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Ristabilimento della tribù di Beniamino

Gli uomini d’Israele avevano giurato a Mispa, dicendo: “Nessuno di noi darà sua figlia in moglie a un Beniaminita”. E il popolo venne a Betel, dove rimase fino alla sera in presenza di Dio, e alzando la voce, pianse dirottamente, e disse: “O Eterno, o Dio d’Israele, perché mai è avvenuto questo in Israele? Perché oggi c’è in Israele una tribù in meno?”. Il giorno seguente, il popolo si alzò di buon mattino, costruì là un altare, e offrì olocausti e sacrifici di ringraziamento. E i figli d’Israele dissero: “Chi è, fra tutte le tribù d’Israele, che non sia salito all’assemblea davanti all’Eterno?”. Poiché avevano fatto questo giuramento solenne relativamente a chi non fosse salito in presenza dell’Eterno a Mispa: “Quel tale dovrà essere messo a morte”. I figli d’Israele si pentivano di quello che avevano fatto a Beniamino loro fratello, e dicevano: “Oggi è stata soppressa una tribù d’Israele. Come faremo a procurare delle donne ai superstiti, visto che abbiamo giurato nel nome dell’Eterno di non dare loro in moglie nessuna delle nostre figlie?”; dissero dunque: “Qual è fra le tribù d’Israele quella che non è salita in presenza dell’Eterno a Mispa?”. Ed ecco che nessuno di Iabes in Galaad era venuto all’accampamento, all’assemblea; poiché, fatto il censimento del popolo, si trovò che non c’era là nessuno degli abitanti di Iabes in Galaad. 10 Allora l’assemblea mandò là dodicimila uomini tra i più valorosi, e diede loro quest’ordine: “Andate, e passate a fil di spada gli abitanti di Iabes in Galaad, con le donne e i bambini. 11 E farete questo: voterete allo sterminio ogni maschio e ogni donna che abbia avuto relazioni carnali con un uomo”. 12 E quelli trovarono, fra gli abitanti di Iabes in Galaad, quattrocento fanciulle che non avevano avuto relazioni carnali con un uomo, e le condussero all’accampamento, a Silo, che è nel paese di Canaan. 13 Tutta l’adunanza inviò dei messaggeri per parlare ai figli di Beniamino che erano al masso di Rimmon e per annunciare loro la pace. 14 Allora i Beniaminiti tornarono e gli furono date le donne a cui era stata risparmiata la vita fra le donne di Iabes in Galaad; ma non ve ne fu abbastanza per tutti. 15 Il popolo dunque si pentiva di quello che aveva fatto a Beniamino, perché l’Eterno aveva aperto una breccia fra le tribù d’Israele. 16 E gli anziani dell’assemblea dissero: “Come faremo a procurare delle donne ai superstiti, visto che le donne Beniaminite sono state distrutte?”. Poi dissero: 17 “Quelli che sono scampati rimangano in possesso di ciò che apparteneva a Beniamino, affinché non sia soppressa una tribù in Israele. 18 Ma noi non possiamo dare loro le nostre figlie in moglie”. Poiché i figli d’Israele avevano giurato, dicendo: “Maledetto chi darà una moglie a Beniamino!”. 19 E dissero: “Ecco, ogni anno si fa una festa in onore dell’Eterno a Scilo, che è a nord di Betel, a oriente della strada che sale da Betel a Sichem, e a sud di Lebna”. 20 E diedero quest’ordine ai figli di Beniamino: “Andate, fate un’imboscata nelle vigne; 21 state attenti, e quando le figlie di Silo usciranno per danzare in coro, sbucherete dalle vigne, rapirete ciascuno una delle figlie di Silo per farne vostra moglie, e ve ne andrete nel paese di Beniamino. 22 E quando i loro padri o i loro fratelli verranno a lamentarsi con noi, noi diremo loro: ‘Datecele, per favore, poiché in questa guerra non abbiamo preso una donna per uno; inoltre non siete voi che le avete date loro; in quel caso, voi sareste colpevoli’”. 23 E i figli di Beniamino fecero in quel modo: si presero delle mogli, secondo il loro numero, fra le danzatrici; le rapirono, poi partirono e tornarono nella loro eredità, ricostruirono le città e vi stabilirono la loro dimora. 24 In quello stesso tempo, i figli d’Israele se ne andarono di là, ciascuno nella sua tribù e nella sua famiglia, e ognuno tornò nel luogo della sua eredità. 25 In quel tempo, non c’era re in Israele; ognuno faceva ciò che gli pareva meglio.