15

 

Dà due luoghi degli Atti (cap. II 25. ec. XIII. 35. ec.) apparisce, che Cristo e quegli, che parla in questo salmo, e il Padre prega per se, e ve' suoi fratelli, e grazie rende pé benefizj ricevuti dallo stesso Padre.

Dello stesso Davidde: iscrizione da incidersi sopra una colonna.

Salvami, o Signore, perocché in te ho posta la mia speranza:
Ho detto al Signore: Tu se' il mio Dio, e de' miei beni non hai bisogno. A pro de' santi, che sono nella terra di lui adempiè egli mirabilmente ogni mia volontà. Eran moltiplicate le loro miserie: dietro a queste camminavano velocemente.

Non convocherò le loro adunanze di sangue, né rammenterò i loro nomi colle mie labbra.
Il Signore è la porzione di mio retaggio, e del mio calice: tu se' quegli, che a me restituirai la mia eredità. La sorte è caduta per me sopra le cose migliori: e certamente la mia eredità è preziosa per me. Benedirò il Signore, che a me da consiglio: e di più ancor nella notte il mio cuore mi istruì. Io antivedeva sempre dinanzi a me il Signore, perché egli si sta alla mia destra, affinchè io non sia smosso. Per questo rallegrassi il mio cuore, ed esultò la mia lingua: anzi anche la carne mia riposerà nella speranza. 10 Perocché tu non abbandonerai l'anima mia nell'inferno: né permetterai, che il tuo santo vegga la corruzione. 11 Mi facesti conoscere le vie della vita, mi ricolmerai di allegrezza colla tua faccia: delizie eterne sono alla tua destra.