Atti 2
19 Come poteva la Pentecoste essere un adempimento della profezia di Gioele, quando non c'erano i prodigi nel cielo?
Quello che venne profetizzato nell'Antico Testamento come un unico evento, fu spesso adempiuto nel Nuovo Testamento come un periodo di tempo. È come se i profeti vedessero l'evento da lontano, per cui non vedevano tutti i dettagli ma solo l'insieme (1P 1:10-12). Questo è vero soprattutto per le loro descrizioni degli "ultimi giorni", che nel Nuovo Testamento include tutto dalla morte di Gesù fino al suo ritorno. Noi stiamo vivendo ora negli ultimi giorni (Ebr 1:1-2), non gli ultimi nel senso quantitativo (gli ultimi cinque o qualche altro numero, infatti non sappiamo quanti giorni rimangono), ma gli ultimi nel senso qualitativo, Dio ha già fatto tutto quello che doveva fare nel suo piano per il creato. Così, nel discorso di Pietro a Pentecoste, la cosa importante era che il dono dello Spirito Santo, con conseguente segno di parlare in diverse lingue, era un segno sulla terra (At 2:19) dell'arrivo degli ultimi giorni, secondo la profezia di Gioele. Pietro non spiega quando i prodigi nel cielo si realizzano, e non li usa come evidenza per l'arrivo degli ultimi giorni, per cui Pietro non contraddice la profezia di Gioele.
Ci sono comunque due possibilità per i prodigi nel cielo. Una è i segni celesti che accompagnarono la morte di Gesù (Mt 27:45, 51; Lu 23:44-45). L'altra è che sono un riferimento agli eventi al ritorno di Gesù (Lu 21:11; Ap 6:12). In tutti e due i casi, i segni avvengono negli ultimi giorni, come disse Gioele. È anche possibile che la profezia di Gioele si riferiva sia agli eventi in cielo alla crocifissione sia agli eventi in cielo al ritorno di Gesù, che Gioele vedeva insieme.

38 Il battesimo è una condizione per la salvezza?
Pietro sta rispondendo alla domanda della folla, "Che dobbiamo fare?". Dice che dovevano ravvedersi ed essere battezzati. Fino a questo punto, non dice che il battesimo è necessario per essere salvati, solo che è uno dei due passi che devono fare adesso. Ma poi Pietro aggiunge "per il perdono dei vostri peccati". La preposizione tradotto "per" (åἰò, eis) vuol dire in generale "movimento a e dentro una cosa", "in quella direzione per avere qualcosa", "in vista di", e non necessariamente esprime una condizione necessaria come "affinché". Così Pietro sta dicendo, "Pensando adesso al perdono dei peccati e il dono dello Spirito Santo, quello che voi dovrete fare in questo momento è ravvedervi ed essere battezzati", non "Prima di essere perdonati e di ricevere lo Spirito Santo, dovrete ravvedervi ed essere battezzati".
Un'altra possibilità è che ἰò abbia il significato "a causa di". In questo caso la frase sarebbe "Ravvedetevi, e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di GesCristo a causa del perdono dei vostri peccati [che avreste già ricevuto dopo esservi ravveduti]", cioè il battesimo in acqua dopo la salvezza (come At 10:47). Benché questo significato è possibile (per esempio in Mt 3:11; 12:41), non è il significato normale della parola. Altri vedono il cambiamento nelle voci dei verbi (ravvedetevi: seconda persona plurale; sia battezzato: terza persona singolare, e considerano la parte nella terza persona singolare come un tipo di parentesi. Cioè, "Ravvedetevi (e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo) per il perdono dei vostri peccati". Ciò non è impossibile. Dato che il greco antico non aveva la punteggiatura, forse l'autore intendeva questo. Ma non sarebbe stato il modo naturale per dire questo, ed è un modo un po' confusionario per esprimersi, mentre di solito Luca ha un buono stile.
In Mc 16:16, c'è un'affermazione simile: "Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato; ma chi non avrà creduto sarà condannato". È meglio leggere questo versetto nel senso, "Chi avrà creduto sarà salvato, e come segno di questa salvezza sarà battezzato". Il motivo per cui questa interpretazione è probabile è la seconda metà del versetto. L'unica condizione per non essere salvato è non credere; non dice che chi crede ma non è battezzato sarà condannato. Inoltre, è probabile che Marco 16:9-20 non facesse parte del testo originale del Vangelo, ma che fosse aggiunto dopo. In quel caso, non sarebbe la Parola di Dio (benché una testimonianza antica della chiesa primitiva), e non dovremmo costruire delle dottrine o delle pratiche su questo brano.
Vedi il commento su 1Pietro 3:21.

44 I Cristiani devono praticare il comunismo?
In At 2:44-45 leggiamo che nella prima chiesa a Gerusalemme, "tutti quelli che credevano... avevano ogni cosa in comune, vendevano le proprietà e i beni, e li distribuivano a tutti, secondo il bisogno di ciascuno". Inoltre, At 4:32 ribadisce questo atteggiamento, dicendo, "Non vi era chi dicesse sua alcuna delle cose che possedeva ma tutto era il comune fra di loro", e poi in At 4:34-35, "Non c'era nessun bisognoso tra di loro; perché tutti quelli che possedevano poderi o case li vendevano, portavano l'importo delle cose vendute, e lo deponevano ai piedi degli apostoli; poi, veniva distribuito a ciascuno, secondo il bisogno", di cui Barnaba ne è un esempio in At 4:36-37.
Però, questi brani descrivono le pratiche della prima chiesa, e non prescrivono queste pratiche come norme per tutti nel futuro. Nessuno fu costretto a vendere quello che aveva, ma tutti lo facevano secondo il proprio desiderio, come Pietro disse a Anania in At 5:4. Anche il "tutti" non può essere assoluto, perché Maria la madre di Marco aveva ancora la sua casa in At 12:12. Però, con questo non dobbiamo rinnegare l'importanza di dare generosamente e gioiosamente a quelli che hanno più bisogno di noi (2Cor 8-9), e anche se possediamo dei beni di metterli a disposizione di altri Cristiani (come fece la madre di Marco). E dobbiamo non soltanto credere che dare sia importante, ma dobbiamo anche dare generosamente, una pratica purtroppo mancante in molte chiese oggi. Una chiesa riempita dallo Spirito Santo risponderà subito a qualsiasi bisogno in mezzo ai membri, per supplire al bisogno. Il comunismo non è necessario per fare questo, solo lo Spirito Santo che possediamo affinché non pensiamo di possedere nient'altro.
Vedi i commenti su Matteo 6:24; Matteo 19:21; Matteo 19:24.