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Preghiera di Ezechia. Profezia di Isaia. Liberazione di Gerusalemme

Quando il re Ezechia ebbe udito questo si stracciò le vesti, si coprì di un sacco ed entrò nella casa dell’Eterno. Mandò Eliachim, prefetto del palazzo, Scebna, il segretario, e i più anziani dei sacerdoti, coperti di sacchi, dal profeta Isaia, figlio di Amots, i quali gli dissero: “Così parla Ezechia: ‘Questo giorno è giorno di angoscia, di castigo e di vergogna; poiché i figli sono giunti al punto di uscire dal grembo materno, ma manca la forza per partorirli. Forse, l’Eterno, il tuo Dio, ha udito le parole di Rabsaché, che il re di Assiria, suo signore, ha mandato a oltraggiare l’Iddio vivente; e forse l’Eterno, il tuo Dio, punirà le parole che ha udito. Fa’ dunque salire a Dio una preghiera per il resto del popolo che sussiste ancora’”. I servi del re Ezechia si recarono dunque da Isaia. E Isaia disse loro: “Dite al vostro signore: ‘Così parla l’Eterno: Non temere per le parole che hai udito, con le quali i servi del re di Assiria mi hanno oltraggiato. Ecco, io stesso metterò in lui un tale spirito che, all’udire una certa notizia, egli tornerà nel suo paese; e io lo farò cadere di spada nel suo paese’”. Rabsaché ritornò e trovò il re di Assiria che assediava Libna; poiché aveva saputo che il suo signore era partito da Lachis. Allora il re di Assiria ricevette questa notizia, concernente Tiraca, re d’Etiopia: “Egli si è messo in marcia per farti guerra”. Appena ebbe udito questo, inviò dei messaggeri a Ezechia, con questo messaggio: 10 “Dite così a Ezechia, re di Giuda: ‘Il tuo Dio, nel quale confidi, non ti inganni dicendo: Gerusalemme non sarà data nelle mani del re di Assiria. 11 Ecco, tu hai udito quello che i re di Assiria hanno fatto a tutti gli altri paesi, votandoli allo sterminio; e tu scamperesti? 12 Gli dèi delle nazioni che i miei padri distrussero, gli dèi di Gozan, di Caran, di Resef, e dei figli di Eden che sono a Telassar, riuscirono forse a liberarle? 13 Dove sono il re di Camat, il re di Arpad, il re della città di Sefarvaim e quelli di Ena e di Ivva?’”. 14 Ezechia prese la lettera dalle mani dei messaggeri e la lesse; poi salì alla casa dell’Eterno e la spiegò davanti all’Eterno. 15 Ed Ezechia pregò l’Eterno, dicendo: 16 “O Eterno degli eserciti, Dio d’Israele, che siedi sopra i cherubini! Tu solo sei l’Iddio di tutti i regni della terra; tu hai fatto il cielo e la terra. 17 O Eterno, inclina il tuo orecchio, e ascolta! O Eterno, apri i tuoi occhi, e vedi! Ascolta tutte le parole che Sennacherib ha mandato a dire per oltraggiare l’Iddio vivente! 18 È vero, o Eterno; i re di Assiria hanno devastato tutte quelle nazioni e le loro terre, 19 e hanno dato alle fiamme i loro dèi; perché quelli non erano dèi; ma erano opera di mano d’uomo, legno e pietra, e li hanno distrutti. 20 Ma ora, o Eterno, o Dio nostro, liberaci dalle mani di Sennacherib, affinché tutti i regni della terra conoscano che tu solo sei l’Eterno!”. 21 Allora Isaia, figlio di Amots, mandò a dire a Ezechia: “Così dice l’Eterno, l’Iddio d’Israele: ‘La preghiera che tu mi hai rivolto riguardo a Sennacherib, re di Assiria, io l’ho udita; 22 e questa è la parola che l’Eterno ha pronunciata contro di lui:

La vergine, figlia di Sion, ti disprezza e si fa beffe di te; la figlia di Gerusalemme scuote la testa dietro a te.
23 Chi hai insultato e oltraggiato? Contro chi hai alzato la voce e alzato in alto gli occhi? Contro il Santo d’Israele. 24 Per mezzo dei tuoi servi tu hai insultato il Signore, e hai detto: ‘Con la moltitudine dei miei carri io sono salito in vetta ai monti, nei recessi del Libano; io taglierò i suoi cedri più alti, i suoi cipressi più belli; io giungerò alla sua cima più alta, alla sua foresta più magnifica. 25 Io ho scavato e bevuto dell’acqua; con la pianta dei miei piedi prosciugherò tutti i fiumi d’Egitto’. 26 Non hai tu udito? Già da lungo tempo io ho preparato queste cose, da tempi antichi ne ho formato il disegno. Ora le faccio accadere e tu sei là per ridurre le città forti in monti di rovine. 27 I loro abitanti, ridotti all’impotenza, sono smarriti e confusi; sono come l’erba dei campi, come la tenera verdura, come l’erba dei tetti, come grano riarso prima che metta la spiga. 28 Ma io so quando ti siedi, quando esci, quando entri e quando ti infuri contro di me. 29 Poiché ti sei infuriato contro di me e, poiché la tua insolenza è giunta ai miei orecchi, io ti metterò il mio anello al naso, il mio morso in bocca e ti farò tornare per la via da dove sei venuto’.

30 Questo, o Ezechia, sarà per te il segno: quest’anno si mangerà il frutto del grano caduto; il secondo anno, quello che cresce da sé; ma il terzo anno seminerete e mieterete, pianterete vigne e ne mangerete il frutto. 31 E il resto della casa di Giuda che sarà scampato metterà ancora radici in basso, e porterà frutto in alto. 32 Poiché da Gerusalemme uscirà un residuo, e dal monte di Sion usciranno degli scampati. Lo zelo dell’Eterno degli eserciti farà questo. 33 Perciò così parla l’Eterno riguardo al re di Assiria: ‘Egli non entrerà in questa città e non vi lancerà dentro alcuna freccia; non verrà davanti a essa con scudi e non eleverà trincee contro di lei. 34 Egli se ne tornerà per la via da dove è venuto e non entrerà in questa città’, dice l’Eterno. 35 ‘Poiché io proteggerò questa città per salvarla, per amore di me stesso e per amore di Davide, mio servo’”. 36 L’angelo dell’Eterno uscì e colpì, nell’accampamento degli Assiri, centottantacinquemila uomini; quando la gente si alzò la mattina, ecco che erano tanti cadaveri. 37 Allora Sennacherib, re di Assiria, tolse l’accampamento, partì e tornò a Ninive, dove rimase. 38 E avvenne che, mentre egli era prostrato nella casa di Nisroc, suo dio, Adrammelec e Sareser, suoi figli, lo uccisero a colpi di spada, e si rifugiarono nel paese di Ararat. Ed Esaraddon, suo figlio, regnò al suo posto.