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Profezia sulla distruzione di Gerusalemme; Geremia minacciato di morte

Gr 7:1-15

Nel principio del regno di Ioiachim figlio di Giosia, re di Giuda, fu pronunciata questa parola da parte del SIGNORE:

«Così parla il SIGNORE: "Va' nel cortile della casa del SIGNORE, e di' a tutte le città di Giuda, che vengono a prostrarsi nella casa del SIGNORE, tutte le parole che io ti comando di dir loro; non omettere nessuna parola. Forse daranno ascolto e si convertiranno ciascuno dalla sua via malvagia; e io mi pentirò del male che penso di far loro per la malvagità delle loro azioni. Tu dirai loro: 'Così parla il SIGNORE: Se non date ascolto, se non camminate secondo la mia legge, che vi ho posta davanti, se non date ascolto alle parole dei miei servitori, i profeti, i quali vi mando, che vi ho mandato fin dal mattino e non li avete ascoltati, io tratterò questa casa come Silo, e farò in modo che questa città serva di maledizione presso tutte le nazioni della terra'"».

 

Gr 1:19; 5:12-13; 38:1-6; Am 7:8-13; 2Ti 4:2-5; Mt 10:16

I sacerdoti, i profeti e tutto il popolo udirono Geremia che pronunciava queste parole nella casa del SIGNORE. Appena Geremia ebbe finito di pronunciare tutto quello che il SIGNORE gli aveva comandato di dire a tutto il popolo, i sacerdoti, i profeti e tutto il popolo lo presero e dissero: «Tu devi morire! Perché hai profetizzato nel nome del SIGNORE, dicendo: "Questa casa sarà come Silo e questa città sarà devastata, e priva di abitanti"?» Tutto il popolo si radunò contro Geremia nella casa del SIGNORE. 10 Quando i capi di Giuda udirono queste cose, salirono dal palazzo del re al tempio del SIGNORE, e si sedettero all'ingresso della porta nuova del tempio del SIGNORE. 11 I sacerdoti e i profeti parlarono ai capi e a tutto il popolo, dicendo: «Quest'uomo merita la morte, perché ha profetizzato contro questa città, nel modo che avete udito con le vostre orecchie».

12 Allora Geremia parlò a tutti i capi e a tutto il popolo, dicendo: «Il SIGNORE mi ha mandato a profetizzare contro questo tempio e contro questa città tutte le cose che avete udite. 13 Ora, cambiate le vostre vie e le vostre azioni, date ascolto alla voce del SIGNORE, del vostro Dio, e il SIGNORE si pentirà del male che ha pronunciato contro di voi. 14 Quanto a me, eccomi nelle vostre mani; fate di me quello che vi parrà buono e giusto. 15 Soltanto sappiate per certo che, se mi uccidete, mettete del sangue innocente addosso a voi, a questa città e ai suoi abitanti, perché il SIGNORE mi ha veramente mandato da voi per farvi udire tutte queste parole».

 

(Gr 36:10-26; 38:7-13) At 5:34, ecc.; Sl 37:32-33

16 Allora i capi e tutto il popolo dissero ai sacerdoti e ai profeti: «Quest'uomo non merita la morte, perché ci ha parlato nel nome del SIGNORE, del nostro Dio». 17 Alcuni degli anziani del paese si alzarono e parlarono così a tutta l'assemblea del popolo: 18 «Michea, il Morasita, profetizzò ai giorni di Ezechia, re di Giuda, e parlò a tutto il popolo di Giuda in questi termini:

"Così dice il SIGNORE degli eserciti:

'Sion sarà arata come un campo,

Gerusalemme diventerà un mucchio di macerie,

e la montagna del tempio, un'altura boscosa'".

19 Ezechia, re di Giuda, e tutto Giuda lo misero a morte? Ezechia non temette forse il SIGNORE, e non supplicò il SIGNORE al punto che il SIGNORE si pentì del male che aveva pronunciato contro di loro? Ma noi stiamo per compiere un male gravissimo a nostro danno».

20 Vi fu anche un altro uomo che profetizzò nel nome del SIGNORE: Uria, figlio di Semaia di Chiriat-Iearim, il quale profetizzò contro questa città e contro questo paese, in tutto e per tutto come Geremia. 21 Il re Ioiachim, tutti i suoi uomini prodi e tutti i suoi capi udirono le sue parole; il re cercò di farlo morire; ma Uria lo seppe, ebbe paura, fuggì e andò in Egitto. 22 Il re Ioiachim mandò degli uomini in Egitto, cioè Elnatan, figlio di Acbor, e altra gente con lui. 23 Questi trassero Uria fuori d'Egitto, e lo condussero al re Ioiachim, il quale lo colpì con la spada, e gettò il suo cadavere fra le sepolture dei figli del popolo.

24 Ma la mano di Aicam, figlio di Safan, fu con Geremia, e impedì che fosse dato in mano del popolo per essere messo a morte.