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Ritorno di Absalom. Sua riconciliazione con il padre

Ioab, figlio di Seruia, accortosi che il cuore del re si inclinava verso Absalom, fece venire da Tecoa, una donna saggia, alla quale disse: “Fingi di essere in lutto: mettiti una veste da lutto, non ti ungere con olio, e sii come una donna che piange da molto tempo un morto; poi entra presso il re e parlagli così e così”. E Ioab le suggerì le parole da dire. La donna di Tecoa andò dunque a parlare al re, si gettò con la faccia a terra, si prostrò, e disse: “O re, aiutami!”. Il re le disse: “Che hai?”. E lei rispose: “Purtroppo io sono una vedova; mio marito è morto. La tua serva aveva due figli, i quali litigarono tra di loro in campagna e, siccome non c’era nessuno che li separasse, uno colpì l’altro, e lo uccise. Ed ecco che tutta la famiglia è insorta contro la tua serva, dicendo: ‘Consegnaci colui che ha ucciso il fratello, affinché lo facciamo morire per vendicare il fratello che egli ha ucciso e per sterminare così anche l’erede’. In questo modo spegneranno il tizzone che mi è rimasto e non lasceranno a mio marito né nome né discendenza sulla faccia della terra”. Il re disse alla donna: “Vattene a casa tua: io darò degli ordini a tuo riguardo”. La donna di Tecoa disse al re: “O re mio signore, la colpa cada su me e sulla casa di mio padre, ma il re e il suo trono non ne siano responsabili”. 10 E il re: “Se qualcuno parla contro di te, portalo da me, e vedrai che non ti toccherà più”. 11 Allora lei disse: “Ti prego, il re invochi l’Eterno, il tuo Dio, come testimone perché il vendicatore del sangue non aumenti la rovina e non sia sterminato mio figlio”. Ed egli rispose: “Com’è vero che l’Eterno vive, non cadrà a terra un capello di tuo figlio!”. 12 Allora la donna disse: “Ti prego! lascia che la tua serva dica ancora una parola al re, mio signore!”. Egli rispose: “Parla”. 13 La donna riprese: “Perché pensi così contro il popolo di Dio? Dalla parola che il re ha ora pronunciata risulta essere in un certo modo colpevole, in quanto non richiama colui che ha esiliato. 14 Noi dobbiamo morire e siamo come acqua versata a terra che non si può più raccogliere, ma Dio non toglie la vita, anzi medita il modo in cui l’esiliato non rimanga confinato lontano da lui. 15 Ora, se io sono venuta a parlare così al re mio signore è perché il popolo mi ha fatto paura e la tua serva ha detto: ‘Voglio parlare al re; forse il re farà quello che gli dirà la sua serva; 16 il re ascolterà la sua serva e la libererà dalle mani di quelli che vogliono sterminare me e mio figlio dall’eredità di Dio’. 17 La tua serva diceva: ‘Possa la parola del re, mio signore, darmi tranquillità!’, poiché il re mio signore è come un angelo di Dio per discernere il bene dal male. L’Eterno, il tuo Dio, sia con te!”. 18 Il re rispose e disse alla donna: “Ti prego, non nascondermi ciò che io ti domanderò”. La donna disse: “Parli pure il re, mio signore”. 19 E il re: “Dietro a tutto questo non c’è forse la mano di Ioab?”. La donna rispose: “Com’è vero che l’anima tua vive, o re mio signore, la cosa sta né più né meno come ha detto il re mio signore; infatti, il tuo servo Ioab è colui che mi ha dato questi ordini, ed è lui che ha messo tutte queste parole in bocca alla tua serva. 20 Il tuo servo Ioab ha fatto così per dare un altro aspetto all’affare di Absalom; ma il mio signore ha la sapienza di un angelo di Dio e conosce tutto quello che avviene sulla terra”. 21 Allora il re disse a Ioab: “Ecco, voglio fare ciò che hai chiesto; va’ dunque, e fa’ tornare il giovane Absalom”. 22 Ioab si gettò con la faccia a terra, si prostrò, benedisse il re, e disse: “Oggi il tuo servo riconosce che ha trovato grazia ai tuoi occhi, o re, mio signore; poiché il re ha fatto ciò che il suo servo gli ha chiesto”. 23 Ioab dunque si alzò, andò a Ghesur e condusse Absalom a Gerusalemme. 24 E il re disse: “Che egli si ritiri in casa sua e non veda la mia faccia!”. Così Absalom si ritirò in casa sua e non vide la faccia del re. 25 Ora in tutto Israele non c’era un uomo che fosse celebrato per la sua bellezza al pari di Absalom; dalla pianta del piede fino alla cima del capo non c’era in lui nessun difetto. 26 E quando si faceva tagliare i capelli (e se li faceva tagliare ogni anno perché la capigliatura gli pesava troppo) il peso dei suoi capelli era di duecento sicli a peso del re. 27 Ad Absalom nacquero tre figli e una figlia di nome Tamar, che era donna di bell’aspetto. 28 Absalom abitò a Gerusalemme due anni, senza vedere la faccia del re. 29 Poi Absalom fece chiamare Ioab per mandarlo dal re ma egli non volle andare da lui; lo mandò a chiamare una seconda volta, ma Ioab non volle andare. 30 Allora Absalom disse ai suoi servi: “Guardate! Il campo di Ioab è vicino al mio e c’è dell’orzo; andate ad appiccarvi il fuoco!”. E i servi di Absalom diedero fuoco al campo. 31 Allora Ioab si alzò, andò a casa di Absalom, e gli disse: “Perché i tuoi servi hanno dato fuoco al mio campo?”. 32 Absalom rispose a Ioab: “Io ti avevo mandato a dire: ‘Vieni qua, perché io possa mandarti dal re a dirgli: Perché sono tornato da Ghesur? Meglio per me, se io fossi ancora là!’. Ora dunque fa’ in modo che io veda la faccia del re! e se c’è in me qualche colpa, che egli mi faccia morire!”. 33 Ioab allora andò dal re e gli riferì la cosa. Il re fece chiamare Absalom, il quale andò da lui e si prostrò con la faccia a terra in sua presenza; e il re baciò Absalom.