Salmi 42
Capitolo 42

Il conflitto nell'anima di un credente

Versetti 1-5
Il salmista ha guardato al Signore come al suo bene principale e ha posto il suo cuore su di lui; gettando l'ancora all'inizio, ha superato la tempesta. Un'anima benevola può trarre poca soddisfazione nei tribunali di Dio, se non vi incontra Dio stesso. Le anime vive non possono mai riposare in un luogo diverso dal Dio vivente. Comparire davanti al Signore è il desiderio del retto, ma anche il timore dell'ipocrita. Nulla è più doloroso per un'anima benevola di ciò che intende scuotere la sua fiducia nel Signore. Non era il ricordo dei piaceri della sua corte che affliggeva Davide, ma il ricordo del libero accesso che aveva prima alla casa di Dio e del piacere di frequentarla. Chi è molto in confidenza con il proprio cuore, spesso deve rimproverarlo. Vedi la cura del dolore. Quando l'anima si appoggia su se stessa, affonda; se si aggrappa alla potenza e alla promessa di Dio, la testa si mantiene al di sopra dei flutti. E qual è il nostro sostegno nelle pene attuali se non quello di avere conforto in Lui? Abbiamo grandi motivi per piangere per il peccato; ma l'abbattimento deriva dall'incredulità e dalla volontà ribelle; dobbiamo quindi lottare e pregare contro di esso.

Versetti 6-11
Il modo per dimenticare le nostre miserie è ricordare il Dio delle nostre misericordie. Davide vedeva che i problemi derivavano dall'ira di Dio e questo lo scoraggiava. Ma se i problemi si susseguono con forza, se tutti sembrano combinarsi per la nostra rovina, ricordiamoci che sono tutti stabiliti e controllati dal Signore. Davide considera il favore divino come la fonte di tutto il bene che si aspettava. Nel nome del Salvatore speriamo e preghiamo. Una sua parola calmerà ogni tempesta, trasformerà le tenebre di mezzanotte nella luce del mezzogiorno, le lamentele più aspre in lodi gioiose. La nostra attesa fiduciosa della misericordia deve accelerare le nostre preghiere per ottenerla. Alla fine, la sua fede ne uscì vincitrice, incoraggiandolo a confidare nel nome del Signore e a rimanere nel suo Dio. Aggiunge: E il mio Dio; questo pensiero gli permise di trionfare su tutti i suoi dolori e le sue paure. Non pensiamo mai che il Dio della nostra vita e la Roccia della nostra salvezza ci abbia dimenticato, se abbiamo fatto della sua misericordia, della sua verità e della sua potenza il nostro rifugio. Così il salmista ha lottato contro il suo sconforto: alla fine la sua fede e la sua speranza hanno ottenuto la vittoria. Impariamo a controllare tutti i dubbi e le paure increduli. Applichiamo la promessa prima a noi stessi e poi invochiamola a Dio.