Efesini 4
Paolo cita correttamente l'Antico Testamento?
Paolo, citando il Sal 68:18, dice, "Salito in alto, egli ha portato con sé dei prigionieri e ha fatto dei doni agli uomini". Però, il Sal 68:18 dice, "Tu sei salito in alto, portando prigionieri, hai ricevuto doni dagli uomini". (Nella versione C.E.I. (1974), è Sal 67:19 che legge, "hai ricevuto uomini in tributo"; l'edizione C.E.I. (2008) invece è simile alla Nuova Riveduta leggendo "dagli uomini hai ricevuto tributi" in Sal 68:19.) Cioè, mentre il Salmo dice che ha ricevuto doni dagli o degli uomini, Paolo dice che il Salmo dice che ha fatto doni agli uomini. Sembra il contrario. Ma non sempre le citazioni dell'Antico Testamento hanno lo scopo di ripetere esattamente le parole (che è il senso moderno di 'citazione', non il senso nell'antichità). Spesso lo scopo è di dare il significato del testo citato. Questo è quello che Paolo fa qui. Infatti, cambia anche la citazione dalla seconda persona ("tu") alla terza persona ("egli"), per mantenere il senso - mentre scriveva, Paolo non stava parlando alla persona che era salita. Per quanto riguardo il verbo ricevere/fare, Paolo segue l'interpretazione che si trova anche nel Targum aramaico del quarto o quinto secolo dopo Cristo, che i doni furono presi fra gli uomini per essere poi dati agli uomini. Così, Gesù è salito, prendendo per la sua vittoria un dono di prigionieri che erano degli uomini ribelli (secondo il Sal 68:18), cioè i Cristiani, e questi uomini ha poi dato agli uomini, alcuni come apostoli, altri come profeti, eccetera (Ef 4:11).
Vedi la domanda generale, "Il Nuovo Testamento sembra di sbagliare spesso quando cita l'Antico Testamento".

Quando Cristo è salito e è disceso, dove è andato?
Paolo cita un Salmo per dire che Cristo è salito in alto, e poi spiega che vuol dire che è anche disceso nelle parti più basse della terra. Poi ribadisce che è salito al di sopra di tutti i cieli. La salita non è difficile da comprendere: è la sua ascensione in cielo, in paradiso. Il riferimento a "tutti i cieli" forse è solo un modo di dire per sottolineare che è stato esaltato al di sopra di ogni cosa (Ef 1:20-21), oppure è un riferimento ai tre cieli - vedi il commento su 2Corinzi 12:2.
Per quanto riguarda la discesa, ci sono tre interpretazioni principali:
1. è un riferimento alla sua incarnazione, che è disceso dal cielo alla parte più bassa, cioè la terra; la C.E.I. traduce la frase in questo modo;
2. è un riferimento alla sua morte, che è disceso alla parte più bassa della terra, cioè il sepolcro;
3. è un riferimento alla sua discesa in inferno fra la morte e la risurrezione.
La terza interpretazione si riferisce ad una dottrina che possibilmente è insegnata in 1P 3:19-20, ma che non credo sia l'interpretazione giusta (vedi i commenti su 1Pietro 3:19-20; 1Pietro 4:6). Siccome non c'è un chiaro riferimento a questa discesa di Gesù in inferno in tutta la Bibbia, non credo che la terza interpretazione qui sia quella giusta. Tutte e due le altre interpretazioni sono giuste, nel senso che veramente Gesù è disceso sulla terra ed è anche disceso nella tomba. Forse è impossibile sapere adesso a quale dei due avvenimenti Paolo si riferiva, ma non è neanche molto importante sapere quale dei due.

26 L'ira è sbagliata?
Questo versetto dice che ci si può adirare. Dall'altra parte, l'ira è una "opera della carne" (Gal 5:19-20) e quindi non come Dio vuole che viviamo. Possiamo dire che c'è un'ira giusta, un'ira contro il peccato e contro il male. Anche se non è scritto che Gesù aveva ira, sembra la sua emozione quando scacciò i mercanti dal tempio (Mt 21:12-13; Mc 11:15-17; Lu 19:45-46; Gv 2:14-17). E l'ira è chiaramente attribuita a Dio diverse volte (per esempio Es 4:14; Num 11:1). Quindi in generale l'ira è in sé né giusta né sbagliata. Ma la realtà è che l'ira umana è quasi sempre un'ira sbagliata, perché ci arrabbiamo per motivi sbagliati (perché le cose non succedono come noi vorremmo) e poi con l'ira pecchiamo (per esempio, ferendo altri con critici ed parole aspre). L'ira al peccato non è sbagliata, ma peccare con l'ira è sbagliato. Così Paolo dice di Ef 4:26 di adirarsi, ma "non peccare". Infatti pone un limite anche all'ira giusta, che "il sole non tramonti sopra la vostra ira", altrimenti anche l'ira giusta potrebbe diventare rancore e un'ira sbagliata.