato il governo dell'universo da lui creato? 14 Se restringesse in sè il suo pensiero, se ritirasse a sè lo spirito e il fiato, 15 sogni carne verrebbe meno, e l'uomo ritornerebbe in cenere. 16 Se tu sei intelligente, ascolta quanto si dice, e sta' attento al suono delle mie parole. 17 Può forse essere sanato colui che non ama la giustizia? E come fai a condannare a questa maniera colui che è il Giusto? 18 Colui che dice al re: Apostata, e chiama i grandi scelerati; 19 colui che non guarda in faccia ai potenti, e non fa conto del tiranno quando è in litigio col povero, perché tutti sono opera delle sue mani. 20 Essi moriranno all'improvviso, nel mezzo della notte, ne saran turbati i popoli, ed essi passeranno, e il violento sarà portato via senza la mano (dell'uomo). 21 Infatti Dio tien d'occhio la condotta dei mortali e considera tutti i loro passi. 22 Non vi son tenebre, nè ombra di morte ove possano nascondersi quelli che operano l'iniquità. 23 Non è più in potere dell'uomo di comparire al giudizio di Dio. 24 Egli ne stritolerà una moltitudine innumerevole, e ne stabilirà altri al loro posto. 25 Conoscendo le loro opere, li travolge nella notte e li fa stritolare; 26 li colpisce come empi in presenza di tutti. 27 Essi come per partito preso si allontanarono da lui e non vollero comprendere nessuna delle sue vie, 28 in modo da far giungere a lui il gemito del povero, da fargli sentire i lamenti degl'infelici. 29 Se Egli dà pace, chi potrà condannare? Se Egli nasconde il suo volto, chi potrà contemplarlo, sia delle nazioni che di tutti gli uomini? 30 E gli fa regnare l'ipocrita a motivo dei peccati del popolo. 31 Giacchè io ho parlato davanti a Dio, non t'impedirò di parlare. 32 Se ho sbagliato, mostramelo, e se ho parlato male non dirò altro. 33 Forse che Dio non ti domanderà conto dell'iniquità, perchè ti è dispiaciuto? Tu e non io hai cominciato a parlare, or se hai qualche cosa di meglio, parla. 34 Parlino con me gli uomini intelligenti, e l'uomo saggio mi ascolti. 35 Ma Giobbe ha parlato stoltamente, e le sue parole non suonan buona dottrina. 36 Padre mio, sia provato Giobbe sino alla fine, non risparmiare l'uomo iniquo; 37 perchè egli aggiunge ai suoi peccati la bestemmia. Frattanto sia fra noi messo alle strette, e poi coi suoi discorsi chiami in giudizio Dio».