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Al maestro del coro. Maskil. Dei figli di Core.

Come la cerva anela ai corsi d'acqua,

così l'anima mia anela a te, o Dio.

L'anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente:

quando verrò e vedrò il volto di Dio?

Le lacrime sono mio pane giorno e notte,

mentre mi dicono sempre: «Dov'è il tuo Dio?».

Questo io ricordo, e il mio cuore si strugge:

attraverso la folla avanzavo tra i primi

fino alla casa di Dio,

in mezzo ai canti di gioia

di una moltitudine in festa.

Perché ti rattristi, anima mia,

perché su di me gemi?

Spera in Dio: ancora potrò lodarlo,

lui, salvezza del mio volto e mio Dio.

In me si abbatte l'anima mia;

perciò di te mi ricordo

dal paese del Giordano e dell'Ermon, dal monte Misar.

Un abisso chiama l'abisso al fragore delle tue cascate;

tutti i tuoi flutti e le tue onde

sopra di me sono passati.

Di giorno il Signore mi dona la sua grazia,

di notte per lui innalzo il mio canto:

la mia preghiera al Dio vivente.

10 Dirò a Dio, mia difesa:

«Perché mi hai dimenticato?

Perché triste me ne vado, oppresso dal nemico?».

11 Per l'insulto dei miei avversari

sono infrante le mie ossa;

essi dicono a me tutto il giorno: «Dov'è il tuo Dio?».

12 Perché ti rattristi, anima mia,

perché su di me gemi?

Spera in Dio: ancora potrò lodarlo,

lui, salvezza del mio volto e mio Dio.