Le feste annualiDt 16:1-17 Di giudici, boschetti e immagini proibiteDt 16:18-22
Versetti 1-17 Vengono qui ripetute le leggi per le tre feste annuali: quella della Pasqua, quella della Pentecoste, quella dei Tabernacoli e la legge generale sulla partecipazione del popolo. Il credente non deve mai dimenticare la sua bassa condizione di colpa e di miseria, la sua liberazione e il prezzo che è costata al Redentore; la gratitudine e la gioia nel Signore devono essere mescolate al dolore per il peccato e alla pazienza per le tribolazioni nel suo cammino verso il regno dei cieli. Devono gioire di ciò che ricevono da Dio e di ciò che restituiscono al suo servizio e al suo sacrificio; il nostro dovere deve essere la nostra gioia, oltre che il nostro divertimento. Se coloro che erano sotto la legge dovevano rallegrarsi davanti a Dio, tanto più noi che siamo sotto la grazia del Vangelo, che ci impone di rallegrarci sempre, di gioire sempre nel Signore. Quando ci rallegriamo in Dio, dobbiamo fare il possibile per aiutare gli altri a rallegrarsi in Lui, consolando chi è in lutto e rifornendo chi è nel bisogno. Tutti coloro che fanno di Dio la loro gioia, possono gioire nella speranza, perché Egli è fedele e ha promesso.
18 Versetti 18-22 Si fa attenzione alla giusta amministrazione della giustizia. Tutti i riguardi personali devono essere messi da parte, in modo che il bene sia fatto a tutti e il male a nessuno. Si deve evitare di seguire le usanze idolatriche dei pagani. Nulla smentisce di più Dio, o tende a corrompere maggiormente le menti degli uomini, che rappresentare e adorare con un'immagine quel Dio, che è uno Spirito onnipotente ed eterno, presente ovunque. Ahimè, anche nei giorni del Vangelo e sotto una dispensazione migliore, fondata su promesse migliori, c'è la tendenza a creare idoli, sotto una forma o un'altra, nel cuore umano.
Le feste annuali Dt 16:1-17
Di giudici, boschetti e immagini proibite Dt 16:18-22
Versetti 1-17
Vengono qui ripetute le leggi per le tre feste annuali: quella della Pasqua, quella della Pentecoste, quella dei Tabernacoli e la legge generale sulla partecipazione del popolo. Il credente non deve mai dimenticare la sua bassa condizione di colpa e di miseria, la sua liberazione e il prezzo che è costata al Redentore; la gratitudine e la gioia nel Signore devono essere mescolate al dolore per il peccato e alla pazienza per le tribolazioni nel suo cammino verso il regno dei cieli. Devono gioire di ciò che ricevono da Dio e di ciò che restituiscono al suo servizio e al suo sacrificio; il nostro dovere deve essere la nostra gioia, oltre che il nostro divertimento. Se coloro che erano sotto la legge dovevano rallegrarsi davanti a Dio, tanto più noi che siamo sotto la grazia del Vangelo, che ci impone di rallegrarci sempre, di gioire sempre nel Signore. Quando ci rallegriamo in Dio, dobbiamo fare il possibile per aiutare gli altri a rallegrarsi in Lui, consolando chi è in lutto e rifornendo chi è nel bisogno. Tutti coloro che fanno di Dio la loro gioia, possono gioire nella speranza, perché Egli è fedele e ha promesso.
18 Versetti 18-22
Si fa attenzione alla giusta amministrazione della giustizia. Tutti i riguardi personali devono essere messi da parte, in modo che il bene sia fatto a tutti e il male a nessuno. Si deve evitare di seguire le usanze idolatriche dei pagani. Nulla smentisce di più Dio, o tende a corrompere maggiormente le menti degli uomini, che rappresentare e adorare con un'immagine quel Dio, che è uno Spirito onnipotente ed eterno, presente ovunque. Ahimè, anche nei giorni del Vangelo e sotto una dispensazione migliore, fondata su promesse migliori, c'è la tendenza a creare idoli, sotto una forma o un'altra, nel cuore umano.