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Discorso di Paolo ai Giudei

At 9:1-30; 26:9-21; 1Ti 1:12-17

«Fratelli e padri, ascoltate ciò che ora vi dico a mia difesa».

Quando ebbero udito che egli parlava loro in lingua ebraica, fecero ancor più silenzio. Poi disse:

«Io sono un Giudeo, nato a Tarso di Cilicia, ma allevato in questa città, educato ai piedi di Gamaliele nella rigida osservanza della legge dei padri; sono stato zelante per la causa di Dio, come voi tutti siete oggi; perseguitai a morte questa Via, legando e mettendo in prigione uomini e donne, come me ne sono testimoni il sommo sacerdote e tutto il collegio degli anziani; avute da loro delle lettere per i fratelli, mi recavo a Damasco per condurre legati a Gerusalemme anche quelli che erano là, perché fossero puniti.

Mentre ero per strada e mi avvicinavo a Damasco, verso mezzogiorno, improvvisamente dal cielo mi sfolgorò intorno una gran luce. Caddi a terra e udii una voce che mi disse: "Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?" Io risposi: "Chi sei, Signore?" Ed egli mi disse: "Io sono Gesù il Nazareno, che tu perseguiti". Coloro che erano con me videro sì la luce, ma non intesero la voce di colui che mi parlava. 10 Allora dissi: "Signore, che devo fare?" E il Signore mi disse: "Àlzati, va' a Damasco, e là ti saranno dette tutte le cose che ti è ordinato di fare". 11 E siccome non ci vedevo più a causa del fulgore di quella luce, fui condotto per mano da quelli che erano con me; e così giunsi a Damasco.

12 Un certo Anania, uomo pio secondo la legge, al quale tutti i Giudei che abitavano là rendevano buona testimonianza, 13 venne da me e, accostatosi, mi disse: "Fratello Saulo, ricupera la vista". E in quell'istante riebbi la vista e lo guardai. 14 Egli soggiunse: "Il Dio dei nostri padri ti ha destinato a conoscere la sua volontà, a vedere il Giusto e ad ascoltare una parola dalla sua bocca. 15 Perché tu gli sarai testimone davanti a tutti gli uomini delle cose che hai viste e udite. 16 E ora, perché indugi? Àlzati, sii battezzato e lavato dei tuoi peccati, invocando il suo nome".

17 Dopo il mio ritorno a Gerusalemme, mentre pregavo nel tempio, fui rapito in estasi, 18 e vidi Gesù che mi diceva: "Affrèttati, esci presto da Gerusalemme, perché essi non riceveranno la tua testimonianza su di me". 19 E io dissi: "Signore, essi sanno che io incarceravo e flagellavo nelle sinagoghe quelli che credevano in te; 20 quando si versava il sangue di Stefano, tuo testimone, anch'io ero presente e approvavo, e custodivo i vestiti di coloro che lo uccidevano". 21 Ma egli mi disse: "Va', perché io ti manderò lontano, tra i popoli"».

 

At 16:22-23, 35-39; 25:16

22 Lo ascoltarono fino a questa parola; poi alzarono la voce, dicendo: «Togli via dal mondo un uomo simile; perché non è degno di vivere». 23 Com'essi gridavano e gettavano via i loro vestiti e lanciavano polvere in aria, 24 il tribuno comandò che Paolo fosse condotto nella fortezza e che venisse interrogato mediante tortura, allo scopo di sapere per quale motivo gridassero così contro di lui. 25 Quando lo ebbero disteso e legato con le cinghie, Paolo disse al centurione che era presente: «Vi è lecito flagellare un cittadino romano, che non è stato ancora condannato?» 26 Il centurione, udito questo, andò a riferirlo al tribuno, dicendo: «Che stai per fare? Quest'uomo è romano!» 27 Il tribuno andò da Paolo e gli chiese: «Dimmi, sei romano?» Ed egli rispose: «Sì». 28 Il tribuno replicò: «Io ho acquistato questa cittadinanza per una grande somma di denaro». E Paolo disse: «Io, invece, l'ho di nascita». 29 Allora quelli che stavano per sottoporlo a interrogatorio si ritirarono subito da lui; e anche il tribuno, sapendo che egli era romano, ebbe paura perché lo aveva fatto legare.

 

Paolo davanti al sinedrio

At 23:28 (Mt 23:27-28; 10:16)(Sl 37:32-33; Gs 1:9)

30 Il giorno seguente, volendo sapere con certezza di che cosa egli fosse accusato dai Giudei, lo liberò e ordinò ai capi dei sacerdoti e a tutto il sinedrio di radunarsi; e, condotto giù Paolo, lo fece comparire davanti a loro.