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Secondo peccato di Saul dopo la sua vittoria su Amalec

Samuele disse a Saul: “L’Eterno mi ha mandato per ungerti re del suo popolo Israele; ascolta dunque quello che ti dice l’Eterno. Così parla l’Eterno degli eserciti: ‘Io ricordo ciò che Amalec fece a Israele quando gli si oppose nel viaggio mentre saliva dall’Egitto. Ora va’, sconfiggi Amalec, vota allo sterminio tutto ciò che gli appartiene; non lo risparmiare, ma uccidi uomini e donne, fanciulli e lattanti, buoi e pecore, cammelli e asini’”. Saul dunque convocò il popolo e ne fece la rassegna in Telaim: erano duecentomila fanti e diecimila uomini di Giuda. Saul giunse alla città di Amalec, tese un’imboscata nella valle, e disse ai Chenei: “Andatevene, ritiratevi, allontanatevi dagli Amalechiti, perché io non vi distrugga insieme a loro, poiché voi avete usato benevolenza verso tutti i figli d’Israele quando salirono dall’Egitto”. Così i Chenei si ritirarono dagli Amalechiti. Saul sconfisse gli Amalechiti da Avila fino a Sur, che sta di fronte all’Egitto. Prese vivo Agag, re degli Amalechiti, e votò allo sterminio tutto il popolo, passandolo a fil di spada. Ma Saul e il popolo risparmiarono Agag e il meglio delle pecore, dei buoi, gli animali della seconda figliatura, gli agnelli e tutto quel che c’era di buono; non vollero votarli allo sterminio, ma votarono allo sterminio tutto ciò che non aveva valore ed era scadente. 10 Allora la parola dell’Eterno fu rivolta a Samuele, dicendo: 11 “Io mi pento di avere stabilito re Saul, perché si è sviato da me e non ha eseguito i miei ordini”. Samuele ne fu irritato e gridò all’Eterno tutta la notte. 12 Poi si alzò la mattina di buon’ora e andò incontro a Saul; ma vennero a dire a Samuele: “Saul è andato a Carmel, e là si è eretto un monumento; poi se n’è ritornato e, passando oltre, è sceso a Ghilgal”. 13 Samuele si recò da Saul; e Saul gli disse: “L’Eterno ti benedica! Io ho eseguito l’ordine dell’Eterno”. 14 E Samuele disse: “Che cos’è dunque questo belare di pecore che mi giunge agli orecchi e questo muggire di buoi che sento?”. 15 Saul rispose: “Sono bestie condotte dal paese degli Amalechiti; perché il popolo ha risparmiato il meglio delle pecore e dei buoi per farne dei sacrifici all’Eterno, al tuo Dio; il resto, però, l’abbiamo votato allo sterminio”. 16 Allora Samuele disse a Saul: “Basta! Io ti annuncerò quello che l’Eterno mi ha detto stanotte!”. E Saul gli disse: “Parla”. 17 E Samuele disse: “Non è forse vero che quando ti reputavi piccolo sei divenuto capo delle tribù d’Israele, e l’Eterno ti ha unto re d’Israele? 18 L’Eterno ti aveva dato una missione, dicendo: ‘Va’, vota allo sterminio quei peccatori degli Amalechiti, e fa’ loro guerra finché siano sterminati’. 19 E perché dunque non hai ubbidito alla voce dell’Eterno? Perché ti sei gettato sul bottino e hai fatto ciò che è male agli occhi dell’Eterno?”. 20 E Saul disse a Samuele: “Ma io ho ubbidito alla voce dell’Eterno, ho compiuto la missione che l’Eterno mi aveva affidato, ho condotto qui Agag, re di Amalec, e ho votato allo sterminio gli Amalechiti; 21 ma il popolo ha preso, fra il bottino, delle pecore e dei buoi come primizie di ciò che doveva essere sterminato, per farne dei sacrifici all’Eterno, al tuo Dio, a Ghilgal”. 22 Allora Samuele disse: “L’Eterno gradisce gli olocausti e i sacrifici quanto l’ubbidire alla sua voce? Ecco, l’ubbidienza è meglio del sacrificio, e dare ascolto vale più del grasso dei montoni; 23 poiché la ribellione è come il peccato della divinazione, e l’ostinatezza è come l’adorazione degli idoli e degli dèi domestici. Poiché tu hai rigettato la parola dell’Eterno, anch’egli ti rigetta come re”. 24 Allora Saul disse a Samuele: “Io ho peccato, poiché ho trasgredito il comandamento dell’Eterno e le tue parole; io ho temuto il popolo, e ho dato ascolto alla sua voce. 25 Ora dunque, ti prego, perdona il mio peccato, ritorna con me, e io mi prostrerò davanti all’Eterno”. Samuele disse a Saul: 26 “Io non ritornerò con te, poiché hai rigettato la parola dell’Eterno, e l’Eterno ha rigettato te perché tu non sia più re sopra Israele”. 27 E come Samuele si voltava per andarsene, Saul lo prese per il lembo del mantello, che si strappò. 28 Allora Samuele gli disse: “L’Eterno strappa oggi di dosso a te il regno d’Israele e lo dà a un altro, che è migliore di te. 29 E colui che è la gloria d’Israele non mentirà e non si pentirà; poiché egli non è un uomo perché debba pentirsi”. 30 Allora Saul disse: “Ho peccato; ma tu adesso onorami, ti prego, in presenza degli anziani del mio popolo e in presenza d’Israele; ritorna con me e io mi prostrerò davanti all’Eterno, al tuo Dio”. 31 Samuele dunque ritornò, seguendo Saul, e Saul si prostrò davanti all’Eterno. 32 Poi Samuele disse: “Conducetemi qui Agag, re degli Amalechiti”. E Agag venne da lui incatenato. E Agag diceva: “Certo, l’amarezza della morte è passata”. 33 Samuele gli disse: “Come la tua spada ha privato le donne di figli, così tua madre sarà privata di figli fra le donne”. E Samuele fece squartare Agag in presenza dell’Eterno a Ghilgal. 34 Poi Samuele se ne andò a Rama, e Saul salì a casa sua, a Ghibea di Saul. 35 E Samuele, finché visse, non andò più a vedere Saul, perché Samuele faceva cordoglio per Saul; e l’Eterno si pentì di avere fatto Saul re d’Israele.