Ecclesiaste 5
Capitolo 5

Ciò che rende vana la fede Ec 5:1-3
Sulle promesse e l'oppressione Ec 5:4-8
La vanità delle ricchezze Ec 5:9-17
Il corretto uso delle ricchezze Ec 5:18-20

Versetti 1-3
Tributa il culto a Dio e applicati a questo. Trattieni i tuoi pensieri dall'andare a destra e a sinistra: non volgere i tuoi sentimenti verso le cose sbagliate. Dovremmo evitare inutili ripetizioni; le lunghe preghiere non sono qui condannate, ma solo quelle fatte in modo automatico. Quante volte i nostri pensieri vaganti si applicano agli statuti divini quasi quanto quelli degli stolti! Molte e affrettate parole usate in preghiera mostrano la stoltezza del cuore, pensieri meschini verso Dio e incuranti verso le nostre anime.

Versetti 4-8
Quando una persona promette avventatamente, offre la sua cattiva lingua al peccato. L'esempio descrive un uomo che va dal sacerdote, e si scusa affermando che non la vuole onorare la sua promessa solo perché essa è stata fatta avventatamente. Tale presa in giro nei confronti di Dio porta Egli a non compiacersi perché una promessa va sempre mantenuta. Siamo così timorosi dell'uomo. Metti Dio davanti a te e se vedi l'oppressione dei poveri, non troverai colpevole la Divina Provvidenza, né penserai male della giustizia, quando vedrai il giudizio pervertito, e neanche della fede, quando i giusti soffriranno. Ma anche se gli oppressori la faranno franca, Dio ricompenserà tutti.

Versetti 9-17
La Provvidenza dà a tutti in modo giusto e non come sembra ad un osservatore disattento. Il re ha bisogno delle cose comuni della vita come i poveri, ma questi gustano meglio i loro bocconi rispetto ai suoi lussi. Ci sono desideri corporali che neppure l'argento non può soddisfare, così l'abbondanza materiale i desideri spirituali. Più hanno gli uomini, più case grandi devono mantenere, più servi da dirigere, più ospiti più da fare divertire, e più avranno un peso addosso. Il sonno del lavoratore è gustato, non solo perché è stanco, ma perché ha pochi pensieri che gli turbano il sonno. Il sonno del cristiano puro è bello, avendo impiegato se stesso e il suo tempo al servizio di Dio, può ora gioiosamente trovare in Dio il suo riposo. Ma quelli che hanno solo il resto, spesso non riescono a godere di una notte di sonno tranquilla, perché la loro abbondanza spezza il loro riposo. I ricchi si fanno del male, e volgono il cuore lontano da Dio e dalla sua volontà. Gli uomini fanno anche del male per mezzo delle loro ricchezze, non solo gratificando le loro passioni, ma opprimendo gli altri e non curandosene affatto. Vedranno che si saranno affaccendati invano, quando, davanti alla morte, scopriranno che i profitti del loro lavoro se ne vanno come il vento, chissà dove. Quanto male all'umanità fa l'avaro! Egli non si volge al pentimento, ma si arrabbia pure con la provvidenza di Dio e con se stesso, il che raddoppia la sua afflizione.

18 Versetti 18-20
La vita è dono di Dio. Non dobbiamo vedere la nostra vocazione come un lavoro faticoso, ma trovare piacere nel posto in cui Dio ci mette. Un cuore allegro è una grande benedizione, rende facile vivere, e illumina le afflizioni. Dopo aver fatto un uso corretto delle ricchezze, l'uomo si ricorderà i giorni della sua vita passata con piacere. Il modo con cui Salomone pensa a Dio come il donatore sia della vita che dei suoi svaghi, ci dimostra che tutto va accolto e usato secondo la sua volontà, e alla sua gloria. Questo brano ricorda a tutti le dolci parole del Redentore misericordioso "Adoperatevi non per il cibo che perisce, ma per il cibo che dura fino alla vita eterna." Cristo è il Pane della vita, l'unico cibo dell'anima. Tutti sono invitati ad accogliere questo dono celeste.