1 Corinzi 5
Cosa significa consegnare qualcosa a Satana?
Come atto di disciplina contro qualcuno della chiesa colpevole di fornicazione grave, Paolo disse che il fornicatore doveva essere rimosso dalla chiesa (1Cor 5:2,7,13) e consegnato a Satana per la rovina della sua carne, affinché il suo spirito fosse salvato quando Gesù ritornerà. La stessa frase è usata in 1Tim 1:20. L'espulsione dalla chiesa è la tipica punizione di qualcuno che dice di essere Cristiano (ma non di quelli di fuori 1Cor 5:9-13) ma non si comporta come tale e non si ravvede (Mt 18:15-17). "Consegnare a Satana" dovrebbe avere questo senso metaforico di espulsione dalla chiesa, perché un senso letterale significherebbe che la persona sarebbe completamente persa, eppure Paolo parla della salvezza del suo spirito. Questo senso metaforico ha senso, perché la maggior parte delle benedizioni spirituali di Dio viene trasmessa attraverso la chiesa (per essere la predicazione, l'esortazione reciproca, la comunione e servire Dio), e la persona sarebbe più aperta agli attacchi di Satana. Lo scopo di questa disciplina è duplice: la rovina della carne e la salvezza dello spirito. La distinzione qui fra carne e spirito non è fra il corpo e lo spirito della persona, ma fra la natura peccaminosa e la natura rinnovata (come spesso in Paolo). Così Paolo vuole, con l'espulsione dalla chiesa, che la persona si renda conto della sua situazione (a causa delle benedizioni spirituali che perde, ed anche le conseguenze del suo comportamento peccaminoso), si ravveda e ritorni a Dio e alla chiesa, così distruggendo il peccato in lui e salvando l'uomo nuovo che è dentro di lui. In 1Tim 1:20 lo scopo della consegna a Satana è simile: per insegnare a non peccare più.

Come poteva Dio permettere che una lettera (forse) ispirata scritta da Paolo fosse persa?
Il modo più naturale per leggere 1Cor 5:9-11 e 2Cor 2:3-4; 7:8,12 è che Paolo scrisse quattro lettere ai Corinzi, di cui ne abbiamo la seconda e la quarta. Inoltre, una lettera di Paolo a Laodicea è supposta in Col 4:16. Non sarebbe strano che Paolo avesse scritto anche molte altre lettere alle chiese, ma che non ci sono pervenute. Ci sono alcune possibilità:
Erano ispirate da Dio, ma Dio non fece in modo che fossero preservate. Anche se senza dubbio ci piacerebbe avere quei testi, Dio, per qualche motivo che non potremo mai sapere prima di arrivare in cielo, ha deciso che non ci servono per edificare il nostro rapporto con lui. Similmente ci sono stati diversi insegnamenti e opere di Gesù di cui non sappiamo più niente (Gv 20:30; 21:25) - vedi il commento su Atti 20:35.
Non erano ispirate da Dio, ma semplicemente l'apostolo che parlava. Le sue parole sarebbero state come autorevoli per le chiese a cui scriveva, con l'aiuto dello Spirito Santo che dimorava in lui, ma non sarebbero state respirate da Dio e quindi non una parte della Parola di Dio. Non tutto quello che gli apostoli dicevano era la Parola di Dio, e non tutto era neanche vero. Rimanevano uomini che sbagliavano, come per esempio Pietro sbagliò in Gal 2:11-14. Solo quando furono "sospinti dallo Spirito Santo" (2P 1:21) scrissero la Parola di Dio.
È comunque possibile interpretare 1Cor 5:9-11 come un riferimento a quello che Paolo aveva già scritto in 1Corinzi, non ad un'altra lettera ai Corinzi, cioè "Vi ho scritto nella mia lettera (finora in 1Corinzi) di non mischiarvi con i fornicatori (per esempio in 1Cor 5:2,7)...".