Genesi 12
10 Abraamo prosperò perché mentì?
Questo brano e Gen 20:1-18 sono due racconti simili, in cui Abraamo disse una bugia raccontando che Sara era sua sorella (era in realtà sua sorellastra) e non menzionando che era pure sua moglie. (C'è un caso simile con Isacco in Gen 26:7-11.) Come conseguenza, uscì da due situazioni difficili, e diventò ancora più ricco. Però, non dobbiamo dire che Dio lo fece prosperare, né lo lasciò prosperare, per la sua bugia. La Bibbia non interpreta l'evento così. Invece possiamo dire che Dio lo fece prosperare nonostante la sua bugia, nonostante la sua mancanza di fiducia nella protezione di Dio. Questo è un tema ricorrente nella Bibbia. Tutti i protagonisti pii, tutti gli eroi della fede (tranne Gesù) erano peccatori e responsabili per i loro errori, ma Dio li usò comunque per compiere il suo proposito. In questo caso, vediamo che nella provvidenza di Dio Sara fu preservata affinché potesse essere la madre del figlio promesso ad Abraamo, non al faraone o ad Abimelec.
Vedi anche i commenti su Esodo 1:15-21; Giosuè 2:4-5; 1Samuele 16:2; 2Re 6:19.

11 Perché ci sono tre racconti molto simili?
Tre volte un patriarca andò in un altro paese con sua moglie e, temendo che la bellezza della moglie gli avrebbe creato dei problemi, disse che la moglie era sua sorella. Abraamo lo fece due volte (Gen 12:11-13; 20:1-2) e Isacco una volta (Gen 26:1-7). Molti spiegano questo fatto presumendo un evento unico, che poi fu raccontato in diversi modi con dei cambiamenti mentre il racconto era tramandato, e che l'Autore del libro di Genesi incluse tutti e tre i racconti senza rendersi contro che era un unico evento. Non è possibile dimostrare logicamente che questa spiegazione è falsa, ma possiamo notare due cose. Prima di tutto, l'Autore era consapevole della ripetizione, perché nel racconto di Isacco si riferì al primo racconto di Abraamo, che era similmente a causa di una carestia (Gen 26:1). Secondo, nella mentalità occidentale moderna, la ripetizione è superflua. Vogliamo usare un linguaggio più preciso e sintetico possibile per dimostrare logicamente quello che vogliamo dire. Ma non è così nella mentalità ebraica, né nella stramaggioranza delle culture nel mondo e nella storia. I fatti vengono espressi e dimostrati attraverso i racconti, e la ripetizione è importante per sottolineare che è un fatto universale e non solo di un avvenimento particolare. Così nel primo brano impariamo la provvidenza e la fedeltà di Dio alle sue promosse nonostante la bugia e la mancanza di fiducia da parte di Abraamo - vedi il commento su Genesi 12:10-20. Poi vediamo che gli errori di Abraamo continuavano, ma ancora la provvidenza e la fedeltà di Dio erano attive. E poi vediamo che non è solo verso Abraamo che Dio agì in quel modo, ma anche verso Isacco, il figlio della promessa. I tre racconti simili sono importanti per insegnarci che Dio è sempre così, anche se noi siamo sempre come Abraamo e Isacco. Un unico racconto non ce lo avrebbe insegnato in modo così forte.