Riprende i Corinti, perche tolleravano un pubblico incestuoso; egli benché assente, dà questo tale nelle mani di Satana. Gli ammonisce, che tolto via il fermento de' vizi, celebrino la Pasqua con purità, e proibisce di aver commercio con i Cristiani rei di pubblici peccati.
1 Insomma si parla tra di voi di fornicazione, e di tale fornicazione, quale neppur tralle genti, talmente che uno ritenga la moglie del proprio padre.
2 E voi siete gonfi: e non piuttosto avete pianto, affinchè fosse tolto di mezzo a voi chi ha fatto tal cosa.
3 Io però assente corporalmente, ma presente in ispirito ho già come presente giudicato, che colui il quale ha attentato tal cosa,
4 (Congregati voi, e il mio spirito nel nome del Signor nostro Gesù Cristo) con la potestà del Signor nostro Gesù,
5 Sia dato questo tale nelle mani di Satana per morte della carne: affinchè lo spirito sia salvo nel dì del Signor nostro Gesù Cristo.
6 Voi vi gloriate senza ragione. Non sapete voi, che un poco di lievito fa fermentare tutto l'impasto?
7 Togliete via il vecchio fermento, affinchè siate una nuova pasta, come siete senza fermento. Imperocché nostro agnello pasquale è stato immolato Cristo.
8 Per la qual cosa solennizziamo la festa non col vecchio lievito, né col lievito della malizia, e della malvagità, ma con gli azzimi della purità, e della verità.
9 Vi ho scritto per lettera: non abbiate commercio co' fornicatori:
10 Ma certamente non coi fornicatori di questo mondo, o con gli avari, o coi ladri, o idolatri: altrimenti dovreste senz'altro uscire di questo mondo.
11 Vi scrissi bensì, non abbiate commercio; se taluno, che si chiama fratello, è fornicatore, o avaro, o adoratore degli idoli, o maldicente, o dato all'ubriachezza, o rapace: con questi tale neppur prender cibo,
12 Imperocché tocca egli a me il giudicare anche di que', che sono di fuori? Non giudicate voi di quegli, che sono dentro?
13 Imperocché que' di fuori giudicheralli Dio. Togliete di mezzo a voi il cattivo.