Matteo 6
Gesù proibì ogni preghiera pubblica?
Non può essere così, perché abbiamo esempi di preghiere pubbliche nell'Antico Testamento (per esempio Dan 6:10; 1Re 8:22), e il comando di Paolo di pregare "in ogni luogo" (1Tim 2:8). Infatti il contesto in Mt 6:5 è che Gesù proibì la preghiera pubblica per essere visti, cioè per il motivo sbagliato non il luogo sbagliato. Senz'altro, una preghiera privata va fatta in privato (come Mt 6:6), perché non serve che altri vedano né sentano la preghiera. Però possiamo anche pregare come comunità, cioè pregare insieme con altri per gli stessi motivi (come Mt 18:19-20; At 1:14,24; 4:24-30; 12:7,12). Ma anche in comunità le nostre preghiere non devono essere rivolte alle altre persone, affinché sentano le nostre preghiere e ci considerino più bravi o spirituali, ma a Dio. E se preghiamo più in pubblico che in privato, c'è sicuramente un problema con la nostra pietà.

In quale modo dobbiamo pregare?
Vedi il commento su Luca 18:1.

13 Perché pregare che Dio non ci esponga alla tentazione, se lui non ci tenta?
La parola ðåéñáóìόò, peirasmos in questo versetto può voler dire "prova", in un senso positivo, per migliorarci, o "tentazione", in un senso negativo, per farci cadere. Per un approfondimento e due domande collegate, vedi il commento su Giacomo 1:13. In ogni caso, c'è un problema. Se vuol dire "prova", perché pregare che non succeda se la prova è per il nostro bene? E se vuole dire "tentazione", perché pregare che non succeda se è impossibile che Dio ci tenti?
È comunque possibile prendere il sostantivo nel secondo senso, e interpretare la richiesta come "Non permettere che siamo tentati", perché ogni tentazione da Satana o da noi stessi è permessa da Dio. Ma è probabilmente meglio prendere il sostantivo nel primo senso, ma non fare dicotomie per quanto riguardo la preghiera. Per esempio dobbiamo rallegrarci nella persecuzione (Mt 5:10-12) ma dobbiamo fuggire dalla persecuzione (Mt 10:23) e pregare che la fuga non sia troppo severa (Mt 24:20). Similmente, anche se la prova spesso ha effetti positivi, è sempre una prova che ci fa male, e possiamo pregare di non essere provati. Ma quando vengono le prove, le dobbiamo considerare una grande gioia (Gv 1:2).

14 Non c'è perdono per chi non perdona?
In questa spiegazione del Padre Nostro, e similmente nella conclusione di una parabola a Mt 18:35, Gesù afferma che il Padre non ci perdona se noi non perdoniamo gli altri che fanno male a noi. Queste affermazioni non sono difficili da capire, infatti sono molto ragionevoli. Se non crediamo nel perdono come stile di vita, non crediamo nell'opera di Gesù (anche se affermiamo o pensiamo di crederci). Senza questa fede Gesù non portò anche i nostri errori sulla croce, e rimaniamo non perdonati. Naturalmente, il nostro perdono degli altri non deve essere visto come mezzo per ottenere il perdono da Dio, altrimenti non è un perdono datoci gratuitamente come in Mt 18:21-35.
La difficoltà è invece nell'enorme sfida che produce, uno stile di vita che perdona sempre quelli che ci fanno male. E non solo perdonare, ma positivamente fare del bene Mt 5:38-48. Il modo per vivere in questa maniera è di riflettere sempre su quello che Cristo ha fatto per noi, peccatori perdonati (Ef 4:32; Col 3:13), e di cercare di essere controllati dallo Spirito Santo, che ci dà il potere per fare quello che a noi sarebbe impossibile.

24 Perché non è possibile servire Dio e Mammona?
"Mammona" è una parola aramaica che vuol dire ricchezze o possessi. Oltre a questo versetto, è usata nel versetto parallelo Lu 16:13, e anche in Lu 16:9,11 dove la descrizione "dell'ingiustizia" è aggiunta. La parola da sola non descrive le ricchezza negativamente, ma quando Mammona diventa il nostro padrone, ci toglie da Dio. Dio deve essere padrone di tutta la nostra vita, perché Dio, in quanto Dio e quindi superiore ad ogni altra cosa, è il solo che dobbiamo servire. Anche se è forse possibile servire Mammona e, per esempio, la famiglia, ognuno per la metà del tempo, non è possibile fare così con Mammona e Dio. Se Dio non è servito con il 100% della nostra vita, non lo stiamo servendo come Dio, per cui non lo stiamo servendo affatto.
Vedi anche i commenti su Matteo 19:21; Matteo 19:24; Atti 2:44-45.