Giovanni 3
Cosa significa, "Essere nato d'acqua e di Spirito"?
Rispondendo a Nicodemo, Gesù affermò che essere nato d'acqua e di Spirito era una condizione per entrare nel regno di Dio. Però, Gesù non spiegò a Nicodemo il senso preciso di questa affermazione, per cui tante interpretazioni sono state proposte. Quelle principali sono:
a) la nascita d'acqua è quella naturale (cioè l'acqua del grembo materno), la nascita di Spirito è quella spirituale, similmente a Gv 3:6. Ma nella letteratura antica la nascita naturale non è mai descritta come "d'acqua", e la frase sembra di essere parallela a "nascere di nuovo (o: dall'alto)" in Gv 3:3,5, cioè una nascita sola e non due.
b) la nascita d'acqua è il battesimo, la nascita di Spirito è ricevere lo Spirito Santo. Ma sarebbe stato impossibile per Nicodemo capire che l'acqua si riferiva al battesimo cristiano, che non esisteva ancora, e Gesù disse che Nicodemo doveva capire queste cose (Gv 3:10). Sulla questione se il battesimo è una condizione per la salvezza, vedi i commenti su Atti 2:38; 1Pietro 3:21.
c) la nascita d'acqua è il battesimo di Giovanni il battista, cioè bisognava prima ravvedersi poi ricevere lo Spirito Santo. Ma siccome il battesimo di Giovanni fu solo per un periodo limitato, per preparare per la venuta di Gesù, non sembra una condizione universale.la nascita d'acqua è la purificazione (dal peccato), la nascita di Spirito è ricevere un nuovo spirito attraverso lo Spirito Santo. Questi sono simboli comuni nell'Antico Testamento (per cui Nicodemo li doveva capire), e la purificazione e il nuovo spirito si trovano insieme in Ez 36:24-27. Secondo questa interpretazione, Gesù si riferiva ad un'unica nascita di acqua e spirito insieme, che infatti è come il testo greco legge. Questa è l'interpretazione che mi sembra più probabile.

13 Perché Gesù disse che nessuno era salito in cielo, quando nell'Antico Testamento anche altri ci salirono?
Ci sono perché che salirono in cielo, Enoc (Gen 5:24) e Elia (2Re 2:11). Però, nel discorso di Gesù, lui parlava della rivelazione delle cose celesti (Gv 3:12), e che solo qualcuno che era stato in cielo poteva sapere e poteva testimoniare di ciò che aveva visto in cielo (Gv 3:11). E l'unico che era stato in cielo era colui che era disceso da lì per raccontare delle cose celesti, cioè Gesù stesso (Gv 3:13). Gesù non affermò che nessuno era mai salito in cielo, ma che nessuno, tranne lui, era mai stato in cielo e poi era ritornato con una rivelazione di come erano le cose celesti. Solo Gesù è un testimone oculare di queste cose.

17 Se Gesù non è venuto nel mondo per giudicarlo, perché è descritto anche come giudice?
Quando Gesù è venuto nel mondo, tutti erano già condannati in quanto peccatori (Gv 3:18). Così lo scopo della venuta di Gesù non era il giudizio, siccome il giudizio esisteva già, ma la salvezza dalla condizione esistente del giudizio (Gv 3:17). Però, anche se lo scopo della venuta di Gesù non era il giudizio, l'effetto della sua venuta era il giudizio, perché il criterio del giudizio è se si crede in lui (Gv 3:16,18). Così Gesù giudicherà (Gv 5:22,27; 9:39) chi è rimasto nel giudizio invece di credere in lui.