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La vera grandezza. Gli scandali

(Marco 9:33-37; Luca 9:46-48; 17:1, 2; 15:4-7)

In quel momento i discepoli si accostarono a Gesù, dicendo: “Chi è dunque il maggiore nel regno dei cieli?”. Ed egli, chiamato a sé un piccolo fanciullo, lo pose in mezzo a loro e disse: “In verità io vi dico: Se non cambiate e non diventate come i piccoli fanciulli, non entrerete affatto nel regno dei cieli. Chi pertanto si abbasserà come questo piccolo fanciullo, è lui il maggiore nel regno dei cieli. E chiunque accoglie un bambino come questo nel nome mio, riceve me. Ma chi avrà scandalizzato uno di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina da mulino e fosse gettato in fondo al mare. Guai al mondo per gli scandali! Poiché è necessario che avvengano degli scandali, ma guai all’uomo per cui lo scandalo avviene! Ora, se la tua mano o il tuo piede ti è occasione di peccato, mozzali e gettali via da te; meglio è per te entrare nella vita monco o zoppo che avere due mani o due piedi ed essere gettato nel fuoco eterno. E se il tuo occhio ti è occasione di peccato, cavalo e gettalo via da te; meglio è per te entrare nella vita con un occhio solo, che avere due occhi ed essere gettato nella geenna del fuoco. 10 Guardatevi dal disprezzare qualcuno di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli, nei cieli, vedono continuamente la faccia del Padre mio che è nei cieli. 11 [Poiché il Figlio dell’uomo è venuto a salvare ciò che era perito.] 12 Che ve ne pare? Se un uomo ha cento pecore e una di queste si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti per andare in cerca della smarrita? 13 E se riesce a ritrovarla, in verità vi dico che egli si rallegra più per questa che per le novantanove che non si erano smarrite. 14 Allo stesso modo, il Padre vostro che è nei cieli non vuole che uno solo di questi piccoli perisca.

 

La riprensione fraterna

(Cfr. Luca 17:3, 4)

15 Se poi tuo fratello ha peccato contro di te, va’ e riprendilo fra te e lui solo. Se ti ascolta, avrai guadagnato tuo fratello, 16 ma, se non ti ascolta, prendi con te una o due persone, affinché ogni parola sia confermata per bocca di due o tre testimoni. 17 Se rifiuta di ascoltarli, dillo alla chiesa e, se rifiuta di ascoltare anche la chiesa, sia per te come il pagano e il pubblicano. 18 Io vi dico in verità che tutte le cose che avrete legate sulla terra, saranno legate nel cielo e tutte le cose che avrete sciolte sulla terra, saranno sciolte nel cielo. 19 E anche in verità vi dico: Se due di voi sulla terra si accordano a domandare una cosa qualsiasi, quella sarà loro concessa dal Padre mio che è nei cieli. 20 Poiché dovunque due o tre sono riuniti nel nome mio, io sono lì in mezzo a loro”.

 

Il perdono fraterno. La parabola del servo spietato

(Cfr. Luca 17:3, 4)

21 Allora Pietro, accostatosi, gli disse: “Signore, quante volte perdonerò mio fratello se pecca contro di me? Fino a sette volte?”. 22 E Gesù a lui: “Io non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. 23 Perciò il regno dei cieli è simile a un re che volle fare i conti con i suoi servitori. 24 Avendo cominciato a fare i conti, gli fu presentato uno che era debitore di diecimila talenti 25 e, non avendo costui di che pagare, il suo signore comandò che fosse venduto lui con la moglie e i figli e tutto quanto aveva e che il debito fosse pagato. 26 Perciò il servo, gettatosi a terra, gli si prostrò davanti, dicendo: ‘Abbi pazienza con me e ti pagherò tutto’. 27 E il signore di quel servo, mosso a compassione, lo lasciò andare e gli condonò il debito. 28 Ma quel servo, uscito, trovò uno dei suoi conservi che gli doveva cento denari e, afferratolo, lo strangolava, dicendo: ‘Paga quello che devi!’. 29 Perciò il conservo, gettatosi a terra, lo pregava dicendo: ‘Abbi pazienza con me e ti pagherò’. 30 Ma l’altro non volle, anzi andò e lo fece gettare in carcere finché avesse pagato il debito. 31 I suoi conservi, visto il fatto, ne furono grandemente rattristati e andarono a riferire al loro signore tutto l’accaduto. 32 Allora il suo signore lo chiamò a sé e gli disse: ‘Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito, perché tu me ne supplicasti; 33 non dovevi anche tu avere pietà del tuo conservo, come ebbi anch’io pietà di te?’. 34 E il suo signore, adirato, lo diede in mano degli aguzzini fino a quando non avesse pagato tutto quello che gli doveva. 35 Così vi farà anche il Padre mio celeste, se ognuno di voi non perdona di cuore al proprio fratello”.