Giovanni 20
Che cosa succedette alla risurrezione di Gesù?
Vedi il commento su Matteo 28:1-10.

19 Come poté Gesù passare attraverso una porta chiusa?
Dopo la sua risurrezione, Gesù aveva un corpo, un corpo riconoscibile come il suo, di carne e ossa che poteva essere toccato, e con le ferite della crocifissione (Mt 28:9; Lu 24:39; Gv 20:27). Inoltre, mangiò (Lu 24:41-43; Gv 21:13-15). Però, anche se era un corpo fisico, non era non un corpo naturale ma un corpo spirituale. Cioè, sempre un corpo materiale, ma con alcune differenze. Il brano 1Cor 15:35-57 spiega alcune delle differenze fra questi due tipi di corpo. Parla dei nostri corpi naturali e spirituali, ma Cristo, la primizia dei risuscitati (1Cor 15:20-23), fu risuscitato nello stesso modo (vedi anche Fili 3:21). Quindi sembra che questo corpo abbia qualche potere addizionale, che include la possibilità di passare attraverso la materia. Forse anche la possibilità di scomparire (Lu 24:31), ma il significato preciso del verbo in quel versetto non è chiaro.
C'è comunque una spiegazione alternativa, in cui il corpo risuscitato non c'entra. Gesù, in quanto il Creatore e Sostenitore di ogni cosa, era in grado di fare miracoli e controllare la Natura anche prima della sua morte e risurrezione, per esempio camminare sull'acqua. Secondo questa spiegazione, quando Gesù passò attraverso la porta chiusa, fece semplicemente quello che poté sempre fare.

22 Se Gesù diede lo Spirito Santo agli apostoli prima della sua ascensione, che cosa succedette alla Pentecoste?
La spiegazione più semplice è che lo Spirito Santo opera a diversi livelli nella persona. Ha un'opera anche in e verso i non Cristiani, che fa parte della grazia comune di Dio. Così potremo considerare questo ricevimento dello Spirito Santo di un livello ulteriore dell'opera dello Spirito, ma che non è ancora il riempimento dello Spirito Santo di Atti 2. Questa interpretazione è possibile, ma non senza difficoltà. Per esempio, sembra una forzatura incastrare questo versetto in Atti 2, mentre l'insegnamento del Vangelo secondo Giovanni collega il dono dello Spirito con la partenza di Gesù (Gv 16:7). Dall'altra parte, le azioni degli apostoli in Gv 21 sono molto lontane dal tipo di esperienza dello Spirito Santo promessa a tutti i Cristiani nei capitoli 14-16 e sperimentata alla Pentecoste, per cui forse anche Giovanni vedeva in 20:22 un ricevimento preliminare dello Spirito prima del vero riempimento di cui aveva parlato prima.
Un'alternativa è che Gv 20:22 racconta la promessa del dono dello Spirito Santo, e non il dono stesso. La promessa sarebbe poi realizzata in Atti 2. La forma imperativa del verbo ("ricevete") non specifica in sé quando il comando sarà eseguito. Inoltre, il verbo "soffiò" è in realtà assoluto, la frase "su di loro" che è nella maggior parte delle versioni non è nel testo greco, e il verbo indica semplicemente l'atto di soffiare. Quindi non possiamo dire che Gesù soffiò su di loro come segno che lo Spirito andò da loro in quel momento. Gesù semplicemente soffiò come segno che stava parlando dello Spirito (siccome "spirito" e "sospiro" sono la stessa parola in ebraico e greco).
È anche possibile che tutte e due le spiegazioni siano vere: c'è un'opera parziale dello Spirito Santo in Gv 20:22, con in più la promessa della benedizione completa dello Spirito Santo descritta in Gv 14-16 (che Giovanni e i suoi lettori sapevano di essere stata adempiuta alla Pentecoste, che era dopo il tempo degli eventi che Giovanni raccontò).

23 Chi può perdonare e ritenere i peccati degli altri?
In primo luogo, è solo Dio che può perdonare i peccati, un fatto che è forse implicito nell'uso del passivo "saranno perdonati, ritenuti". Ma gli 11 apostoli avevano un ruolo in questo perdono, anche se è un ruolo secondario. Infatti i verbi non solo sono passivi ma anche perfetti: letteralmente "di chiunque perdonate/ritenete i peccati gli saranno stati perdonati/ritenuti" oppure "stanno in uno stato di perdono, stanno perdonati". Il perdono divino viene prima dall'azione degli apostoli. Diversamente dal brano simile in Matteo 18:18, che è nel contesto della disciplina della chiesa, qui siamo nella missione (Gv 20:21) con l'aiuto dello Spirito Santo (Gv 20:22). In questo senso, il perdono (o non) dei peccati è il risultato della predicazione del Vangelo. Il Vangelo porta le persone al ravvedimento e così ricevono il perdono di Dio, oppure le lascia con i peccati ritenuti se non si ravvedono. Chi è mandato dichiara che chi crede in Gesù è perdonato. Questo mandato, con conseguente ruolo nel perdono dei peccati, era originalmente degli apostoli, ma ora tocca a tutti i Cristiani, siccome tutti sono stati mandati nel mondo e hanno ricevuto lo Spirito Santo per la loro testimonianza.
Vedi i commenti su Matteo 16:19; Matteo 18:18.

29 Sono benedetti quelli che vedono le opere di Gesù o quelli che non le vedono?
Vedi il commento su Luca 10:23.